Rinasce la Manifattura Tabacchi di Firenze. Porte aperte a tutti in un’unica data a giugno
Affidato allo studio olandese Concrete Architectural Associates, il masterplan prevede la riqualificazione del complesso industriale chiuso dal marzo 2001: diventerà un “polo di aggregazione alternativo”. Nell’autunno 2019, Polimoda aprirà qui la sua terza sede
Sarà una piazza coperta il centro nevralgico della nuova Manifattura Tabacchi di Firenze, il complesso incluso tra i simboli dell’architettura razionalista italiana, pronto a rinascere attraverso l’intervento di riqualificazione finanziato dalla joint venture tra la società immobiliare del Gruppo Cassa depositi e prestiti e il fondo di investimento PW Real Estate III LP, che fa capo a Aermont, al proprio debutto italiano. La società di project management MTDM Manifattura Tabacchi Development Management Srl, sorta ad hoc, si occuperà dell’intero processo per il quale nei giorni scorsi è stato annunciato un investimento di circa 200 milioni di euro. Il programma funzionale che porterà alla riattivazione dei sedici edifici della fabbrica dismessa è vario e sarà realizzato circoscrivendo le demolizioni a quella “minima parte di edifici di minor valore architettonico”. I progettisti dello studio di Amsterdam Concrete Architectural Associates, incaricati del masterplan, hanno fissato nella nascita di una piazza interna il punto di avvio dell’intervento, prendendo come modello di ispirazione il ruolo cardine svolto da quest’ultima per secoli nelle città italiana. Dotata di copertura in vetro, la piazza accoglierà la “food hall”: su tre lati sarà infatti circondata da caffè e luoghi di ristoro, ai quali si sommeranno negozi di moda, botteghe artigiane e aree per eventi temporanei e mostre. Spazi di co-working saranno ricavati nel mezzanino dell’edificio centrale, con affaccio sulla piazza.
UN INVESTIMENTO DI QUASI 200 MILIONI DI EURO
Tale “centro” sarà l’anima di un vero e proprio quartiere, nel quale le strutture esistenti saranno riconvertite per ospitare, tra gli altri spazi, una sede del Polimoda, una piccola birreria, un albergo in stile post-industriale con piscina e giardino, uno studentato, residenze, appartamenti, un teatro e un cinema all’aperto. Proprio con l’edificio per il Polimoda, atteso entro il 2019, prenderanno il via i lavori, organizzati in fasi programmate che procederanno di pari passo con l’assegnazione dei volumi. La Manifattura dovrebbe quindi diventare una “cittadella per i produttori e innovatori di domani” e in tale veste intende rivolgersi a una pluralità di potenziali utenti futuri: in primis artisti, artigiani e apprendisti che, anche dall’estero, continuano a scegliere Firenze affascinati dalla sua longeva tradizione artigianale. La programmazione strategica annunciata e il mix di iniziative che dovrebbero essere ospitate nell’ex complesso garantirebbe una frequentazione continua, tutto l’anno. L’obiettivo dichiarato è infatti porre le basi per lo sviluppo di “uno spazio ‘poroso’ aperto al pubblico, senza muri e cancelli, facile da raggiungere e da attraversare grazie allo sviluppo della linea tranviaria e alla mobilità alternativa dei percorsi ciclo-pedonali. (…) Gli edifici recuperati di volta in volta, non rimarranno mai inutilizzati: usi temporanei, anche attraverso un fitto calendario di avvenimenti, permetteranno di renderli fruibili in attesa della loro destinazione finale.”
UNA STORIA LUNGA 70 ANNI
Con una superficie di circa 100.000 mq – e una cubatura di 410.000 mc – la Manifattura Tabacchi di Firenze fu realizzata tra il 1933 e il 1940. La costruzione venne affidata all’impresa della quale era titolare Pier Luigi Nervi, circostanza che unita all’impronta architettonica del complesso ha da sempre alimentato la convinzione di un diretto contributo del noto ingegnere – autore, proprio nel capoluogo toscano, dello stadio comunale -, accanto al ruolo ufficiale dei tecnici del Monopolio. All’epoca dell’edificazione nell’impianto operavano oltre 1.400 addetti, distribuiti a seconda dei ruoli nelle tre principali aree; il complesso comprendeva, tra gli altri spazi, anche le “sale di maternità per le maestranze femminili”, allestite nel grande corpo curvilineo su via delle Cascine. In tempi più recenti, nel 1999, l’Ente Tabacchi Italiani è divenuto proprietario dell’immobile, decidendo in seguito per la sua dismissione; il 16 marzo 2001 la manifattura ha concluso le proprie attività. Nel biennio 2011/2012, l’ex area industriale era tornata sotto i riflettori con un primo tentativo – poi naufragato in seguito a difficoltà di tipo economico – di riqualificazione e parziale trasformazione. Il progetto di recupero, curato all’epoca dallo studio 5+1AA, prevedeva la combinazione di “funzioni direzionali private e funzioni abitative”. Per quanti volessero varcarne la soglia, la Manifattura sarà eccezionalmente visitabile il 23 giugno prossimo: l’apertura al pubblico consentirà di apprendere, direttamente in loco, dettagli sul masterplan di Concrete Architectural Associates e la storia del sito.
LE DICHIARAZIONI
“Firenze si riappropria di una parte importante del suo territorio”, ha dichiarato il Sindaco Dario Nardella, sottolineando che “un luogo simbolico della città rinasce nel rispetto del contesto ma completamente nuovo per funzioni e proposte, con uno spirito aperto al mondo e in grado di intercettare le sfide del futuro.” Il Gruppo Casse Depositi e Prestito, attraverso l’Amministratore delegato della divisione immobiliare Salvatore Sardo ha collocato “il masterplan della Manifattura Tabacchi nel quale complessivo delle azioni in corso, considerandolo come “una delle più importanti operazioni di rigenerazione urbana che vedono impegnato il Gruppo CDP. (…) La collaborazione pubblico-privato è il nostro modo di operare e intendiamo replicarla in altre città su cui stiamo già lavorando, come Roma, Torino e Napoli”. Infine, Giovanni Manfredi, Managing Director Aermont per l’Italia, ha ripercorso l’iter che ha preceduto la presentazione del masterplan, indicando lo stesso come il “risultato di un processo di ascolto durato oltre un anno, perché un intervento di così vaste dimensioni deve essere pensato insieme alla città. Pensiamo a un nuovo centro contemporaneo che sia complementare allo straordinario centro storico della città e capace di conferire a Firenze una nuova dimensione internazionale. Il tutto conservando il fascino e la storia degli edifici esistenti”.
-Valentina Silvestrini
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