Firenze: al via nell’anno dantesco i lavori per il Museo della Lingua italiana
Con un investimento ministeriale di 4 milioni e mezzo di euro, a Firenze l’ex Monastero Nuovo nel Complesso monumentale di Santa Maria Novella ospiterà il nuovo museo nazionale. Per il sindaco Nardella sarà il “progetto più concreto e articolato” fra quelli promossi per le imminenti celebrazioni dantesche del 2021.
A poche settimana dall’intervista concessa ad Artribune da Luca Serianni, professore emerito di Storia della Lingua italiana e coordinatore del comitato scientifico Museo della Lingua italiana, la nascente istituzione culturale, che fisserà la propria sede nel centro storico fiorentino, torna al centro del dibattito dopo la presentazione del progetto di fattibilità da parte del Ministro Dario Franceschini, del sindaco Nardella e dell’assessore Sacchi. Inserito ad agosto nel programma Grandi Progetti Beni Culturali, varato dal MiBACT – comprende undici interventi, ovvero “progetti e cantieri diffusi su tutto il territorio nazionale che vanno a migliorare la bellezza delle città italiane e a sostenere lo sviluppo dell’economia e del turismo del nostro Paese” –, il nuovo Museo sanerà l’attuale assenza nel territorio nazionale di una “casa della lingua italiana”, raccontando il nostro patrimonio linguistico e letterario anche attraverso le tecnologie digitali. “È stato naturale che nel dibattito che va avanti da molti anni nel nostro Paese sulla mancanza di un museo della lingua italiana, nel momento in cui lo Stato ha deciso di dare una risposta positiva, la scelta non poteva che essere Firenze per tantissime ragioni”, ha dichiarato Franceschini.
2000 METRI QUADRATI E UN PERCORSO SU DUE LIVELLI
Il percorso espositivo si svilupperà nell’area dell’ex Monastero Nuovo, in particolare nel fabbricato che affaccia su via della Scala, in complessivi 2000 metri quadrati; saranno occupati due dei quattro livelli dello stabile. Secondo l’attuale impostazione, i 600 metri quadrati del piano terra del Muso della Lingua italiana verrebbero destinati ai servizi di accoglienza e alle esposizioni temporanee; nel piazzale interno troverebbero posto un servizio di caffetteria e un’area relax. Nei restanti 1400 metri quadrati del piano nobile, caratterizzato anche da sale con soffitti affrescati, sarebbe allestita la collezione permanente del museo; previsti anche spazi per laboratori e didattica, guardaroba e bookshop. Tale progetto di recupero e riqualificazione, con la supervisione dell’architetto Giorgio Caselli, dirigente tecnico di Palazzo Vecchio, è stato approvato dalla giunta fiorentina. Sarà solo in seguito alla firma dell’accordo di gestione con il MiBACT che verrà pubblicato il bando per le successive fasi della progettazione architettonica. Franceschini e Nardella puntano all’avvio dei lavori entro il 2021 (con un’ultimazione entro 500/600 giorni), così da associare l’intera operazione alle iniziative per i settecento anni dalla morte di Dante Alighieri. Anzi, per il primo cittadino fiorentino il museo sarà il “progetto più concreto e articolato delle celebrazioni” nonché il “segno permanente” dell’anno commemorativo del Sommo Poeta. Un anno in cui Firenze – pandemia permettendo – proverà a rialzare la testa, ricoprendo il ruolo di capofila delle celebrazioni con il programma corale e “privo barriere fra le discipline artistiche” già annunciato.
ANCHE MASSIMO BRAY NEL COMITATO SCIENTIFICO
“Sta lavorando già da tempo un comitato scientifico di alto livello per l’impostazione del museo– ha aggiunto il Ministro Franceschini – perché insieme al recupero strutturale dell’immobile, c’è anche l’esigenza di creare un museo proiettato sul futuro che conservi la memoria, ma che anche attraverso le nuove tecnologie consenta di essere accessibile, didattico, adatto ai ragazzi, agli studiosi, quindi davvero un progetto straordinario.” Per conoscere i dettagli dell’esperienza museale proposta e quali opere costituiranno il patrimonio museale sarà dunque necessario attendere le scelte del comitato scientifico. A comporlo sono docenti, linguisti ed esperti attivi in istituzioni di alto profilo – l’Accademia dei Lincei, l’Accademia della Crusca, Treccani – Istituto della Enciclopedia italiana, Società Dante Alighieri e Associazione per la storia della lingua italiana –, oltre a vari soggetti della comunità fiorentina, fra cui Comune, Università, Soprintendenza, Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e Biblioteca Angelica. Tra loro Massimo Bray, anche Assessore alla Cultura della Regione Puglia.
LA RIQUALIFICAZIONE DEL COMPLESSO FIORENTINO
La realizzazione del museo rientra nel programma di riqualificazione del complesso di Santa Maria Novella, intrapreso dall’amministrazione comunale in seguito al ritorno nelle sue disponibilità dello storico immobile, nel 2016. Nei 22 mila metri quadrati della struttura, situata fra la stazione ferroviaria e piazza Santa Maria Novella, troveranno posto una pluralità di spazi, con varie funzioni ad uso anche pubblico; 3100 mq saranno riservati al social housing. Il risultato atteso è un nuovo distretto (non solo) culturale in posizione indiscutibilmente strategica rispetto ai principali flussi di accesso al centro storico.
–Valentina Silvestrini
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