Verso il nuovo visitor center della Tour Eiffel: resa nota la shortlist degli studi in lizza
Già progettista del MAAT di Lisbona, lo studio inglese Amanda Levete Architects è nella rosa dei finalisti di “Grand Site Tour Eiffel: découvrir, approcher, visiter”, uno dei più attesi concorsi di architettura indetto nella capitale francese
Parigi guarda già alle Olimpiadi del 2024. È questo infatti l’orizzonte di riferimento per la conclusione dell’ambizioso programma di rinnovamento della Tour Eiffel. La capitale francese continua a investire sul suo simbolo più celebrato: 300 milioni da spendere in cinque anni, a partire dal 2019, data prevista per l’inizio dei lavori. Ma la rénovation non riguarda solo il perimetro limitatissimo compreso tra i 4 piloni, anzi: l’obiettivo è il ripensamento complessivo di tutto l’ampio sistema di spazi pubblici, in gran parte verdi, che si estendono sui due lati della Senna, dalle terrazze del Palais du Trocadéro fino all’Ecole Militaire, lambendo anche il Musée du Quai Branly. Un’area di ben 54 ettari per la quale sono stati stanziati 40 milioni di euro. È questo il tema del concorso internazionale lanciato lo scorso gennaio dalla Ville de Paris con la SETE – la Société d’exploitation de la Tour Eiffel, che gestisce la torre – significativamente intitolato Grand Site Tour Eiffel: découvrir, approcher, visiter (Il Grande Sito della Tour Eiffel: scoprire; avvicinarsi; visitare).
DIECI MESI DI LAVORO CON LA SINDACA ANNE HIDALGO
I risultati della competizione sono stati resi noti lo scorso 4 maggio. Quattro team hanno superato la prima fase di selezione: due guidati da studi di architettura – Amanda Levete Architects con GROSS.MAX, e KOZ architectes con Atelier Roberta– e altrettanti da paesaggisti – Agence TER, con Carlo Ratti Associati, e Gustafson Porter + Bauman. Si confronteranno con un perimetro di progetto complesso, che include spazi verdi “intoccabili” perché classificati come patrimonio storico, una collezione di padiglioni inutilizzati di cui reinventare la funzione e una circolazione automobilistica invadente di cui ridimensionare l’impatto. Come ha dichiarato al quotidiano francese Le Monde Jean-Louis Missika, responsabile del settore urbanistica per il comune di Parigi, la scala dell’intervento è stata determinata dal fatto che la Tour Eiffel è un monumento da ammirare da lontano, oltre che da visitare: “La prodezza architettonica esiste già. Non si tratta di reinventare la torre, ma di esaltarne le qualità, riconnettendola con il suo ambiente”. Per un periodo di dieci mesi, i team selezionati lavoreranno, con il coordinamento della prima cittadina di Parigi, Anne Hidalgo, alla piena definizione dei rispettivi progetti.
– Alessandro Benetti
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