Mai 30. Un’esperienza di social housing e rigenerazione urbana nel centro di Bergamo
Recentemente inaugurato, il progetto Mai 30 va nella direzione della “casa per tutti”. A pochi passi dal centro e dalla stazione ferroviaria di Bergamo, l’area dell’ex benzinaio di via Angelo Maj è stata riqualificata con la costruzione di un nuovo edificio di housing sociale. A progettarlo, gli architetti Camerlenghi e Pimpini
Nato su iniziativa della Fondazione Morzenti, il progetto Mai 30 ha come principale scopo quello di rispondere al fabbisogno abitativo facilitando l’accesso alla casa anche a chi vive in condizioni di fragilità sociale. L’edificio si compone di 23 appartamenti di metratura variabile tra i 30 e i 68 metri quadri; da programma, sette di questi sono destinati a persone con difficoltà dovute a disagio psichico, i restanti invece a nuclei familiari che non possono affrontare il pagamento degli affitti di mercato, ad esempio giovani coppie, studenti o anziani. Il Mai 30 rivolge lo sguardo non solo all’inclusione sociale, ma anche verso la sostenibilità. Il complesso, infatti, dal primo piano fino alla copertura, è costruito con elementi portanti e divisori in legno montati a secco. Per l’utilizzo di materiali eco-compatibili e la qualità delle dotazioni impiantistiche, l’edificio si classifica con un’alta efficienza energetica e un’elevata sostenibilità ambientale.
ALLOGGI IN LOCAZIONE A CANONE AGEVOLATO
L’edificio nasce dal lavoro degli architetti Sergio Camerlenghi e Gabriele Pimpini; dal punto di vista urbanistico colma un vuoto urbano dando continuità ai prospetti degli edifici su via Angelo Maj. Il complesso si compone di due volumi: il primo di sei piani fuori terra allineato lungo la via e con le medesime dimensioni in altezza e in profondità del fabbricato a cui si unisce. Questo primo volume degrada volumetricamente diminuendo in altezza, per poi chiudersi gradualmente verso piazza Sant’Anna. Il secondo corpo di fabbrica si colloca ortogonalmente rispetto al primo e anch’esso, ugualmente, degrada verso i fabbricati sul retro passando da cinque a tre piani fuori terra. Nel piano interrato si collocano l’autorimessa, le cantine e i locali tecnici. A questo, si aggiungono inoltre degli spazi commerciali al piano terra che garantiscono un mix di servizi e permettono un inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati.
NELLE PAROLE DELLE PROMOTRICI
“L’idea di vendere il terreno perché qualcun altro ci costruisse l’ennesimo condominio non ci piaceva. – hanno dichiarato le sorelle Clelia e Monica Morzenti della Fondazione Morzenti, che hanno promosso l’intervento nel 2016 – Abbiamo pensato che potevamo decidere noi cosa costruire, per chi e come. Qualcosa che servisse a esigenze diverse, che alleggerisse fragilità differenti, che fosse magari anche bello, originale, con una struttura alternativa e accogliente. La collaborazione con Kcity, l’incontro con cooperative come La Bonne Semence, Contatto, Casa Amica ha rafforzato quest’idea, perché ci è parso di trovare in loro sostegno e collaborazione sufficienti per farla decollare, trasformandola in housing sociale”.
– Sara Villani
www.gabrielepimpini.it
www.architoni.it
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