Indagine sulla nuova architettura italiana. Francesca Torzo alla Triennale di Milano
Triennale, Milano – fino al 29 marzo 2020. La prima delle mostre curate da Joseph Grima e dedicate alle figure innovative del panorama contemporaneo indaga il lavoro di Francesca Torzo, progettista dell’ampliamento del centro Z33 di Hassel, prossimo all’apertura.
Alla Triennale di Milano, oltre a I quaderni di Giancarlo De Carlo 1966-2005, è in corso Chaosmos. Curata dall’architetto e critico Joseph Grima, è la prima mostra personale di Francesca Torzo (Padova, 1975), architetto che da tempo, nei suoi progetti e lavori di ricerca, si occupa dello studio del linguaggio architettonico nella sua espressione materica, esplorandone la dimensione poetica ed emozionale. Il titolo Chaosmos è una citazione dall’opera Finnegans Wake di James Joyce, in cui lo scrittore descrive il caos non come opposto ma come parte del cosmo, come una variabile possibile dei fenomeni naturali.
IL CAOS COME PARTE DEL COSMO
Un concetto che nei lavori di Francesca Torzo si traduce in una continuità geometrica e spaziale di elementi e ambienti apparentemente opposti, come nell’allestimento della mostra negli spazi di Triennale in cui due tende di dimensioni diverse, progettate dalla stessa autrice, sono disposte come due momenti di riflessione nella narrazione del percorso espositivo: una ci introduce a concetti generali, l’altra racconta una dimensione più intima e personale.
La prima, più piccola, nell’atrio al primo piano, fatta di reti semitrasparenti di forma triangolare, forza il visitatore in uno spazio minimo, proponendo un ipnotico loop di video e collage di foto, restituendo un racconto totale dei paesaggi culturali e geografici con cui i lavori dell’autrice sono chiamati a confrontarsi. Immediatamente dopo lo sguardo traguarda verso una seconda tenda, a base quadrata e aperta nei quattro vertici, posta al centro dell’impluvium in cui l’autrice invita a entrare. Questo è un chiaro riferimento all’affresco Sogno di Costantino di Piero della Francesca, introducendo lo spettatore a una dimensione domestica e raccolta.
TRA IDEA E REALIZZAZIONE
Il cosmo è qui inteso come il proprio mondo delle idee verso cui lo spettatore è guidato, ponendo all’interno della tenda una serie di oggetti e materiali riferiti a undici progetti, tra commissioni pubbliche e private, realizzati dal 2001 al 2019. Una raccolta in cui sono mescolati modellini e riproduzioni in scala, pezzi di facciate, composizioni cromatiche, geometrie e materiali grezzi utilizzati come strumenti narrativi del rapporto tra idea e realizzazione, combinando ciò che è atto con ciò che diventa azione.
I quattro vertici aperti della tenda intervallano il percorso indirizzando lo sguardo verso gli angoli della stanza dove quattro leggere superfici in tessuto, disposte in orizzontale, sono il supporto per la proiezione di disegni e fotografie dei vari progetti. Quattro punti, quattro momenti slegati dal resto che, come satelliti, gravitano intorno al centro.
RAFFINATEZZA E SEMPLICITÀ
In una breve poesia che Tonino Guerra compose per Andrej Tarkovskij, la casa è descritta come “un ombrello se piove, riempita di bottiglie, stracci, anatre di legno e ventagli…”, una sorta di luogo dove ognuno custodisce il proprio caos cognitivo. In qualche modo la mostra di Francesca Torzo apre le porte di quel luogo segreto dove dimorano e coesistono idee e oggetti parte del suo fare quotidiano, non organizzato, svelando un microcosmo da cui l’architetto attinge nel processo immaginifico e interpretativo dei luoghi.
Chaosmos è uno spazio aperto, in cui esiste una linea sottile tra un caos pubblico, più esterno, e uno privato, che è il cuore dell’esposizione, facendo sì che la mostra ci appaia come un grande diorama in cui Torzo mette in scena la sua raffinata capacità di sintetizzare e mescolare paesaggi con architetture, attraverso gesti semplici.
Formatasi alla TU di Delft, all’ETSAB di Barcellona, all’Accademia di Architettura di Mendrisio e allo IUAV di Venezia, Torzo ha recentemente ultimato l’ampliamento del centro belga per l’arte contemporanea Z33 ad Hasselt, che aprirà a marzo. Con questo progetto ha ottenuto il premio internazionale di architettura Piranesi Award 2018.
‒ Gianluca Ferriero
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