Zezeze e la disabilità mentale
Ospitata nell’hangar 21 del porto di Tel Aviv, la Zezeze Architecture Gallery - da tempo attiva sulla scena cittadina con iniziative, mostre e workshop, tra cui la EcoWeek Middle East di marzo - indìce questa volta una competizione internazionale aperta per la creazione di un centro di assistenza diurna a Beer Sheba, sobborgo di 200mila abitanti di Tel Aviv, per ottanta adulti con disabilità mentali.
Il centro dovrà avere una metratura di circa 1.600 mq e sarà sviluppato seguendo tre fasi: una prima, in cui è necessario proporre una soluzione per 32 residenti e una seconda e terza che vedrà invece lo sviluppo di un lotto aggiuntivo per i restanti 48 residenti, per un valore totale di 15,60 milioni di NIS, pari a 4 milioni di dollari. Un concorso aperto, trasparente e senza limitazioni, con due fasi di gara, di cui una prima anonima da consegnare entro lo scorso 3 febbraio e una seconda con i finalisti shortlisted proclamati a fine maggio.
Interessante per diversi motivi: un primo, di natura squisitamente sociale, che vede una galleria d’architettura farsi promotrice di un concorso con questa tematica; un secondo, di natura intellettuale, legato alla scelta di avere come membri di giuria componenti diverse ed eque del sistema cittadino e non solo addetti ai lavori (11 membri totali); e un terzo, di natura economica, perché i vincitori avranno diritto a un premio in denaro reperito grazie a numerose sponsorizzazioni esterne.
Un’iniziativa utile a ricordare che l’integrazione passa anche dal modo in cui si progetta lo spazio del vivere civile, in cui chiunque possa godere di pari diritti e opportunità, senza barriere.
Giulia Mura
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #11
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