E se Taranto riuscisse a riqualificare il proprio waterfront?
Il progetto architettonico e paesaggistico dello studio MAS – Modern Apulian Style, con Peluffo & Partners Architecture, prevede interventi di difesa infrastrutturale del tratto costiero e genera una nuova connessione tra porto e città. Identificando nel mare la “principale fonte di sviluppo sostenibile di Taranto”.
A partire dal 2017, Taranto ha ospitato la MAS WEEK, un festival di architettura, design e arte organizzato dallo studio MAS – Modern Apulia Style e dall’amministrazione comunale, con la collaborazione dell’Ordine degli Architetti PPC Taranto. Nell’arco di tre anni, questa esperienza – temporaneamente sospesa – ha condotto in città progettisti italiani e internazionali. Con loro anche giovani leve dell’architettura, mosse dal desiderio di prendere parte all’annuale workshop, in ogni edizione focalizzato sul futuro della città pugliese. Un tema, quello del destino e delle strategie per la rigenerazione di Taranto, che in questi anni ha attraversato in svariate occasioni l’architettura e l’urbanistica del nostro Paese, alimentando visioni, speranze, pensiero e dando vita a (probabilmente) decine di programmi per possibili interventi. Un processo avvenuto parallelamente alla crescita dell’attenzione mediatica verso le alterne vicende dell’ILVA, e affiancato da una maggiore conoscenza circa i rischi ambientali e per la salute pubblica da essa derivanti. In questi anni, però, a essersi rafforzata è stata anche la consapevolezza delle potenzialità ancora inespresse di questo articolato sistema urbano: certo, il vasto complesso industriale continua a gravare, o per meglio dire a incombere, su Taranto, ma la città è anche molto altro. All’ “unicità della Città Vecchia di Taranto, compresa tra due mari, con dei luoghi e degli spazi incredibili, ricchissimi di storia. E di una storia che non si può fermare oggi…” faceva riferimento l’architetto Francesco Nigro, che con il raggruppamento MATE società cooperativa nel 2017 vinse il concorso di idee #OpenTaranto, finalizzato alla stesura un piano d’azione per il rilancio della Città Vecchia, seguito da Stefano Boeri Architetti Srl e Studio Bargone Architetti, rispettivamente secondo e terzo classificato.
IL PROGETTO PER IL WATERFRONT DI TARANTO
Tra occasioni perse, iniziative rimaste in sospeso e coraggiose esperienze sperimentali, torniamo ancora una volta a parlare di Taranto in seguito alla candidatura di un progetto architettonico e paesaggistico relativo al waterfront cittadino a un bando del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) per il finanziamento di progetti strategici. L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio – Porto di Taranto, con la quale il Comune ha siglato una serie di accordi, si è affidata agli studi MAS – Modern Apulian Style e Peluffo & Partners Architecture per l’elaborazione del piano che potrebbe ottenere il finanziamento e, successivamente, essere attuato. Duplice l’obiettivo del programma: da una parte si punta a intraprendere un intervento a carattere infrastrutturale, in grado di garantire la difesa del tratto costiero; dall’altro, ancora una volta, si intende dotare Taranto di strumenti in grado di favorire “la rivitalizzazione del centro storico e la valorizzazione del patrimonio architettonico, archeologico, culturale, ambientale e naturalistico”. Per l’architetto Francesco Lasigna, Direttore tecnico di MAS e team leader di piano, si tratterebbe di una riscoperta dell’elemento acqua, inteso come “luogo della costruzione della città contemporanea che diventa occasione di ridefinizione del margine urbano. Questa la nuova visione di città che il progetto vorrebbe ‘imprimere’. L’auspicio è che la Taranto contemporanea, attraverso la qualità progettuale, non tenda più all’espansione territoriale incontrollata, ma alla rigenerazione delle aree marginali, specialmente quelle ricche di risorse e potenzialità come i waterfront che sono proprio quegli spazi che trasferiscono alla città la possibilità di un continuo cambiamento e miglioramento dell’intero tessuto urbano”. Rinsaldare il legame tra la città e il mare equivarrebbe anche a contribuire a riscrivere il ruolo di Taranto, che sarà sede Giochi del Mediterraneo del 2026 e della prossima Biennale del Mediterraneo, in un’ottica “pienamente mediterranea”.
NON SOLO UN’INFRASTRUTTURA: IL WATERFRONT COME CERNIERA
Più nel dettaglio, il progetto prende in esame due porzioni del territorio costiero. Prevede infatti l’adeguamento e la riqualificazione infrastrutturale dell’area ex scivolo in darsena Taranto, in cui verrebbe realizzata una nuova area a verde pubblico al posto dell’attuale terminal bus di Porta Napoli, e un’articolata serie di misure tra il Molo Sant’Eligio e il Castello Aragonese. La cosiddetta “promenade paysagée” diventerebbe un imprescindibile elemento di connessione di queste zone e muterebbe la propria conformazione per aprirsi in ampi piazzali, così da formare spazi di aggregazione sul mare per il tempo libero, la cultura e i servizi. Tra i vari aspetti che contraddistinguono il progetto figurano infine le nuove torri per gli ascensori, che oltre a garantire l’eliminazione delle barriere architettoniche, verrebbero impiegate per “servire le uscite dagli ipogei e collegare l’infrastruttura ai luoghi storici ed archeologici della città”. In merito al loro design, i progettisti affermano che avrebbero “delle forme in giusta apposizione al contesto storico esistente, delicate e riconoscibili, identitarie di un luogo, un nuovo segno tra la moltitudine di segni. Il loro aspetto trovandosi in accordo con il cromatismo circostante sarà da un lato dichiaratamente moderno e riconoscibile dall’altra non in contrasto, rimandando a un rimbalzo di significato tra antico e moderno”. Nell’attesa di conoscere le scelte ministeriali, nella sede tarantina dell’Università di Bari il prossimo 10 ottobre è in programma l’incontro dal titolo TPD 2020 | La Città-Porto del futuro: il waterfront come elemento di rilancio della destinazione Taranto.
-Valentina Silvestrini
http://www.modernapulianstyle.com/it/azienda/
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