L’ex casa con giardini di Henry Moore si allarga. Nuovo archivio e servizi per i visitatori
Per i suoi 40 anni la Henry Moore Foundation si regala dei nuovi spazi, a Hertfordshire. Il complesso immerso nel verde, dove si trovano la casa, gli studi e i giardini di Henry Moore, cresce e offre nuovi servizi al pubblico.
![L’ex casa con giardini di Henry Moore si allarga. Nuovo archivio e servizi per i visitatori](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2017/04/Henry-Moore-Three-Piece-Sculpture-Vertebrae-1968-69-and-Two-Piece-Recicling-Figure-Cut-1979-81-on-display-in-the-gorunds-ph.-Sarah-Mercer-courtesy-Henry-Moore-Foundation.jpg)
È il mega studio britannico Hugh Broughton Architects a firmare l’ampliamento degli Henry Moore Studios and Garden, ex residenza di Henry Moore ( Castleford, 1898 – Much Hadham, 1986) nella contea di Hertfordshire, in Inghilterra: una struttura immersa in un parco lussureggiante, disseminato di sculture del grande artista britannico, simbolo di un’astrazione modernista dal profilo organico, sensuale. Moore fu uno fra i maggiori interpreti della figura umana emersi nel secolo scorso: le sue riletture audaci affidavano al marmo e al bronzo nuove visioni del corpo, tra poesia dell’informe, evocazioni esotiche e spiritualità della materia. Una sintassi costruita da forme allungate e volumi cavi, da linee sinuose e superfici levigate.
Per questo restyling il team di architetti si è concentrato sull’idea di estensione e sviluppo, nel rispetto degli spazi esistenti, a partire da quella Dane Tree House acquisita dalla Henry Moore Foundation nel 1977 e già soggetta a diverse ristrutturazioni. La più radicale arriva oggi, con il nuovo centro dedicato ai servizi per il pubblico: uno shop, un caffè, un’area per la didattica, una per gli eventi, una sala riunioni e dei nuovi e più efficienti spazi di lavoro per il personale.
![Henry Moore Studios & Gardens](http://www.artribune.com/wp-content/uploads/2017/04/Henry-Moore-Studios-Gardens.jpg)
Henry Moore Studios & Gardens
L’IMMENSO ARCHIVIO E LA VISTA SUI GIARDINI
“Il progetto del centro visitatori è stato sviluppato per rafforzare la relazione del visitatore con le sculture e il paesaggio”, hanno spiegato gli architetti di Broughton. “Da qui deriva la dimensione delle vetrate e il modo in cui i giardini procedono verso l’alto“: così, dal pavimento al soffitto le finestre della caffetteria si spalancano su 70 acri di terra, favorendo un vero e proprio sfondamento ottico, dal teatro lussureggiante del parco e delle campagne intorno, verso gli accoglienti ambienti residenziali. A dominare è l’acciaio ossidato per gli esterni e il castagno dolce per i rivestimenti interni. Anche in questo caso un modo per inseguire una relazione il più possibile armonica tra architettura e contesto naturale. L’approccio è dichiaratamente modernista, con “una rigorosa disposizione delle colonne, i tetti piani e i cornicioni sporgenti”, in linea con le costruzioni dell’epoca.
![Henry Moore in te Sheep Field, c.1977, whit Sheep Piece, ph. Errol Jackson, courtesy Henry Moore Foundation](http://www.artribune.com/wp-content/uploads/2017/04/Henry-Moore-in-te-Sheep-Field-c.1977-whit-Sheep-Piece-ph.-Errol-Jackson-courtesy-Henry-Moore-Foundation.jpg)
Henry Moore in te Sheep Field, c.1977, whit Sheep Piece, ph. Errol Jackson, courtesy Henry Moore Foundation
Trasferito qui, in un’altra struttura allestita ad hoc, l’intero archivio Henry Moore, con i suoi 750.000 oggetti tra lettere, libri, stampe fotografiche, negativi, film. L’edificio, già pre-esistente, è stato totalmente ristrutturato, ampliato e adeguato alla nuova funzione, secondo gli standard normativi nazionali per la conservazione di materiali storici. All’interno si trova una sala lettura in legno di quercia, sei camere climatizzare e un ulteriore spazio per la digitalizzazione e l’archiviazione.
Il complesso viene aperto ogni estate: oltre a godersi gli splendidi giardini – creati e curati a suo tempo da Irina Moore, moglie dell’artista – il pubblico può farsi un giro negli studi e tra le stanze di casa Moore, da adesso con una serie di servizi in più e con la possibilità di visitare gli immensi archivi, finalmente riuniti in un unico luogo, riorganizzati e consultabili su richiesta.
– Helga Marsala
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