A Lina Bo Bardi il Leone d’Oro speciale alla memoria della Biennale Architettura 2021
La Biennale di Venezia sceglie la Giornata internazionale dei diritti della donna per annunciare l’assegnazione del Leone d’oro alla memoria dell’architetta, designer, scenografa, artista e critica italiana naturalizzata brasiliana. Alla vigilia del trentennale della scomparsa
Ha progettato il centro SESC – Fábrica da Pompéia, l’ampliamento del MASP- Museu de Arte de São Paulo e la modernista Casa de Vitro, immersa nella foresta tropicale e oggi sede dell’istituzione dedicata a lei e a suo marito; si è occupata di allestimenti museali, scenografie teatrali, ristrutturazione e restauro, contribuendo in maniera considerevole al rinnovamento dell’architettura brasiliana; ha co-diretto Domus con Carlo Pagani, dopo aver lavorato nell’editoria di settore accanto a uno dei suoi maestri: Gio Ponti. È nota per il suo attivismo e per l’aver espresso, con gli strumenti propri della disciplina, il principio dell’architettura come servizio collettivo. Un’architettura “moderna e antica allo stesso tempo, popolare (amazzonica, meticcia, afro-latina), vernacolare e colta, artigianale e non industriale, rispettosa delle tradizioni ma anche innovativa”. Stiamo parlando di Lina Bo Bardi, architetta, designer, scenografa, artista e critica italiana naturalizzata brasiliana: a lei sarà attributo il Leone d’oro speciale alla memoria della 17. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, la cui apertura è prevista per il 22 maggio prossimo.
IL LEONE D’ORO SPECIALE ALLA MEMORIA DI LINA BO BARDI
Come da tradizione, la proposta di conferimento del premio è arrivata da parte del curatore incaricato. Hashim Sarkis ha scelto Lina Bo Bardi riconoscendo nella progettista nata a Roma nel 1914 la figura più adatta per rappresentare il tema How will we live together?. “La sua carriera di progettista, editor, curatrice e attivista ci ricorda il ruolo dell’architetto come coordinatore (convener) nonché, aspetto importante, come creatore di visioni collettive. Lina Bo Bardi incarna inoltre la tenacia dell’architetto in tempi difficili, siano essi caratterizzati da guerre, conflitti politici o immigrazione, e la sua capacità di conservare creatività, generosità e ottimismo in ogni circostanza”, ha sottolineato Sarkis, soffermandosi sulla capacità dell’architetta di anticipare posizioni e urgenze proprie del dibattito culturale contemporaneo. “Tra le sue opere spiccano edifici imponenti che con il loro design coniugano architettura, natura, vita e comunità. Nelle sue mani l’architettura diviene effettivamente una forma di arte sociale capace di favorire l’incontro. L’esempio più alto di questa attitudine è il progetto del Museo di San Paolo, emblematico per la sua capacità di creare uno spazio pubblico per l’intera città, di realizzare spazi interni flessibili e di essere adatto a ospitare esposizioni sperimentali e inclusive, come quelle della stessa Bo Bardi. I titoli delle mostre che vi si sono svolte (“The House as Soul”, “The Dignity of Architecture”, “The Hand of the Brazilian People”) valgono da soli a illustrare molto efficacemente la capacità dell’architettura di unire le persone”, ha aggiunto. Alla vigilia del trentennale della scomparsa della progettista, la cui carriera si è in larga parte svolta in terra brasiliana, questo prestigioso riconoscimento “rappresenta il tributo a una donna che rappresenta semplicemente l’architetto nella sua migliore accezione”, ha concluso il curatore.
ACHILLINA BO, UNA CARRIERA TRA ITALIA E BRASILE
La notizia dell’attribuzione del Leone d’oro speciale alla memoria, che verrà conferito durante la cerimonia di inaugurazione della Biennale Architettura 2021, rappresenta il coronamento di una fase storica contraddistinta da un rinnovato interesse verso la produzione di Lina Bo Bardi, da considerare non solo come “riflesso” della sempre più intensa azione di riconoscimento del contributo femminile nella professione. Nell’ultimo decennio i progetti e l’eredità di Bo Bardi sono stati infatti al centro di una pluralità di progetti espositivi: dal MAXXI alla Triennale; dal Calouste Gulbenkian Museum di Lisbona al Design Museum Gent; dal “suo” MASP fino al MCA Chicago. Un’attenzione estesa anche all’editoria di settore e per ragazzi, testimoniata ad esempio dalla pubblicazione del volume illustrato Lina, edito da Topipittori, e all’arte contemporanea, come nel caso della recente videoinstallazione curata dal filmaker londese Isaac Julien per la rassegna capitolina Lina Bo Bardi – Un meraviglioso groviglio.
IL COMMENTO DELL’ISTITUTO BARDI DI SAN PAOLO
Pacate e dense di significato le parole scelte dai responsabili dell’Instituto Bardi di San Paolo del Brasile per commentare la notizia dell’attribuzione del premio. “Ci auguriamo che l’edizione 2021 della Biennale Architettura – piuttosto che accrescere la popolarità di Lina Bo Bardi come icona dell’architettura – contribuisca a contestualizzare e comunicare ancora meglio la profondità della sua visione critica del mondo: prendersi sempre cura di coloro culturalmente meno rappresentati, sempre consapevole dell’importanza della diversità nell’arte e nell’architettura e impegnata in un approccio multidisciplinare a un’architettura che tiene insieme persone di ogni ceto sociale. Il Leone d’Oro Speciale del 2021 risuona per l’impatto delle stesse parole dell’architetto: la vita e l’opera di Lina Bo Bardi non appartengono al passato, ma decisamente al presente. In effetti, sembrano più che mai attuali, come simbolo del patrimonio architettonico e umano. Ringraziamo La Biennale di Venezia per la sua visione nel riconoscere oggi una donna generosa e poliedrica che ha raggiunto in vita così tante persone e continuerà a essere di ispirazione per molte generazioni a venire”. Un approfondimento critico sulla carriera di Lina Bo Bardi è disponibile a questo link.
– Valentina Silvestrini
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