Cognac: con il Pavillon Martell SelgasCano debutta in Francia dopo il Serpentine Pavilion a Londra
Esordio in terra francese per lo studio di architetti spagnoli: dopo il Serpentine Pavilion di Londra del 2015, il tema dei riflessi cangianti e della trasparenza viene declinato in una nuova struttura temporanea.
Occupa i 2.350 metri quadrati del cortile nel retro della Fondation d’Entreprise Martell, a Cognac, il primo intervento di SelgasCano in Francia. Aperto fino al 30 giugno 2018, il Pavillon Martell è il luogo deputato ad accogliere il programma di attività culturali che anticipa la mission della Fondazione stessa; artisti e designer internazionali saranno coinvolti nelle iniziative promosse.
LEGGEREZZA ISPIRATA AL GIAPPONE
Per questa committenza, gli architetti José Selgas e Lucía Cano – in team dal 1998 e autori anche del nuovo co-working Second Home Lisboa, nella capitale portoghese – hanno scelto di ricorrere a un unico materiale, in grado di assicurare leggerezza – tema ricorrente nel loro linguaggio -, facilità di trasporto e montaggio, accessibilità. La scelta è ricaduta su una soluzione, robusta e impermeabile, sviluppata e prodotta dall’azienda francese Onduline: realizzata in poliestere e in fibra di vetro, “per il suo aspetto e la sottigliezza ci ha ricordato la tradizionale carta di riso giapponese”, hanno precisato i due progettisti.
L’ESPERIENZA ALLA SERPENTINE GALLERY
A partire da un telaio strutturale in metallo, tale materiale è stato posato sul cortile pavimentato della Fondazione, dando così vita a un articolato paesaggio di forme organiche, con continue variazioni di altezza. “La natura deve prevalere sull’architettura”, ha affermato il duo che, come già avvenuto nel chiacchieratissimo Serpentine Pavilion londinese del 2015, anche questa volta ha puntato ad affiancare l’esperienza di scoperta dello spazio con giochi di luce, riflessi mutevoli ed effetti cangianti. Fissati alla struttura portante mediante cinghie, i sedili gonfiabili di colore giallo permettono di concedersi una sosta durante l’attraversamento di questo “labirinto temporaneo”; inoltre vengono impiegati anche durante laboratori ed eventi. Quando il Pavillon Martell sarà smontato, i suoi materiali saranno messi a disposizione dei progettisti incaricati dell’intervento successivo, secondo una logica espressa dalla Fondazione. Il legno delle pedane del progetto di SelgaScano, a sua volta, è già stato impiegato in Par natura di Vincent Lamouroux, l’installazione realizzata nel recente passato in questo luogo. “Poiché questo sarà il padiglione inaugurale, le nostre decisioni e direttive avranno un impatto anche sui progetti successivi”, hanno aggiunto José Selgas e Lucía Cano. “Ci è stata data una grande tela vuota e abbiamo voluto occupare l’intero sito con il nostro progetto, nella speranza di ispirare futuri artisti, architetti e designer”.
– Valentina Silvestrini
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati