Architettura. Il fermento di Bogotà
La città sudamericana è una delle più vivaci dal punto di vista della disciplina architettonica. Una panoramica su progetti e protagonisti.
Otto milioni di abitanti, venti quartieri, 2.640 metri di altitudine sopra il livello del mare (terza capitale, dopo La Paz e Quito, in questa speciale classifica), Bogotà sta negli ultimi anni vivendo una fase di crescita promettente ed esponenziale. Merito anche dell’architettura contemporanea e delle nuove firme, come Plan:b arquitectos, Yemail Arquitectura, Manuel Villa arquitectos, Connatural, Estudio Transversal e CtrlG arquitectos.
La città sudamericana possiede alcune caratteristiche geografiche e paesaggistiche che la rendono un luogo idoneo per la proliferazione di una certa idea di bellezza. Tra tutte, la sua posizione, racchiusa tra le Ande, e il suo essere racconto di un florido passato coloniale, la cui architettura è ancor oggi visibile nel coloratissimo Barrio de La Candelaria. Possiede inoltre tante gallerie e poli museali – dal Museo Botero al Museo dell’Oro – e ArtBo, fiera annuale d’arte contemporanea in rapida ascesa (la prossima edizione è in programma dal 25 al 28 ottobre).
Dotata di una spiccata vivacità culturale, Bogotà ha recentemente ospitato, ad esempio, il forum multidisciplinare Architetture Viventi, incontro aperto fra i più riconosciuti esponenti del settore, colombiani e italiani – tra cui Azzurra Muzzonigro dello studio Stefano Boeri Architetti – su architettura sostenibile e biodiversità, organizzato dall’Ambasciata Italiana e dall’Istituto Italiano di Cultura, in collaborazione con l’Universidad Nacional de Colombia e la Pontificia Universidad Javeriana.
ARCHITETTURE URBANE
Fra le ultime realizzazioni urbane, spicca l’Hospital Universitario de la Fundación Santa Fe, a opera di El Equipo Mazzanti, lo studio colombiano – forse il più noto a livello internazionale – diretto da Giancarlo Mazzanti. Un team con oltre venticinque anni di esperienza caratterizzato da un approccio al lavoro aperto, collaborativo, multidisciplinare e non gerarchico, che si propone di contribuire alla trasformazione sociale elaborando una ricerca contestuale dettagliata e coinvolgendo gli attori locali in tutti i suoi processi di progettazione. L’ospedale – un enorme cubo rialzato che fa della texture di facciata in mattoni la sua cifra stilistica – è il progetto vincitore di una competiton per l’ampliamento e la razionalizzazione dei flussi di un complesso ospedaliero degli Anni Settanta, in cui lo studio di architettura ha cercato di stabilire nuove relazioni che permettano di migliorare le condizioni di comfort dei degenti.
Nel contesto urbano emerge inoltre il nuovo edificio universitario LEED Gold da 20mila mq per l’Università privata EAN, di William McDonough + Partners, sviluppato con metodologia Cradle to Cradle. Dieci piani con laboratori, aule, uffici amministrativi e sale per seminari, una caffetteria, un campo da basket al coperto, una palestra e un auditorium da cinquecento posti.
‒ Giulia Mura
www.elequipomazzanti.com
http://mcdonoughpartners.com
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #42
Abbonati ad Artribune Magazine
Acquista la tua inserzione sul prossimo Artribune
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati