Aperto al traffico il Ponte Genova San Giorgio di Renzo Piano. I video e le foto
Con l’apertura del Genova San Giorgio al traffico, avvenuta alle ore 22 del 4 agosto 2020, inizia il nuovo corso del viadotto sul Polcevera. Dal capoluogo ligure arriva il monito dell’Ordine degli Architetti e della sua Fondazione, con l’invito a tenere alta l’attenzione sui prossimi interventi nell’area.
Dalla tarda serata di ieri le sette webcam che per mesi hanno mostrato in diretta le operazioni di costruzione del nuovo viadotto sopra il Polcevera, sul sito ufficiale del progetto, restituiscono qualcosa di diverso. Lungo i 1067 metri del nuovo Ponte Genova San Giorgio, al di sopra delle 19 campane a 40 metri di altezza, sorrette da 18 piloni, circolano ora tir, auto e moto. Dopo la cerimonia di inaugurazione, nel corso della quale l’architetto e senatore a vita Renzo Piano ha fissato i “limiti emotivi” entro cui si è svolta l’intera operazione, ricorrendo all’espressione “sospesi tra il cordoglio e l’orgoglio”, la struttura è stata definitivamente aperta al traffico. L’opera sostituisce l’infrastruttura progettata dall’ingegner Riccardo Morandi, a sua volta inaugurata nel 1967 e parzialmente crollata il 14 agosto 2018, e rappresenta il fondamentale punto di avvio del percorso di rigenerazione che interessa questo quadrante della città di Genova. L’attenzione si sposta ora sul Parco del Ponte, che verrà realizzato sulla base del progetto con cui il raggruppamento formato da Stefano Boeri Architetti (capogruppo), Metrogramma Milano (progettazione architettonica) e Inside Outside | Petra Blaisse (progettazione paesaggistica) si è aggiudicato il concorso per la rigenerazione e valorizzazione della zona centrale della Val Polcevera; l’area al centro dell’intervento è quella sottostante e prospiciente il nuovo viadotto.Nel piano è inclusa un’installazione dell’artista Luca Vitone.
IL MODELLO GENOVA E LO STRUMENTO DEI CONCORSI
“Con l’inaugurazione del ponte “Genova San Giorgio” si celebra un traguardo importantissimo per la nostra città e la Liguria, tanto sul piano simbolico che infrastrutturale. La soddisfazione per il risultato raggiunto non deve però farci dimenticare quanto accaduto il 14 agosto 2018, in segno di rispetto per le 43 vittime del Morandi, i loro parenti ed amici”, ha affermato in una nota il presidente dell’Ordine degli Architetti, Paolo Raffetto. “Fatta questa doverosa precisazione la pena riflettere sul reale significato di “Modello Genova”, da riferirsi all’unità di intenti che ha visto tutti i soggetti coinvolti nel progetto lavorare nella stessa direzione, prima ancora che alle deroghe concesse, in via straordinaria, per la realizzazione nel minor tempo possibile di un’opera di così fondamentale importanza per il territorio”, ha aggiunto Raffetto. Si tratta di un modello che, secondo il presidente, “deve proseguire con la rigenerazione dell’intero quadrante della Valpolcevera, a cominciare dai lavori per ilParco del Pontedel quale monitoreremo attentamente gli esiti. Lo strumento utilizzato per l’individuazione del progetto vincitore, quello del concorso internazionale di progettazione, deve infatti rappresentare il vero “Modello Genova” da replicare nei futuri processi di rigenerazione urbana, tanto nella nostra città come nel resto del paese, perché mette al centro la qualità dell’offerta architettonica ed il rapporto tra l’opera ed il territorio e la comunità destinati ad ospitarla”.
GENOVA 2025: CITTÀ FRAGILE, CITTÀ LABORATORIO
L’obiettivo verso cui è attualmente impegnato l’Ordine degli Architetti di Genova è Genova 2050, “una piattaforma aperta e partecipata che, raccogliendo le più interessanti proposte di recupero dei tanti vuoti urbani ancora esistenti, intende partecipare al dibattito intorno ai principali nodi irrisolti con il proprio contributo di idee, progetti e visioni per la città del futuro”, ha precisato infine Raffetto. A fargli ecoLorenzo Trompetto, presidente della Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Genova, istituzione che ha promosso un programma culturale annuale legato al tema della fragilità.
“In un momento di crisi economica globale, la nostra città può essere laboratorio, caso studio di uno sviluppo poiché meno ancorata rispetto alle grandi capitali europee ad uno sviluppo speculativo. In questo certamente il “Modello Genova”, inteso solo come opportunità di riqualificazione di una parte di città, può essere considerato un esempio positivo. Certamente questo processo dovrà essere attuato con previsione e programmazione e non solo a tamponare situazioni di emergenza. Solo in questo modo potremo affrontare il cambiamento con maggiore serenità, potendo contare sul confronto tra le diverse ipotesi che solo lo strumento del concorso permette”, ha auspicato Trompetto.
-Valentina Silvestrini
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