Open House Torino 2019: 4 percorsi tra i 150 siti di architettura aperti nel weekend
Terza edizione del festival che in diverse città del mondo apre le porte di edifici storici, luoghi del patrimonio e case private. Dalla Nuvola Lavazza che compie un anno agli orti urbani: 4 idee di itinerario
Al via la terza edizione di Open House Torino – declinazione della kermesse nata a Londra nel 1992, alla quale aderiscono attualmente 45 città su scala globale, tra cui le già rodate italiane Milano e Roma – che si terrà fino al 9 giugno 2019 e aprirà le porte di edifici generalmente chiusi al pubblico. Dalle icone dell’architettura contemporanea alle torri che punteggiano il cielo torinese, dagli edifici dismessi riqualificati ai grandi palazzi aristocratici restaurati o ancora in cerca di nuova funzione, dagli insoliti itinerari nelle periferie ai giardini da riscoprire, Torino è una delle città della rete Open House Worldwide con la più alta percentuale di appartamenti privati aperti al pubblico. “Non è vero che i torinesi sono chiusi” dichiara Luca Ballarini, il presidente di Open House Torino. “Anzi, il messaggio che danno con Open House Torino, in questi anni di paura e diffidenza, è di grande apertura e fiducia nel prossimo. Un messaggio positivo, di cui siamo molto orgogliosi“. Da quest’anno, per rendere più semplici le operazioni d’ingresso, sarà obbligatorio per tutti i visitatori registrarsi prima dell’evento attraverso il sito dedicato, nel quale sarà possibile navigare tra i 150 siti aperti, consultare la mappa e il programma, accedere al proprio profilo personale e alle prenotazioni. Ecco nel dettaglio una selezione delle sedi aperte al pubblico.
– Claudia Giraud
UN ANNO DI NUVOLA, HEAD QUARTER LAVAZZA IN ZONA AURORA
Zona Aurora è uno dei quartieri più ricchi di offerta per questa terza edizione di Open House. Proprio qui ha sede il nuovo quartier generale della Lavazza che festeggia il primo leggendario compleanno di Nuvola, il progetto dell’architetto Cino Zucchi che con le sue facciate curve ridisegna un intero isolato, recuperando alcune strutture di un impianto Enel. Per l’occasione il Museo Lavazza si trasformerà in palcoscenico: due pomeriggi in cui ad affiancare i visitatori ci saranno gli attori della compagnia Dramatrà, che interpreteranno ogni stanza del museo in modo unico e coinvolgendo tutti e cinque i sensi attraverso un viaggio nel tempo, una lezione di casting, il racconto di un viaggio e un insolito osservatore. In zona Aurora durante Open House Torino si potranno visitare anche i loft di Easydora e dell’ex Tobler e, poco lontano, quelli dell’ex Ceat e dell’ex Gft, casa Oreste, il negozio di modernariato Parma 52 e il Bivacco urbano, atelier e casa temporanea per gli artisti ospiti di Progetto Diogene, e, poco oltre corso Novara, la galleria d’arte Noero e lo studio Zucca architettura.
Nuvola Lavazza
Via Ancona, angolo via Pisa
ARCHEOLOGIA E STREET ART, IL RELAIS URBANO DEL GRUPPO BUILDING
Dopo l’inaugurazione dello scorso ottobre, Quadrato partecipa per la prima volta a Open House Torino 2019. Il Relais Urbano mansardato, realizzato dal Gruppo Building nel complesso dell’antico convento di Sant’Agostino in zona Quadrilatero, sarà a disposizione per chi vorrà visitare il palazzo sede di un’importante scoperta. Qui, nel suo cortile, trova infatti posto un pezzo importante dell’antica storia di Augusta Taurinorum, con il mosaico di epoca romana raffigurante il mitologico cacciatore Atteone: il sito sarà in dialogo con la nuova opera Eaten by feelings del noto street artist Pixel Pancho, una denuncia forte contro il femminicidio.
Quadrato
Via delle Orfane, 20
I TOUR NELLE PERIFERIE TORINESI
Open House Torino quest’anno organizza anche una serie di tour a Borgata Mirafiori, la borgata seicentesca nascosta fra i palazzi della periferia sud; ai Canali di Porta Palazzo, dove un tempo scorreva l’acqua de fiume Dora e ora si possono incontrare i resti di alcuni molini oggi ristrutturati; al Quartiere Falchera, casa negli Anni Cinquanta di una prima generazione di nuovi torinesi; al Quartiere Vallette risalente agli Anni Sessanta; al cosiddetto Polo Nord, zona di Torino battuta dai venti freddi provenienti dalle valli e ora trasformata in un sistema di parchi dedicati allo sport; fino al Parco Aurelio Peccei, con un percorso d’arte nel parco in Barriera di Milano, al centro del paesaggio postindustriale fra i Docks Dora e l’ex Incet.
I TOUR NEI PARCHI: GIARDINI E ORTI URBANI COLLETTIVI
Un altro percorso possibile è quello per i parchi: dal giardino botanico dell’Università di Torino al Parco del Valentino, erede diretto degli orti voluti dai Savoia a partire dal Settecento; passando per gli Orti Generali ai bordi della città, là dove il Sangone disegna le sue anse e Mirafiori Sud si scopre verde; fino al Viale della Frutta e Giardino Marie Curie, il primo orto collettivo di Torino.
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