Il caso del palazzo Liberty a Milano dipinto di nero. Il Comune: “non c’è vincolo”
Si tratta del Demidoff Hotel, edificio degli anni Trenta del Novecento e oggetto di polemiche tra abitanti del quartiere, social network e politici per via del colore utilizzato per dipingere una delle sue facciate. Tutta la vicenda
Da sempre il nero è considerato un colore chic, un classico che non passa mai di moda, la soluzione ideale per tutte quelle situazioni in cui non si sa cosa indossare. La diffusa ovazione per il colore nero però, a quanto pare, vale solo per la moda, dato che il suo utilizzo nella sfera architettonica sta facendo dibattere non poche persone in quel di Milano e sui social. Il “caso” di cui stiamo parlando è il recente restyling del Demidoff Hotel, situato tra via Aldrovandi e Via Plinio, poco distante dalla casa museo Boschi-Di Stefano. Come si legge sul sito web del Demidoff, “l’hotel venne costruito nel 1931 in seguito ad una scommessa: si sosteneva infatti fosse impossibile erigere un palazzo in quello spazio limitato. Padre e figlio, entrambi ingegneri di carrelli per aeromobili, accolsero la sfida. Fu così edificato l’Albergo Plinius, in seguito denominato Demidoff Hotel, caratterizzato dalla peculiare forma a ‘ferro da stiro’, dal carattere liberty proprio di quel periodo”. A progettare l’albergo è l’architetto Egidio Corti, nato a Milano nel 1856 e autore delle Case di affitto della Banca Popolare in via S. Paolo, l’Edificio delle Scuderie Bocconi al Rondò di Loreto, il fabbricato della Succursale di Napoli per la Ditta Bocconi, lo Stabilimento Tempini a Brescia. Un’architettura, quella del Demidoff Hotel, che fino a qualche giorno fa era cromaticamente integrata nel contesto del quartiere, in cui per le facciate dei palazzi a prevalere sono le tinte chiare, e che adesso salta immediatamente all’occhio per il nuovo colore della facciata su Via Aldrovandi, un total black che ha ricoperto anche i fregi in stile Liberty.
LA FACCIATA NERA DEL DEMIDOFF HOTEL A MILANO. LE POLEMICHE
I primi a sollevare perplessità e polemiche sul nuovo look del Demidoff Hotel sono stati gli abitanti del quartiere, che su diversi gruppi Facebook hanno palesato il proprio malcontento: “sembra un palazzo uscito da un incendio”, “un obbrobrio”, “deprimente”, “funereo”, sono solo alcuni dei commenti, e in molti si sono inoltre chiesti “chi ha dato il permesso per fare ciò?”. La risposta è arrivata, tramite un post pubblicato sul proprio profilo Facebook, da Massimo Scarinzi, Assessore alle Attività Produttive e Lavoro, Commercio e Sport presso il Municipio 3 del Comune di Milano: “dopo le tante segnalazioni sul palazzo di via Plinio angolo Aldrovandi è stata fatta chiarezza sulla vicenda: per questo tipo di colorazioni non è richiesta alcuna autorizzazione comunale. Sul palazzo non c’è un vincolo paesaggistico o della sovrintendenza quindi l’impresa non ha necessità di ottenere alcuna autorizzazione”, spiega Scarinzi che, in un post successivo, scrive che “per evitare che situazioni come quella di via Aldrovandi si ripetano in futuro sarebbe molto utile un piano colore per Milano, come suggerito dalla mia collega Antonella Bruzzese, assessora all’Urbanistica del Municipio 3. Come Municipio 3 ci prendiamo l’impegno di formalizzare la richiesta al Comune. In questo momento in cui, grazie ai bonus del governo, stanno partendo moltissime ristrutturazioni, è giusto lavorare per tutelare il Liberty e i quartieri storici come Porta Venezia”. Ma davvero come dice Scarinzi l’obbiettivo corretto è esclusivamente vietare invece di concedere, ogni tanto, sperimentazione coraggiose a qualche proprietario? Il dibattito è aperto.
MILANO E LE FACCIATE NERE. IL PRECEDENTE DI VIA FARNETI
Quello del Demidoff Hotel non è l’unico caso, a Milano, di restyling all’insegna del colore nero: già due anni fa un palazzo in Via Farneti, dei primi del Novecento, era stato ristrutturato e ridipinto in grigio scuro, con disapprovazione da parte degli abitanti del quartiere e raccolta firme per presentare reclamo. In quella occasione la Commissione Paesaggio espresse opinione contraria all’utilizzo di quel colore, e la proprietà dovette schiarire la facciata di due tonalità di grigio.
– Desirée Maida
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati