Alle origini del mito. I disegni del giovane Le Corbusier in mostra a Mendrisio
Il Teatro dell’architettura dii Mendrisio, in Svizzera, ospita una mostra che rintraccia le origini della genialità creativa di Le Corbusier. Tra disegni inediti e i carnet di viaggio del giovane Charles-Édouard Jeanneret.
In concomitanza con la pubblicazione del primo volume del Catalogue raisonné des dessins de Le Corbusier, curato da Danièle Pauly, il Teatro dell’architettura di Mendrisio dedica una mostra alla prima parte dell’attività grafica del noto architetto. I disegni giovanili di Le Corbusier. 1902-1916, promossa dalla Fondazione Teatro dell’architettura, con la collaborazione dell’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana a Mendrisio, presenta oltre ottanta disegni originali inediti provenienti da collezioni private e pubbliche svizzere; numerose anche le riproduzioni di disegni provenienti dalla Fondation Le Corbusier di Parigi. Di origine svizzera, naturalizzato francese, Charles-Édouard Jeanneret (La Chaux-de-Fonds, 1887 – Roccabruna, 1965), che tutto il mondo successivamente conoscerà con lo pseudonimo di Le Corbusier, oltre all’attività svolta come architetto, fu urbanista, designer e pittore. È quest’ultimo l’aspetto protagonista della rassegna, che illumina l’attività grafica poco conosciuta e tuttavia parte centrale della sua progettualità creativa.
LA MOSTRA DI LE CORBUSIER A MENDRISIO
Disposta su due piani del Teatro dell’architettura di Mendrisio, la mostra riunisce al primo piano i disegni e i taccuini di viaggio; all’ultimo sono proiettati i filmati della rassegna Living Le Corbusier, una selezione di video sulla vita e le opere dell’architetto, a cura dell’Accademia di architettura in collaborazione con il Milano Design Film Festival. La mostra è un prezioso strumento didattico: il ritratto del giovane Charles-Édouard che emerge da appunti e disegni è quello di uno studente attento, pieno di curiosità e passione. Nei suoi carnet di viaggio, si nota il desiderio di registrare ogni dettaglio che affascina la mente e l’uso del colore è potente e deciso. La mano di Le Corbusier inizialmente si posa sulle forme sinuose del corpo umano, su figure reclinate e volti dalla tridimensionalità ed espressione che ricordano i maestri del Cinquecento.
I TACCUINI DI VIAGGIO DI LE CORBUSIER
Negli anni della scuola, fa esperienza nell’atelier di Auguste Perret e il pittore Charles L’Eplattenier, del movimento Arts and Crafts, è suo insegnante. I luoghi che visita, durante i viaggi studio in Italia, Francia, Germania e in Oriente, si fanno lentamente spazio sulla carta, fino all’incontro con l’architettura ellenica e successivamente con le guglie della gotica Notre- Dame di Parigi, che riproduce con dovizia di particolari e che sembrano segnare l’attimo del fatale innamoramento di Le Corbusier per l’architettura. La manualità, espressa negli artefatti in mostra, è oggi spesso soppiantata dall’uso di attrezzature elettroniche, un’osservazione che porta a riflettere sul futuro dell’arte e del design applicati alle nuove tecnologie digitali.
‒ Elena Arzani
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