Derossi, il pratone e altre storie
Esce per la nuova collana di architettura della Franco Angeli il volume monografico su Pietro Derossi, architetto e docente universitario attivo dalla fine degli Anni Cinquanta a oggi. Uno dei “padri” dell’architettura italiana che questo saggio meglio aiuta a comprendere nella complessità e nell’attualità dei suoi progetti, realizzati e non.
Dopo aver sfogliato il volume su Pietro Derossi (Torino, 1933) intitolato L’Avventura del Progetto, curato da Brunella Angeli, risulta subito chiaro anche al profano che l’insieme di saggi, interventi, dialoghi e materiale raccolto tratteggiano una delle personalità più significative nel campo dell’architettura dal dopoguerra a oggi.
Pietro Derossi ha sempre alternato la progettazione con l’insegnamento non solo a Milano, città che lo ha accolto, ma anche in prestigiose facoltà internazionali a Londra, Berlino e New York. Ed è proprio l’attività didattica a svelare la natura del suo fare architettura, dove appare centrale la dimensione del racconto, nel quale confluiscono e talvolta si cristallizzano esperienze, incontri, avventure, incertezze e improvvise aperture verso soluzioni formali mai scontate.
È “l’inatteso”, nelle sue molteplici forme, il segno più riconoscibile del suo stile che, come ben viene descritto nelle varie letture, sembra sempre sfuggire alla determinazione dogmatica. Dai primi progetti residenziali, le ville dei primissimi Anni Sessanta, all’incontro con gli Stati Uniti e la cultura underground (che qui Derossi rievoca nel vivido capitolo Ricordi Radicali), alla progettazione su grande scala per ripensare la forma della città, a oggetti architettonici estremamente peculiari come la Torre per Abitazioni a Berlino del 1985.
Vi è poi il tema del gioco e dell’evasione che serpeggia nei diversi progetti per le discoteche realizzate negli Anni Settanta e si palesa leggendo le parole stesse di Derossi e la simulata avversione per il suo Pratone, un oggetto pop, diventato un’icona del design radicale in tutto il mondo: quella seduta libera che riproduce ingigantita una piccola porzione di prato. Un’altra prova, questa, della sua vicinanza all’ambiente artistico e intellettuale postmoderno. Il volume a questo proposito comprende un denso dialogo fra l’architetto e Jean-Fracois Lyotard, che nuovamente illustra l’abilità di Derossi di costruire tanto con le parole, quanto con lo spazio, una narrazione fertile e inattesa.
Moltissimi i riferimenti alla tradizione: Plecnik, Hoddmann, Asplund, Venturi Stirling, Correa, Baldweg, ma anche l’evidente contaminazione con artisti della Pop Art inglese di This is Tomorrow come Richard Hamilton o esponenti dell’Arte Povera come Piero Gilardi. Può sorprendere perciò trovare giustapposte nelle pagine del volume un edificio come la Villa sulla Collina del 1962, dove riecheggia il secessionismo viennese, al già citato Pratone, vicinissimo all’opera di Pino Pascali.
Di tutte queste esperienze e contaminazioni il volume sa fare una mappatura densa e fedele che racconta di un professionista appassionato e curioso, rappresentando quindi un valido strumento per approfondire la sua produzione e il suo pensiero.
Riccardo Conti
Piero Derossi – L’avventura del Progetto. L’architettura come conoscenza, esperienza, racconto
a cura di Brunella Angeli
con contributi di Marco Biraghi, Ignasi de Solà Morales
Franco Angeli, Milano 2012
Pagg. 224, € 33
ISBN 9788856845556
www.francoangeli.it
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