Triumph Treehouse. Un concorso giapponese
In un Paese come il Giappone, periodicamente squassato da catastrofi naturali, la necessità di elaborare strategie abitative alternative è un tema attualissimo. Lo è stato anche, ad esempio, alla scorsa Biennale di Venezia, quando Toyo Ito, curatore del padiglione nazionale, propose - vincendo - il tema Home-for-all in seguito allo tsunami che si era abbattuto nel marzo 2011.
Il progetto veneziano di Toyo Ito non solo investigava il ruolo dell’architettura contemporanea di fronte all’emergenza, ma lo faceva usando la natura (anche se ferita) come punto di riscatto e partenza.
Medesimo tema, seppure con velleità molto meno nobili, è quello sviluppato dalla Triumph Treehouse Competition per la creazione di una casa-rifugio sull’albero. Sogno di ogni bambino che ami l’avventura, la casa sull’albero rappresenta la visione archetipica della fuga dalla città e dal suo baccano. Proprio questo si chiede ai partecipanti (deadline fine aprile): creare un nido capace di rispondere a nuovi bisogni. I risultati saranno poi comunicati a metà maggio e i vincitori – il contest è aperto sia a studenti che a professionisti, singoli o in team con massimo quattro partecipanti – riceveranno un premio in denaro e la pubblicazione su testate specializzate, oltre che la partecipazione gratuita al workshop Summer Treehouse Project 2015.
Uniche richieste a cui attenersi: che la capsula non superi una superficie interna di 20 mq, che sia sopraelevata a 2,5 metri da terra, che sia ben chiaro il sistema tecnico d’ancoraggio al fusto e che si trovino modalità alternative ed ecosostenibili per l’acqua e l’energia. Ma, soprattutto, che il legame con l’ambiente, con il paesaggio e con gli elementi naturali circostanti sia strettissimo e profondo.
Giulia Mura
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #17
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