A Milano apre Interface HUB/Art. Un nuovo spazio tra smartworking e contaminazioni
Apre a Milano un nuovo spazio dedicato all’arte: Interface HUB/Art un nuovo progetto a due passi dalla Fondazione Prada di Rem Koolhaas. Tra pittura e architettura, in un edificio ispirato al De Stijl di Theo van Doesburg.
Buone e cattive notizie nella Milano dell’arte e della cultura: chiude la sede italiana della galleria britannica Lisson Gallery, come già raccontato ampiamente da Artribune; si espande la Fondazione Prada con l’Osservatorio in Galleria Vittorio Emanuele. Apre, infine un nuovo spazio espositivo, a poca distanza dalla sede della Fondazione disegnata da Rem Koolhaas in Largo Isarco.
SMARTWORKING OGGI E DOMANI
Pensato come spazio versatile per mostre, workshop, ed eventi innovativi, Interface HUB/Art è un progetto no profit, ospitato nella sede di una società del settore della manutenzione immobiliare, l’Interface Facility Management S.r.l. Lo spazio è provvisto di una galleria audace, avvolta da pareti bianche e rosso fiammante. L’edificio – creato nel 2009 da Attilio Terragni per conto della famiglia Stoppani, precedente proprietaria e alla guida della celebre gastronomia milanese Peck – dispone, inoltre, di spazi dedicati allo smartworking, pensati per incoraggiare la ricerca multidisciplinare.
TAGLI NETTI: OMAGGIO ALLE AVANGUARDIE
La prima mostra di Interface HUB/Art è a firma di Attilio Terragni, architetto e artista. Nipote del celebre architetto razionalista Giuseppe Terragni, autore della famosa Casa del Fascio di Como, con Riverrun, questo il titolo, riflette su formalismo in pittura e architettura: due volti complementari di un’unica ricerca, rivolta allo spazio e alla sua negazione. “Osservando le sue opere, ciò che salta subito agli occhi è la corsa delle linee, che diventano in alcuni casi veri e propri tagli, interruzioni delle superfici. In architettura come in pittura. L’architettura, come i dipinti di Attilio Terragni, stabiliscono un parallelo immediato con il Finnegans Wake di Joyce, proprio relativamente alla decostruzione e ricostruzione del linguaggio basato sulle infinite combinazioni e metamorfosi, come per restituire la corale ciclicità della vita”, spiega la curatrice Elisabetta Longari.
Le pareti esterne dell’edificio – segnate da tagli di luce, che influenzano drammaticamente l’illuminazione degli interni – si riflettono nella ricerca pittorica dell’autore. Ancora una volta, dunque, Milano punta sulla contaminazione, omaggiando le avanguardie internazionali e nazionali: una partita tutta da giocare.
Riverrun – Attilio Terragni
A cura di Elisabetta Longari
Interface HUB/Art, Via Privata Passo Pordoi 7, Milano
Dal 23 giugno al 15 settembre
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati