Una mostra a cura degli studenti della Sapienza di Roma racconta la storia quartiere San Lorenzo
Con l’intento di superare la sbiadita retorica dei tanti monumenti ai caduti, gli studenti di architettura di un ateneo capitolino hanno realizzato un memoriale diffuso a San Lorenzo. Settantacinque anni dopo i bombardamenti che hanno distrutto il quartiere
San Lorenzo ha cambiato pelle: oggi è uno dei poli della movida capitolina (anche troppo). Le nuove generazioni non sanno, non ricordano, hanno perso lo scenario collettivo e la memoria storica. Eppure si tratta di un quartiere ferito, che, a distanza di 75 anni, porta ancora addosso i segni della violenza del secondo conflitto mondiale. Molte le tracce ancora visibili nei fabbricati esistenti, alcuni dei quali sventrati, mutilati, mentre i nuovi palazzi sorgono sulle macerie, usate come terrapieni. Lo spazio pubblico è quindi un insieme di stratificazioni, di corpi, di ricordi, di narrazioni individuali, ma, da solo, non sempre è capace di parlare. Ecco perché il tema dell’Atelier di Exhibit Design tenuto dai professori Cecilia Cecchini e Maurizio Di Puolo, nell’ambito della Laurea Magistrale in Design, Comunicazione Visiva e Multimediale della Facoltà di Architettura della “Sapienza” Università di Roma, si è voluto focalizzare su questo luogo e sulla sua storia. La mostra conseguente, 1943-2018 Memoria e spazio pubblico. 12 progetti per ricordare il bombardamento di San Lorenzo alla Casa della Memoria e della Storia di Roma, ha come obiettivo tenere vivo il ricordo di questi tragici avvenimenti. Inserita nel circuito di Open House Rome, l’esposizione raccoglie il lavoro di ricerca realizzato dagli studenti: 12 progetti per ricordare il bombardamento. I ragazzi hanno progettato, con un approccio interdisciplinare che coinvolge comunicazione multimediale, architettura e grafica, un memoriale diffuso per San Lorenzo, in grado di andare oltre la sbiadita retorica dei monumenti ai caduti. In fondo, come ha affermato Maurizio Di Puolo: “Roma è una serie complessa di fatti storici che meritano tutti di essere ricordati”.
– Giulia Mura
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