La ridefinizione del concetto di spazio in 6 padiglioni alla Biennale Architettura 2018
Esterni rispetto alle sedi canoniche dei Giardini e dell’Arsenale, i padiglioni di Pakistan, Lituania, Estonia, Montenegro, Romania e Guatemala occupano luoghi peculiari della città lagunare e offrono nuove letture del tema Freespace
“Tutti hanno impiegato grande passione per raggiungere un obiettivo che, prima di tutto, è di tipo comunicativo”: con queste parole, nella recente intervista concessa ad Artribune, le curatrici della Biennale Architettura 2018 Yvonne Farrell e Shelley McNamara hanno commentato il lavoro compiuto dai 71 partecipanti alla Mostra internazionale. Delle 63 partecipazioni nazionali, undici sono distribuite in sedi alternative rispetto all’Arsenale e ai Giardini. È il caso della Santa Sede, che per il proprio debutto presenta il “padiglione diffuso” Vatican Chapel sull’Isola di San Giorgio Maggiore; il Portogallo ha scelto come propria sede Palazzo Giustinian Lolin, nel sestiere di San Marco, per un intervento corale che ricostruisce l’ultimo decennio della scena architettonica nazionale. Ecco un itinerario tra i Padiglioni Nazionali esterni ai Giardini e all’Arsenale da non perdere.
– Valentina Poli
PAKISTAN – THE FOLD
Alla sua prima partecipazione, il Pakistan sceglie come sede il Giardino delle Marinaressa, uno spazio evocativo e suggestivo per la vista dell’Isola di San Giorgio e a pochi passi dai Giardini. Il curatore, Sami Chohan, invita tutti i visitatori ad una profonda riflessione sugli spazi pubblici partendo dall’angusta città di Karachi. In pochissimi anni, è passata da uno a venti milioni di abitanti, portando ad una crescita incontrollata e alla totale assenza di spazi ricreativi, tranne per dei piccoli spiazzi che si aprono tra un complesso abitativo e l’altro. Questi diventano luoghi di ritrovo per gli abitanti della città e permettono di creare quel sentimento di comunità e appartenenza fondamentale per un popolo che condivide la stessa cultura. Proprio ricreare questo clima è l’intento del Padiglione che non a caso ha scelto un giardino, incastonato tra gli edifici, come sua sede.
Curatore: Sami Chohan
Sede: Giardini della Marinaressa – Giardino di Levante
LITUANIA – THE SWAMP PAVILION
La parola chiave per la prima partecipazione indipendente della Lituania è “discussione”, intesa come momento di riflessione soprattutto per la natura della Biennale che con la sua struttura dei Padiglioni nazionali porta ad una frammentazione. La Lituania si pone, con The Swamp, al centro (fisico) tra le due grandi sedi espositive – ai Giardini e all’Arsenale -, proponendosi come luogo neutro, intermedio, aperto al dibattito, alla discussione di tematiche calde della nostra società. Durante tutto il periodo della 16. Mostra d’Architettura verranno organizzati workshop e attività all’interno degli spazi del padiglione.
Curatori: Nomeda & Gediminas Urbonas
Sede: Il Giardino Bianco Art Space, Castello, Viale Giuseppe Garibaldi 1815
http://swamp.lt/
ESTONIA – WEAK MONUMENT
Che cos’è un monumento? Da cosa e dove deriva la sua funzione? Che ruolo ha? Sono solo alcune delle domande da cui parte la riflessione dei curatori Laura Linci, Roland Reemaa e Tadeas Riha del Padiglione Estonia. In questo Paese, a differenza dell’Europa occidentale, il concetto stesso di monumento non esiste e ad assumere valore sono altre manifestazioni che ai nostri occhi possono apparire senza significato: una scala o un’incisione, ad esempio, a cui viene ricollegata un’implicita carica politica. Per il progetto Weak Monument è stata scelta la Chiesa di Santa Maria Ausiliatrice e proprio per la natura stessa dello spazio i “monumenti” vengono messi a confronto con elementi comuni che (forse) nascondono un profondo valore intrinseco.
Commissario: Raul Järg (Estonian Centre of Architecture)
Sede: Santa Maria Ausiliatrice, Castello 450
http://www.weakmonument.com/
MONTENEGRO – WO/MAN UNDER UMBRELLA
Cambiamenti climatici, sviluppo industriale incontrollato, instabilità politica ed economica formano una “tiritera” che quotidianamente viene ripetuta. La curatrice del Padiglione del Montenegro, Sonja Radovic Jelovac, propone di applicare il concetto di resilienza a livello locale come strumento valido per far fronte alle problematiche legate alla nostra epoca; infatti degli interventi mirati possono avere dei risultati inimmaginabili. Il progetto si articola in tre parti: il libro, la mostra e il networking, ciascuno dei quali affronta il tema universale Emerging Resilience.
Curatore: Sonja Radovic Jelovac
Sede: Palazzo Malipiero (piano terra), San Marco 3078-3079/A, Ramo Malipiero
GUATEMALA – STIGMA
Anche il Guatemala si conferma come una delle grandi novità della 16. Mostra Internazionale di Architettura; il curatore, il romano Daniele Radini Tedeschi (ha già curato altre edizioni), vuole contrapporsi al tema generale del Freespace che nasce con il preciso obiettivo di attuare un’architettura dal volto umano. Nel Padiglione del Guatemala, invece, vengono presentati progetti utopici, quasi futuristici e monumentali, che fanno riferimento anche a modelli, ad archetipi, del passato. Quindi non più un’idea di architettura a “servizio dell’uomo” ma legata all’imponenza e alla grandiosità delle forme.
Curatore: Stefania Pieralice e Daniele Radini Tedeschi
Sede: Palazzo Albrizzi-Capello, Cannaregio 4118
http://www.biennaleguatemala.com
ROMANIA . MNEMONICS – COLLECTIVE MEMORIES DEFINE OUR TERRITORY
Una crescita continua, incontrollata che non lascia respiro tra un’abitazione e l’altra. Quei pochi spazi, quelle piccole intercapedini non occupate da costruzioni diventano un campo da gioco per bambini che con la loro fantasia creano mondi fantastici e immaginari. Proprio dal ricordo comune, dalla memoria collettiva dell’infanzia si sviluppa il progetto del Padiglione della Romania: Mnemonics, che riflette sulla riappropriazione dello spazio delle proprie città.
Curatore: Romeo Cuc
Sede: Giardini e New Gallery of the Romanian Institute for Culture and Humanistic Research (Campo Santa Fosca, Palazzo Correr, Cannaregio 2214)
http://www.mnemonics.ro/
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