Correva l’anno 1999: la morte di Stanley Kubrick, il Cavallo di Leonardo, il Forte di Bard
Nuovo episodio di “Correva l’anno”, la rubrica settimanale di Artribune che racconta i fatti dell’arte del passato senza pretese di esaustività storica. Con un occhio all’attualità. Questa volta parliamo del 1999
Nel 2019 ricorre il ventennale dalla scomparsa di uno dei più grandi registi della storia: Stanley Kubrick (New York, 1928–St Albans, 1999). Per l’occasione, Lucca Film Festival – Europa Cinema presenta, all’interno degli eventi espositivi di questa nuova edizione, nel Palazzo Ducale di Lucca, una mostra tributo dal titolo KUBRICK. Fra cinema e pittura, a cura del critico Riccardo Ferrucci, che propone fino al 23 aprile dipinti inediti dell’artista lombardo Andrea Gnocchi. Ma cos’altro è successo di preponderante nell’arte in quello scorcio di fine anni ’90 del secolo scorso? Dal colossale cavallo bronzeo che ha visto la luce nel 1999, ben 5 secoli dopo il progetto di Leonardo da Vinci, grazie alla scultrice nippo-americana Nina Akamu, al restauro del complesso fortificato dei Savoia in Valle d’Aosta, il Forte di Bard, ecco una selezione di fatti d’arte da ricordare…
– Claudia Giraud
20 ANNI DALLA MORTE DI STANLEY KUBRICK
Il 7 marzo 1999 moriva Stanley Kubrick, considerato tutt’oggi uno dei più importanti registi di sempre, specie per la sua espressività lontana dai canoni e dalle convenzioni. Nelle pellicole il regista prende ispirazioni dalla storia dell’arte di ogni secolo e la passione per la fotografia lo porta a studiare l’inquadratura fino al punto da assillare gli attori. Ne viene fuori una cura ossessiva per i particolari dell’immagine, per la prospettiva e l’illuminazione, per la posizione degli attori e degli oggetti di scena, per la simmetria, tanto che ogni suo film – dal celebre 2001. Odissea nello Spazio (1968) al capolavoro antimilitarista del 1987, Full Metal Jacket – è studiabile in ogni fotogramma come “album di inquadrature”.
IL COLOSSALE CAVALLO DI LEONARDO DA VINCI
Nel 1999, ben 5 secoli dopo il progetto originale, il Cavallo di Leonardo, una delle statue equestri più grandi al mondo progettata e mai portata a compimento dal genio toscano, diventa realtà grazie alla scultrice nippo-americana Nina Akamu. Parte di un monumento equestre a Francesco Sforza, progettato da Leonardo da Vinci dal 1482 al 1493, per essere fuso in bronzo, il colossale cavallo di 8 metri d’altezza non vede mai la luce a causa di varie vicissitudini, tra mancanza di fondi e conflitti bellici. Nel 1977 Charles Dent, un politico statunitense collezionista d’arte e amante della scultura, si entusiasma all’idea di realizzare dopo cinque secoli il sogno di Leonardo, mettendo in piedi l’organizzazione che, però, non riesce a portare a termine a causa della sua scomparsa nel 1994. Alla morte di Dent, Frederik Meijer, proprietario di una catena di supermercati nel Michigan, si offre di finanziare il progetto, affidando la direzione dei lavori ad Akamu. Tutta questa storia sarà ripercorsa Il 10 aprile, in occasione della Design Week 2019, all’Ippodromo SNAI San Siro dove è custodita la statua bronzea, nel corso dell’evento Leonardo Horse Project, progetto culturale e artistico ideato da Snaitech, con la curatela di Cristina Morozzi e Massimo Temporelli, per celebrare i 500 anni della morte di Leonardo da Vinci. Il racconto multimediale sarà accompagnato dall’esposizione di tredici repliche del cavallo realizzate da altrettanti designer internazionali.
L’IMPONENTE RECUPERO DEL FORTE DI BARD
Il 1999 è anche l’anno dell’avvio dell’imponente opera di recupero architettonico del Forte di Bard, un complesso fortificato fatto riedificare nel XIX secolo da Casa Savoia sulla rocca che sovrasta il borgo di Bard, in Valle d’Aosta. Dopo i lavori di restauro, ora ripercorsi fino al 10 novembre dalla mostra Storia di un’avventura. Forte di Bard 1999-2019. Fotografie di Gianfranco Roselli, il Forte viene aperto al pubblico il 13 gennaio del 2006 con l’inaugurazione, all’interno dell’Opera Carlo Alberto, del Museo delle Alpi e degli spazi dedicati alle esposizioni temporanee, diventando un importante polo culturale.
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