Incompiuto Siciliano: il progetto di Alterazioni Video arriva a Manifesta a Palermo

Il più importante stile architettonico italiano degli ultimi decenni? L’Incompiuto. Documentate da una lunga azione di ricerca, centinaia di “rovine moderne”, figlie di errori progettuali, carenza di fondi e di altri mali del nostro tempo, confluiscono in un progetto, espositivo ed editoriale, presentato a Manifesta 12

Chi non si è mai chiesto come sarebbe cambiata la propria vita se l’autostrada, l’ospedale, la scuola, il teatro o il ponte ferroviario che sarebbe dovuto sorgere nella propria area di residenza fosse diventato realtà? E chi, attraversando l’Italia, per lavoro o viaggio, non ha rallentato – tra attonita contemplazione e smisurato sdegno – di fronte a svettanti infrastrutture o scheletri di edifici che, pur insistendo nel territorio, non possono essere usati dalla cittadinanza?

I CANTIERI

Alla consuetudine italiana di avviare il cantiere di un’opera pubblica senza concluderlo, gli artisti di Alterazioni Video – un raggruppamento noto anche il work in progress Incompiuto Siciliano -, insieme al collettivo di ricerca e progettazione architettonica Fosbury Architecture, hanno destinato negli anni tempo, pensiero e azione. Sul palcoscenico internazionale di Manifesta 12, presentano Alterazioni Video. Incompiuto: La nascita di uno Stile, il progetto a più livelli di leggibilità con il quale si sono aggiudicati la prima edizione del bando Italian Council 2017. Al Centro Internazionale di Fotografia di Palermo, diretto da Letizia Battaglia, è esposto il loro Atlante fotografico delle opere incompiute; nella ex Chiesa di S. Mattia ai Crociferi, un’installazione video assegna ulteriore consistenza al fenomeno, mostrando il pioniere della net.art Wolfgang Staehle nei luoghi dell’Incompiuto e una conversazione tra Marc Augé e Robert Storr.

IL LIBRO

Edito dai sempre più bravi editori di Humboldt Books, il libro Incompiuto: La nascita di uno Stile combina immagini, mappe regionali, informazioni sui singoli manufatti non realizzati con riflessioni, tra gli altri, di Marc Augé, Salvatore Settis, Robert Storr e Paul Virilio (in anteprima, fino al 20 giugno, all’Edicola al Quinto Canto di Palermo). Ai più consolidati sentimenti di rabbia – o rassegnazione – suscitati dall’ennesimo “danno irreparabile”, questi acuti “osservatori delle rovine” della nostra epoca accostano una chiave interpretativa nuova: “Può sembrare surreale, ma se la realtà è quello che rimane, con le opere incompiute dovremo farci i conti per tutto il ciclo di vita del calcestruzzo. Conviene quindi iniziare a guardarsi allo specchio e imparare ad accettarle, partendo da un punto di vista che le renda finalmente parte del patrimonio comune. Ci sono molti motivi per aprire un nuovo capitolo della propria esistenza e ci sono altrettanti modi di farlo, poco importa cosa succederà dopo: quello che è importante è che ora lo stile Incompiuto esista e che abbia un nome, una dignità.”

– Valentina Silvestrini

http://www.alterazionivideo.com/

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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