Biennale di Architettura 2018: il Padiglione del Portogallo è Opera Aperta
Alla 16. Biennale di Architettura, il padiglione portoghese torna a far parlare di sé. In un contesto molto diverso dal cantiere aperto di Álvaro Siza alla Giudecca, del 2016, il tema sociale si riconferma nodale per il Paese, prossimo a ospitare la Triennale di Architettura.
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Nei ricchi appartamenti del piano nobile di Palazzo Giustinian Lolin, sede della Fondazione Ugo e Olga Levi, Nuno Brandão Costa e Sérgio Mah hanno risposto al tema Freespace, proposto dagli architetti Yvonne Farrell e Shelley McNamara, con Public Without Retoric, una rassegna che, in 12 opere realizzate dal 2007 ad oggi, mira a supportare l’ingente, ed attualissima, necessità che l’architettura ha di esprimere la sua missione pubblica. I progettisti selezionati dai curatori sono, volutamente, transgenerazionali, dalla classe 1930 a quella del 1980, e le opere presentate sono state realizzate tra Portogallo, Italia e Francia. L’ordine di presentazione dei progetti non segue alcuna cronologia; le strutture di esposizione, frames metallici, fluttuano nel lungo corridoio, anticipati all’ingresso da una video installazione che racconta, nelle sequenze create da 4 artisti portoghesi, lo stato attuale delle opere, il loro vissuto sino ad oggi e la loro integrazione nel tessuto sociale che le ospita. Ogni opera viene descritta con un modello volumetrico, un disegno esecutivo ed una sequenza di fotografie.
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Hangar Centro Nautico Marcio Oliveira
IN MOSTRA ANCHE LA METROPOLITANA DI NAPOLI DI SIZA
Dalle Azzorre arrivano i progetti di João Mendes Ribeiro e Menos é Mais (Cristina Guedes e Francisco Vieira de Campos), con Arquipélaho – Centro di Arti Contemporanee, a São Miguel; Inês Lobo, con la Biblioteca Pubblica e Archivio Municipale ad Angra do Heroísmo; di SAMI (Inês Vieira da Silva e Miguel Vieira), con il Gruta das Torres Visitor Center, a Pico Miguel Figueira è presente con l’Hangar Centro Nautico, a Montemor-o-Velho; Serôdio Furtado Associados (Isabel Furtado e João Pedro Serôdio) con I3S, Istituto di Innovazione e Ricerca sulla Salute, a Porto. Di Siza, protagonista nel 2016 di Neighbourhood – Where Alvaro meets Aldo viene esposto il progetto della Metropolitana di Napoli, sviluppato con Eduardo Souto de Moura e Tiago Figueiredo. E ancora, i Moli sul fiume Douro a Porto di Carlos Prata; l’Olivier Debré Contemporary Art Centre, a Tours, in Francia, di Aires Mateus e associados (Manuel Mateus e Francisco Mateus); i Padiglioni temporanei per Incertezza Viva: un’esposizione dopo la 32° Biennale di San Paolo alla Fondazione Serralves, Porto, di depA (Carlos Azevedo, João Crisóstomo e Luís Sobral). In mostra anche Diogo Aguiar Studio con FAHR 021.3 (FilipaFróis Almeida e Hugo Reis), Fala Atelier (Ana Luísa Soares, Filipe Magalhães e Ahmed Belkhodja) e Ottotto (Teresa Otto); i Padiglioni per il Parco Urbano di Albarquel, a Setúbal, di Ricardo Bak Gordon. Da Lisbona arrivano il Teatro Thalia di Gonçalo Byrne e Barbas Lopes Arquitectos (Diogo Seixas Lopes e Patrícia Barbas ed, infine, il Terminal Crociere di João Luís Carrilho da Graça.
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La Metropolitana di Napoli
VERSO LA TRIENNALE DI ARCHITETTURA DI LISBONA
Il Portogallo a Venezia, nella numerosa serie di eventi collegati alla sua partecipazione, ha trovato spazio per presentare, il 23 maggio, la prossima edizione della Triennale di Architettura di Lisbona. In programma dal 3 ottobre al 2 dicembre 2019, indagherà l’ambizioso tema The Poetics of Reason, ovvero l’importanza della soggettività dell’architetto che permea il pragmatismo della pratica progettuale, elevandone la ragione d’essere a poetica. Tra i curatori anche lo studio milanese Piovenefabi.
-Flavia Chiavaroli
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