Norcia, Stefano Boeri indagato per il centro polivalente finanziato da “Un aiuto subito”
Ha del clamoroso la vicenda del sequestro della struttura progettata a titolo gratuito dall'architetto milanese e realizzata con i fondi della raccolta promossa da Tg La 7 e Corriere della Sera.
“Vergogna: la procura di Spoleto sequestra la struttura di Norcia donata da Tgla7-Corriere e Boeri”: questo il titolo scelto dal Direttore Enrico Mentana, nell’edizione delle 20 del TgLa7, a commento dell’avviso che ha raggiunto il sindaco della città umbra, Nicola Alemanno, e l’architetto milanese neo Presidente della Fondazione La Triennale di Milano. A entrambi la Procura di Spoleto contesta le modalità con cui sarebbe avvenuta la realizzazione del centro polivalente finanziato con i proventi della raccolta Un Aiuto Subito – Corriere della Sera e TG La7 – dopo più di un milione di euro – e su progetto dello studio Stefano Boeri Architetti, coinvolto a titolo gratuito nell’operazione. Inaugurato nel giugno scorso, dopo la camminata “Nel Cratere. Un LABoratorio per la Ricostruzione” – una passeggiata alla presenza degli Ordini degli Architetti, finalizzata alla valutazione degli interventi per riqualificare il territorio – il padiglione era destinato alla rivitalizzazione del territorio nursino, messo a dura prova dal sisma del Centro Italia dell’agosto 2016.
IL PROGETTO DI STEFANO BOERI ARCHITETTI
Concepito come provvisorio e smontabile, il centro era stato messo a punto per dotare la popolazione residente e la Protezione Civile di “spazi collettivi temporanei in attesa della ricostruzione integrale degli edifici pubblici danneggiati dal sisma”; la direzione lavori era stata affidata allo stesso Stefano Boeri. Contraddistinta dall’andamento sinuoso della copertura a falde, l’opera di 450 metri quadrati era stata resa possibile anche grazie al contributo della Filiera del Legno Friulana: “La forma e l’orientamento di ciascun padiglione genererà relazioni e prospettive nuove sul paesaggio circostante, caratterizzato dalle “marcite” a sud e dal centro storico denso e compatto della città “dentro le mura” a nord”, precisava la nota diffusa in occasione dell’inaugurazione, avvenuta alla presenza dell’allora Commissario Straordinario per la Ricostruzione Vasco Errani e, naturalmente, del suo consulente per l’Urbanistica Stefano Boeri.
LA QUESTIONE DELLA PROVVISORIETÀ E IL SEQUESTRO
Secondo la Procura della città umbra, tuttavia, la struttura sarebbe stata costruita “in assenza del necessario permesso e dell’autorizzazione paesaggistica“, in un’area sottoposta a tutela paesaggistica poiché situata all’interno del Parco dei Monti Sibillini e sito di interesse comunitario. Inoltre, sempre stando a quanto evidenziato dalla Procura, l’opera sarebbe definitiva e non provvisoria, “in deroga alla normativa per la gestione dell’emergenza post terremoto”. È stata quindi predisposta la procedura di sequestro, che limita con effetto immediato la concreta possibilità di utilizzo della struttura stessa. Si tratta dell’unico centro di aggregazione della città, qui si riunisce la cittadinanza così come il consiglio comunale. Già è discutibile che in alcuni contesti non si possa costruire nulla se non temporaneo (se così si fosse ragionato in passato l’Italia non avrebbe nulla del suo patrimonio architettonico antico), ma sequestrare con effetto immediato un manufatto pubblico additando come permanente ciò che invece permanente non è odora davvero di surreale. La magistratura italiana, così disattenta sui veri abusi edilizi e sulle costruzioni di scarsa qualità che si sono trasformate in sacrifici umani proprio durante i terremoti, ha così dimostrato totale zelo nei confronti di edifici costruiti sull’onda dell’emergenza e sulle ali della solidarietà. Un atteggiamento che fa cadere le braccia e che rischia di dare ragione a chi esclama “in questo paese non si può fare nulla”.
I COMMENTI A CALDO DEI PROTAGONISTI
Netta la presa di posizione di alcuni dei protagonisti della vicenda. L’architetto Boeri, intervistato proprio dal telegiornale di Mentana, si è espresso nei termini di un “gigantesco equivoco”, oltre a sottolineare il carattere assolutamente temporaneo del Centro. “Noi abbiamo realizzato un’opera, in seguito a un’ordinanza del Commissario Straordinario e un’ordinanza del Sindaco che permettevano di costruire in condizione di emergenza, in aree anche non edificabili, strutture temporanee, quindi removibili. – Ha dichiarato il progettista – Questo è quello che è stato fatto. Che ci fosse l’emergenza mi pare indiscutibile, che sia una struttura temporanea mi pare indiscutibile. Non capisco dove stia la questione”. Profonda, infine, l’indignazione del direttore del Tg La7: “Ne va della reputazione della nostra credibilità e anche dei vostri soldi”, ha sottolineato chiudendo non senza irritazione l’edizione delle 20.
– Valentina Silvestrini
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