Yvonne Farrell e Shelley McNamara dello studio Grafton vincono il Pritzker Architecture Prize 2020
Da oltre quarant’anni alla guida dello studio Grafton Architects, fondato nel 1978 a Dublino, le due architette sono le prime progettiste di nazionalità irlandese a ricevere il più importante riconoscimento internazionale in ambito architettonico. Nel 2018 hanno diretto la 16. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia. In Italia hanno progettato la sede dell’Università Bocconi in via Roentgen a Milano
“Essere un architetto è un privilegio enorme. Vincere questo premio è una meravigliosa approvazione della nostra fiducia nell’architettura. Grazie per questo grande onore.” Così Yvonne Farrell ha voluto commentato il conferimento a lei e alla collega Shelley McNamara del Pritzker Architecture Prize 2020, che torna di nuovo in Europa dopo le recenti assegnazioni all’architetto indiano Balkrishna Doshi, nel 2018, e al giapponese Arata Isozaki, nel 2019. La giuria, composta quest’anno da Stephen Breyer, André Aranha Corrêa do Lago, Kazuyo Sejima, Wang Shu, Benedetta Tagliabue, Deborah Berke, Barry Bergdoll e Martha Thorne, ha scelto di attribuire proprio alle due progettiste, fondatrici nel 1978 dello studio Grafton Architects, il Pritzker Architecture Prize 2020 perché “hanno costantemente e senza esitazione perseguito la massima qualità dell’architettura”.
IRLANDESI, DOCENTI E ARCHITETTE
Una scelta dettata dai risultati conseguiti dal duo, in Irlanda e all’estero, ma legata anche al metodo di lavoro, caratterizzato da una profonda sensibilità geografica, e alla tenace volontà di raggiungere sempre, anche a fronte di budget contenuti, l’obiettivo dell’eccellenza in architettura. Fin dalle prime battute della lunga motivazione del riconoscimento, a essere messa in evidenza è una delle peculiarità che contraddistingue il duo: l’essere state “pioniere in un ambito professionale che è stato tradizionalmente ed è ancora dominato dagli uomini”. Una condizione che rende il loro percorso esemplare, oltre che di ispirazione per le prossime generazioni di progettiste. Insieme fin dagli anni della formazione universitaria, tra i banchi e i tecnigrafi della School of Architecture dell’Università University di Dublino (UCD), dopo la laurea nel 1976 sono rimaste in quello stesso istituto nel ruolo di docenti. “Insegnare per noi è sempre stata una realtà parallela“, ha raccontato Farrell. “Ed è un modo per cercare di distillare la nostra esperienza e regalarla ad altre generazioni, in modo che possano svolgere un ruolo nella crescita di quella cultura. Quindi è una cosa a doppio senso, impariamo dagli studenti e speriamo che gli studenti imparino da noi “.
L’ARCHITETTURA SECONDO YVONNE FARREL E SHELLEY MCNAMARA
Nel 1978 hanno fondato, con altri tre partner, il loro studio: escludendo la possibilità di utilizzare i propri cognomi, come avviene di frequente, hanno adottato il nome della strada in cui aveva sede il loro ufficio. Chiaro l’intento: dare priorità al luogo e alla loro città – Grafton Street, a Dublino -, anziché alle singole individualità. Sono seguiti interventi in Irlanda – North King Street Housing, Urban Institute of Ireland, University College Dublin, Solstice Arts Centre, Loreto Community School, Uffici per il Dipartimento delle finanze, Medical School, University of Limerick; pur nella varietà tipologica e dimensionale affrontata, il tema dell’edilizia scolastica è divenuto sempre più ricorrente, fino a portarle oltre i confini dell’isola irlandese, trainate dal successo in importanti concorsi internazionale. In Sud America hanno costruito l’University Campus UTEC Lima, in Perù; in Italia la sede dell’Università Bocconi a Milano, aperta nel 2008. Lo scorso anno è stata inaugurata la School of Economics dell’Université Toulouse 1 Capitole, in Francia.
L’ASCESA INTERNAZIONALE
Considerato un’unicità nel panorama architettonico contemporaneo, anche in relazione alla presenza di due donne ai vertici della società, negli ultimi anni il loro lungo sodalizio ha conosciuto una crescente notorietà internazionale. Senza mai cedere a smanie di protagonismo, così ricorrenti tra gli architetti della nostra epoca, Farrell e McNamara hanno collezionato un successo dietro l’altro, mantenendo lo stile di sempre. Alla Biennale Architettura 2012 curata da David Chipperfield sono state premiate col Leone d’Argento grazie al progetto Architecture as New Geography; il 2016 è stato l’anno del RIBA International Award conseguito per l’University Campus UTEC Lima. Nel 2019 ottengono la RIAI James Gandon Medal for Lifetime Achievement in Architecture del RIAI e appena qualche mese fa la RIBA Royal Gold Medal. Impossibile, infine, non citare la 16. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, da loro diretta nel 2018. In quell’occasione, sollecitate da Artribune non avevano eluso una domanda sul gender gap, una delle questioni chiave per l’ottenimento della parità in ambito professionale. Si erano espresse in termini di “disgrazia per la società”, quando “due persone fanno lo stesso lavoro e vengono pagate in modo differente solo perché di due diversi sessi”. “Per me”, aveva proseguito Farrell, “questo gap è qualcosa di ridicolo: l’immaginazione non è una questione di genere! È importante che la voce delle donne venga ascoltata in ogni ambito. La sensibilità di ciascuno di noi deve essere ascoltata. Non importa se a parlare sia un uomo o una donna: dobbiamo porci in ascolto di quello che la gente ha da dire.” Parole che oggi continuano a emanare la loro forza.
– Valentina Silvestrini
https://www.pritzkerprize.com/
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