La scienza di Dallas. Nell’edificio di Morphosis

Un museo della scienza intitolato alla famiglia Perot. Un nuovo - ha inaugurato nel dicembre 2012 - e importante luogo per la cultura in America, un “tempio” che racchiude sotto un unico tetto tre diverse istituzioni culturali: il Dallas Children’s Museum, il Dallas Museum of Natural History e lo Science Place.

L’edificio progettato dai californiani Morphosis – fondati nel 1972 da Thom Mayne (Premio Pritzker nel 2005) con Livio Santini, James Stafford e Michael Bricklerassieme – si riconosce la complessa poetica dello studio losangelino, fatta di forti contrasti tramite i quali la loro architettura risulta essere il frutto della tensione tra arte e geografia, una tensione che ha il compito di destabilizzare  il tradizionale approccio alla progettazione architettonica, quasi come se questi progettisti volessero “introdurre il caos nell’ordine” del quale già parlava Theodor Adorno nel 1951.
L’edificio è stato infatti concepito come un nuovo cluster urbano, un landmark che ostenta una precisa identità, in una città (Dallas) che, in modo tipicamente americano, si è sviluppata – escludendo i grattacieli nella downtown – in modo orizzontale e relativamente poco interessante.

Morphosis - Perot Museum of Nature and Science - Dallas

Morphosis – Perot Museum of Nature and Science – Dallas

Da un punto di vista architettonico, l’edificio è il risultato di uno scontro/incontro tra un volume cubico e una base geometricamente irregolare e complessa. La connessione tra questi due elementi è abilmente risolta grazie all’inserimento di una loggia vetrata obliqua e dei percorsi: è impressionante la scala esterna che formalmente appare come un altro volume aggiunto. Questa molteplicità di elementi è tuttavia unificata da un rivestimento esterno di pannelli “rugati” di cemento che formano un pattern in grado di donare un estremo fascino all’edificio.
Il museo, programmaticamente e formalmente complesso, dimostra come l’architettura possa essere d’avanguardia senza per forza sottostare a un’estetica “fluida” o a nuovi “stili internazionali”, reinterpretando anche i criteri di sostenibilità in modo innovativo, arrivando a perseguire la certificazione LEED.

Giacomo Pala

www.morphosis.com
www.perotmuseum.org

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