Architettura. Singapore mon amour

Nonostante le dimensioni contenute, Singapore è una città ad altissima concentrazione di architetture. Ecco una panoramica.

Città stato, con una superficie totale di meno di 750 kmq e una popolazione di 5,5 milioni di abitanti, Singapore è un’enclave economicamente rilevante. Negli ultimi anni sta puntando tutto sulla sua rigenerazione urbana, guidata da importanti realizzazioni di architettura contemporanea. Scenografia perfetta per sperimentazioni plastiche e nomi altisonanti dell’establishment architettonico, Singapore deve fare quotidianamente i conti con due importanti limitazioni urbane: lo spazio e il numero di abitanti.
Malgrado queste sfide, si racconta attraverso i suoi edifici, in bilico tra passato, presente e futuro. Quattro sono i principali blocchi tematici su cui sta investendo: infrastrutture, edifici di lusso, università e spazi verdi. Nel primo ambito vanno citati il pedonale Helix Bridge, anche detto Ponte DNA, di Ove Arup + COX Architecture, l’ampliamento del Changi Airport – con una biosfera di 134mila mq, a cura di Moshe Safdie – e l’High-Speed Rail Terminal, di Farrells + AECOM, nuovo snodo ferroviario di collegamento con Kuala Lumpur pronto nel 2026. Per la categoria lusso, moltissimi gli investimenti immobiliari, in diretto contatto con lo sviluppo urbano della baia e del Jurong Lake District, considerato “il distretto del futuro”.

DPA + Michael Wilford & Partners, Esplanade, Singapore

DPA + Michael Wilford & Partners, Esplanade, Singapore

EDIFICI E GIARDINI

Tra questi, oltre al noto Marina Bay Sands e l’Art Science Museum – entrambi opera proprio di Safdie, l’architetto israeliano naturalizzato canadese noto per l’opera Habitat 67 a Montréal, che quest’anno celebra il 50esimo anniversario –, la concert hall Esplanade, progettata da DPA + Michael Wilford & Partners e già soprannominata Durian, dalla forma di un frutto tipico del sud est asiatico, il complesso residenziale The Interlace, ideato da OMA + Ole Scheeren e vincitore del World Building of the Year 2015, i sette grattacieli del complesso D’Leedon di Zaha Hadid Architects e le nuove torri di Beach Road. Queste, su progetto di Norman Foster, ospitano un albergo dove il design delle stanze è stato curato da Philippe Stark.
Molto, inoltre, si sta facendo anche sul fronte learning, come dimostra la School of Design and Environment, di Serie + Multiply Architects, un edificio in costruzione a impatto zero, e il Campus per la Singapore University of Technology di Unstudio + DP Architects, un massiccio complesso a elevata performance energetica. Infine, per sottolineare ulteriormente la sua reputazione di Garden City, non si può non parlare degli spettacolari Gardens by the Bay, delle cupole geodetiche e dei Supertrees. Un’esperienza botanica (e architettonica) decisamente da provare!

Giulia Mura

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #39

Abbonati ad Artribune Magazine
Acquista la tua 
inserzione sul prossimo Artribune

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Giulia Mura

Giulia Mura

Architetto specializzato in museografia ed allestimenti, classe 1983, da anni collabora con il critico Luigi Prestinenza Puglisi presso il laboratorio creativo PresS/Tfactory_AIAC (Associazione Italiana di Architettura e Critica) e la galleria romana Interno14. Assistente universitaria, curatrice e consulente museografica, con…

Scopri di più