Milano Arch Week: una riflessione dal Libano alla Triennale con le foto di Perna e Innab
Promossa in collaborazione con la Fondazione Merz di Torino, la mostra Relics of Now riunisce opere dell’architetto, urbanista e artista palestinese Saba Innab e del fotografo italiano Armando Perna. Alla Triennale di Milano, fino al 27 maggio
Nei prossimi anni le grandi migrazioni che attraversano il mondo contemporaneo sembrano destinate, più che ad arrestarsi, a moltiplicarsi e incrociare i propri flussi secondo traiettorie difficilmente prevedibili. Così, mentre la cronaca è impegnata a segnalarne le emergenze e l’attualità, la teoria e la pratica architettonica s’interrogano su come i propri strumenti possano aiutare a interpretare e supportare tale fenomeno. Temporaneo, instabile, fragile, nomade: sono aggettivi che ricorrono nel linguaggio architettonico contemporaneo e condizioni sulle quali si concentrano un numero sempre maggiore di ricerche e progetti espositivi. In questo filone s’inserisce anche Relics of Now, la mostra curata da Emilia Giorgi con il supporto della Fondazione Merz di Torino che, dopo una preview in occasione dello scorso Salone del Libro, arriva alla Triennale di Milano in concomitanza con Milano Arch Week 2018. Non si tratta di mostra di architettura in senso stretto, ma lo spazio urbano e i suoi abitanti ne sono i protagonisti.
UN INCONTRO TRA DUE AUTORI MILITANTI
Giorgi sceglie di mettere a confronto le opere di due artisti di provenienza, formazione e specializzazione diversa: da un lato l’architetto, urbanista e artista palestinese Saba Innab, che presenta il progetto Momentary Foundations, una composizione di disegni, fotografie d’archivio e testi; dall’altro il fotografo italiano Armando Perna, di cui seleziona gli scatti della serie Shatila. The Twilight World. Il tema e filo conduttore che li lega è la condizione contemporanea del popolo palestinese, nel suo perenne stato di esilio, tanto all’interno della sua patria instabile quanto al di fuori dei suoi confini. Ma è soprattutto una visione condivisa del proprio ruolo in quanto artisti ad accomunare Innab e Perna. Come sottolinea Giorgi: “Sono entrambi autori militanti, che utilizzano la propria ricerca come pratica di responsabilità, esplorando temi e contesti estremamente complessi dal punto di vista politico e sociale”.
PER UNA VISIONE INEDITA DELLA CAPITALE LIBANESE
“La ricerca di Innab” spiega la curatrice “è incentrata sullo studio degli insediamenti palestinesi, nati come temporanei e divenuti nei decenni permanenti, e sul senso di progettare e costruire edifici e intere parti di città in questo stato di perenne sospensione. Armando Perna, invece, da alcuni anni si concentra sull’indagine, attraverso l’obiettivo fotografico, della periferia meridionale di Beirut, Dahiye. Di questo ampio lavoro ho scelto la parte dedicata al campo palestinese di Shatila, che Perna investiga da diversi punti di vista”. L’opera di Innab, a cavallo tra pratica progettuale e arte, riflette sulle possibili accezioni che assume il senso di appartenenza, e sui rapporti difficili tra costruzione nel tempo e costruzione dello spazio, che s’instaurano nel paradossale contesto della Palestina. E palestinesi espatriati sono protagonisti di alcuni intensi scatti in interno di Perna a Beirut, che si combinano in mostra con le viste dall’altro del quartiere denso, “profondo”, fragile, di Shatila. A questo proposito, vale la pena di sottolineare che si tratta di una visione certamente inedita della capitale libanese, la cui immagine è da tempo polarizzata su due estremi contrapposti: da un lato, le fotografie ormai d’epoca, scattate da Basilico ed altri, delle devastazioni della guerra civile; dall’altro, le vedute dello skyline contemporaneo brulicante di nuove costruzioni.
ESALTANDO LA RELAZIONE TRA DUE APPROCCI DISTINTI
Con Relics of Now, Giorgi conferma la sua predilezione per progetti che incrociano esperienze e competenze diverse: “Ho sempre avuto un approccio interdisciplinare alla curatela. Partendo dall’arte contemporanea, mi sono avvicinata progressivamente all’architettura. Negli ultimi anni, poi, ho sviluppato una particolare attenzione per la fotografia, che mi interessa proprio come strumento di indagine sull’architettura, lo spazio urbano e il paesaggio. In questa occasione ho voluto esaltare la relazione tra i due approcci, creando una connessione libera tra il lavoro Innab e quello di Perna. Con questa mostra non ho intenzione di stabilire una relazione letterale tra i due autori, bensì di evocare un dialogo, delle connessioni e dei rimandi sulla base dei temi a loro comuni, stimolando il visitatore a costruire narrazioni proprie”.
– Alessandro Benetti
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