Il campo allargato del contemporaneo: arte e architettura
Sono passati più di trentacinque anni dalla pubblicazione di “Sculpture in the Expanded Field” di Rosalind Krauss sulle pagine di October, autentico termometro della temperatura critica americana.
LA RIVOLUZIONE DI ROSALIND KRAUSS
È sul numero 8 di October, nella primavera del 1979, che Rosalind Krauss elabora la sua seminale riflessione attorno alle evolute relazioni tra lo spazio e le pratiche artistiche che stanno interessando artisti come Robert Smithson, Gordon Matta-Clark, Donald Judd, Lawrence Wiener e altri.
Siamo di fronte a un’autentica rivoluzione nell’ambito della scultura e la lettura di questo fenomeno fornita dalla critica americana costituisce un superamento della sensibilità modernista di Clement Greenberg. Il saggio Sculpture in the Expanded Field rappresenta una sorta di spartiacque capace di inquadrare un territorio mobile che tende a scavalcare le rigidità imposte dall’analisi di codici formali, per un allargamento d’azione e di sguardo che crea inevitabili connessioni con altri ambiti disciplinari come l’architettura, la fotografia e la filosofia.
INFLUENZE ARCHITETTONICHE
È proprio all’analisi delle relazioni fra arte e architettura che punta la documentata e stimolante ricerca curata da Spyros Papapetros e Julian Rose, Retracing the Expanded Field. Encounters between Art and Architecture, pubblicata da The MIT Press.
Gli autori condividono con Krauss la critica a un pluralismo troppo facilmente acquisito, sostenendo che gli artisti e gli architetti non si muovono in direzioni opposte ma in parallelo, trovando nella dimensione concettuale piuttosto che fisica molti punti di contatto. Il volume è un’importante testimonianza di un momento in cui l’architettura ha funzionato come modello per le arti visive, non per il suo carattere monumentale o istituzionale, ma come risorsa per una serie di strategie epistemologiche e compositive testate dagli artisti in spazi urbani e nel paesaggio naturale e rurale.
Basti ricordare l’influenza esercitata dalle ricerche sulla scomposizione e destrutturazione del modello abitativo di Peter Eisenman (House I, II, III ecc.), la poetica dell’anarchitettura fatta di tagli, buchi, rimozioni di Gordon Matta-Clark, o Lawrence Wiener che studia e assorbe la visione eseinmaniana di progetto fondato sull’idea di un testo che disloca le relazioni e i significati dentro processi generativi dello spazio.
RISALENDO ALLE FONTI
Ecco che “retracing” acquisisce il valore di azione di ridisegno storico e concettuale di qualcosa che è stato in parte cancellato. E suggerisce di ripristinare frammenti di interesse che non hanno esaurito ancora la loro spinta innovatrice in un momento in cui, a volte e banalmente, si riconduce tutto a una dimensione espansa delle arti smarrendo l’origine e la forza propulsiva di questa dimensione allargata delle pratiche artistiche.
Lo scopo del libro è quindi duplice. Da una parte tende a rivisitare le fonti, gli impulsi, i movimenti e gli eventi che fanno da cornice al saggio di Krauss, con la pubblicazione di materiali fotografici inediti e preziosi. Dall’altra cerca di sondare e proporre una prospettiva ai temi declinati dalla critica americana contro gli sviluppi nelle “pratiche espanse” dell’arte e dell’architettura dei decenni successivi.
A supporto di questa visione il quinto capitolo del volume propone il punto di vista di venti storici, critici, artisti e architetti tra cui Yves-Alain Bois, Benjamin Buchloh, Beatriz Colomina, Sam Durant, Hal Foster, Kenneth Frampton, Mary Miss, Sarah Oppenheimer, Matthew Ritchie, Anthony Vidler. Una rigorosa ricerca, dunque, che cerca di mantenere viva la prospettiva critica elaborata da una delle più acute storiche dell’arte del nostro tempo, ponendola in relazione con le dinamiche teoriche dell’architettura.
Marco Petroni
Spyros Papapetros & Julian Rose – Retracing the Expanded Field. Encounters between Art and Architecture
MIT Press, Cambridge (Mass.) 2014
Pagg. 272, $ 34,95
ISBN 9780262027595
https://mitpress.mit.edu/books/retracing-expanded-field
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