Urbanistica e visione di The Student Hotel che arriverà anche a Roma nel 2023
Dopo Firenze e Bologna, The Student Hotel raggiungerà la Capitale, offrendo una tipologia di hospitality aperta ai giovani e al territorio.
Con questo quinto progetto, TSH Group raggiunge un investimento totale nel mercato italiano di 450 milioni di euro, di cui circa 90 nella città di Roma. Il TSH San Lorenzo si svilupperà nel lotto dell’Ex-Dogana, in una struttura ibrida di 21mila metri quadrati comprensiva di 444 stanze per studenti, ospiti hotel e giovani professionisti, oltre che di spazi verdi, ristoranti, bar, co-working e aree dedicate a sport, eventi e attività ricreative, completamente aperte e accessibili al pubblico. Ne abbiamo parlato con Edoardo Volpi, Head of Investments Italy, che ha definito The Student Hotel “dirompente, d’impatto, inclusivo”.
Perché, dopo Firenze e Bologna ‒ con previsione di aperture a Torino e ancora Firenze ‒, avete pensato alla Capitale, prima, ad esempio, di pensare a una città come Milano?
Roma è sempre stata un obiettivo naturale per la nostra espansione: una città che ospita alcune delle migliori università e una delle comunità studentesche più grandi ed eterogenee in Italia e in Europa, un mercato alberghiero forte e una scena di start-up giovane e in rapida crescita. Roma ha una grande offerta sia di hotel di lusso che di piccoli hotel della vecchia scuola. A oggi, però, non c’è niente nel mezzo. Il nostro concetto di ospitalità ibrida fornisce uno spazio deliberatamente progettato per questo scopo e dove persone di ogni ceto sociale possono mescolarsi, socializzare, connettersi.
La città sta vivendo un momento fortunatissimo sul fronte hospitality, con tanti cantieri in corso e nuove aperture previste da qui al 2023. Quali sono, secondo voi, le prospettive future nel settore turistico?
La nostra sensazione è che questa pandemia avrà un profondo impatto sulle aspettative che gli ospiti avranno in merito alla loro esperienza durante il soggiorno. Gli ospiti vorranno tornare e connettersi con le persone e cercheranno strutture che aggiungano valore al loro viaggio e che capiscano la loro necessità di riconnettersi con gli altri.
LE CARATTERISTICHE DI THE STUDENT HOTEL
Un modello di business ibrido ‒ di cui i flussi turistici costituiscono solo una parte ‒ vi ha consentito di rimanere aperti anche nei mesi passati. Dal punto di vista strategico, cosa TSH ritiene importante comunicare da qui ai prossimi dieci anni?
Nonostante i tempi difficili, questo periodo ci ha fornito una visione migliore di ciò su cui dobbiamo concentrarci nei prossimi anni. Siamo infatti rimasti aperti per tutto questo periodo e la buona notizia è che abbiamo confermato che il nostro modello ibrido funziona davvero bene: la flessibilità che il modello comporta, con la possibilità di cambiare l’assegnazione e ri-destinare le camere d’albergo ad alloggi per studenti secondo necessità, ci ha permesso di mantenere buoni tassi di occupazione. Abbiamo alcune novità che miriamo a lanciare tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2022, Covid permettendo ovviamente.
Attualmente presente in 16 città europee, TSH nella maggior parte dei casi agisce su edifici preesistenti, alcuni storici. Su quali sfide architettoniche ponete maggiore attenzione quando vi trovate a ripensare spazi già così connotati?
Ogni TSH che progettiamo e sviluppiamo è unico perché ogni città è unica. Tutti i nostri progetti sono una miscela di architettura locale e lo stile di TSH. Ogni sito ha le sue sfide. L’elemento che accomuna tutti i diversi progetti e quello su cui poniamo maggiormente l’accento è il modo in cui pensiamo agli spazi. Progettiamo sempre le nostre strutture fondendo le diverse aree: per riunire ospiti, gente del posto e visitatori e per essere più divertenti dei soliti spazi comuni di hotel o residence per studenti.
TSH A ROMA
Dal punto di vista urbanistico TSH a Roma insisterà su un quadrante strategico, in mezzo a due quartieri molto frequentati dai giovani, i vostri principali fruitori. Perché avete ritenuto fondamentale fare un investimento lì?
Dopo un’attenta valutazione, siamo giunti alla conclusione che San Lorenzo fosse la soluzione migliore per noi in termini di posizione: uno dei quartieri più autentici di Roma, che ospita una delle più grandi università e comunità studentesche d’Europa, pieno di artisti e artigiani, con una mentalità proiettata verso il futuro. Inoltre, il sito Ex-Dogana ha presentato tutte le caratteristiche che stavamo cercando per realizzare un progetto dirompente a Roma. San Lorenzo poi è un’area che negli ultimi anni ha già avviato un processo di rigenerazione culturale e urbana e come TSH vogliamo sempre portare il nostro contributo positivo alle comunità in cui ci stabiliamo.
Cosa potete anticiparci del progetto architettonico?
Il progetto ‒ curato dall’architetto Matteo Fantoni con Engeko e Italsocotec, project manager ‒mira a creare un campus con un proprio distretto completamente aperto non solo agli ospiti ma anche alla comunità locale e ai visitatori. Il progetto per la ristrutturazione di una ex struttura doganale post-industriale prevede la riqualificazione dell’edificio storico fronte strada in uno spazio di co-working completamente funzionale e lo sviluppo di un nuovo edificio sul retro del lotto: una struttura che include alloggi per studenti, camere d’albergo, co-living e spazi destinati a ristoranti, riunioni ed eventi, diverse aree verdi e aree dedicate ad attività sportive e ricreative, completamente aperte al pubblico.
La sostenibilità è per voi un pivot importante su cui costruire l’idea di futuro, a servizio delle nuove generazioni. Anche questa sede romana è stata pensata in ottica green?
Il sito è già stato sottoposto a un completo processo di bonifica ambientale e puntiamo a ottenere un’ottima certificazione BREEAM. Per quanto riguarda le tecnologie utilizzate, entrambi gli edifici avranno sistemi di building intelligence: ciò consentirà di massimizzare l’efficienza degli impianti e, quindi, di limitare i consumi energetici a livelli ottimali. Infine, i materiali utilizzati saranno solo di provenienza locale.
– Giulia Mura
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