Tutti i Giacometti. Una super famiglia d’arte in mostra alla Fondazione Maeght
La storica fondazione di Saint-Paul de Vence celebra “I Giacometti” con un’importante mostra che ricostruisce le analogie, le differenze e le meraviglie di una famiglia di creativi che hanno attraversato la storia dell’arte del Novecento. Tra pittura, scultura, design e architettura.

Una nuova mostra su Giacometti? Assolutamente sì, se ad organizzarla è la Fondation Maeght, prima fondazione d’arte indipendente in Francia che dal 1964 ad oggi ha esposto i capolavori della collezione nata dal legame dei mercanti d’arte visionari Aimé e Marguerite Maeght, in una cornice unica che fonde la lussureggiante vegetazione della Costa Azzurra con gli spazi modernisti concepiti dell’architetto Josep Lluís Sert.
La mostra, intitolata Les Giacometti: Une Famille de Créateurs e curata dal leggendario fotografo e filmmaker Peter Knapp, è concepita come una grande antologica dedicata alla storia di una famiglia che, partendo dal paesino di Borgonovo di Stampa in Ticino, influenzò i linguaggi dell’arte moderna.

Augusto Giacometti, Mon père, 1912 © DR
GIOVANNI E AUGUSTO GIACOMETTI
Ciascuno dei grandi spazi nei quali l’esposizione è suddivisa si concentra su ognuno dei protagonisti in un una successione utile a coglierne le evoluzioni stilistiche e le reciproche influenze.
Si parte dunque da quel territorio così remoto e apparentemente marginale al racconto del Novecento, e invece così fondamentale per capirne la genesi: le valli Svizzere dove Giovanni (padre di Alberto, Diego e Bruno) e il cugino Augusto nacquero sono il soggetto che muove il loro desiderio di rappresentare con il colore e la luce, la loro volontà di catturare ogni prezioso raggio luminoso e fenomeno atmosferico di chi è cresciuto in una valle per lo più all’ombra per la maggior parte dell’anno. Ecco quindi le splendide tele di Giovanni Giacometti (1868-1933) attraverso le quali si testimonia il progresso e le influenze della pittura europea di quegli anni: da Hodler a Segantini, dal Simbolismo all’Impressionismo, dai Fauves alla Die Brücke (di cui Giovanni fece parte).
La sintesi e la prosecuzione di quelle esperienze, furono portate ad esiti ancora più radicali da Augusto Giacometti (1877-1947), affamato di tutto ciò che gli ambienti artistici e intellettuali più innovativi dell’inizio del secolo avevano da offrire; fu maestro del colore applicato come materia nei suoi lavori che prima lambiscono e poi si consegnano a una personalissima astrazione.

Les Giacometti. Une famille de créateurs. Exhibition view at Fondation Maeght, Saint Paul de Vence 2021 © Archives Fondation Maeght. Photo Roland Michaud
ALBERTO E DIEGO GIACOMETTI
Il percorso, allestito per l’occasione dall’architetto e designer francese Olivier Gagnère (attivo in Italia già nei primi Anni Ottanta con il gruppo Memphis), prosegue con i due più noti Giacometti: Alberto e Diego (1902-1985), che i visitatori hanno potuto ammirare ritratti nelle coloratissime tele paterne prima come bimbi e poi come adolescenti.
Con i due fratelli il colore viene meno; entrambi scoprono nelle trasferte italiane e francesi l’antico, l’archeologia, il Futurismo e il tribalismo di quegli stessi artefatti africani che tanto contribuirono alla formulazione del “moderno”. Le loro prime prove dopo quelle accademiche denotano un’acuta attenzione al Cubismo, alla arti primitive e al Surrealismo, con quale Alberto (1901-1966) collaborò per un decennio fino al 1935 per poi tornare asceticamente alla natura, dipingendo ed esponendo a intermittenza ma allontanandosi dal dibattito artistico e guadagnandosi da vivere con Diego fino agli Anni Quaranta creando oggetti d’arredamento: di questo periodo la mostra ha il pregio assoluto di mostrare una delle più grandi selezioni di oggetti mai esposti insieme, che testimoniano quanto i due fratelli furono geniali creatori di artefatti che vanno ben oltre alla sminuente definizione di “arti decorative”.
Anzi: è proprio l’estrema maestria guadagnata nella lavorazione di tali oggetti che permise ad Alberto (che Diego aiutò per tutta la sua carriera) di diventare uno dei più grandi scultori della storia e di formulare quel rapporto dialettico tra materia e il vuoto che l’avvolge e corrode. I contorni delle iconiche anatomie di Alberto, dai bordi continuamente frantumati, suggeriscono e vanificano a un tempo le diverse presenze che risultano tanto più leggibili quanto più osservate a distanza e che il visitatore potrà ammirare al Maeght nei numerosissimi esemplari, alcuni permanentemente esposti negli spazi esterni della Fondazione.

Bruno Giacometti, Pavillon suisse de la Biennale de Venise, 1952 Werk 1952
BRUNO GIACOMETTI
Uno spazio minore ma non meno interessante è dedicato a Bruno Giacometti (1907-2012), il più giovane dei Giacometti, dapprima talentuoso violinista e poi solido architetto modernista che ha lasciato testimonianze soprattutto in territorio elvetico della sua pratica (il padiglione Svizzero ai Giardini della Biennale di Venezia porta la sua firma) e che ebbe un ruolo fondamentale nella storia degli allestimenti delle mostre dedicate ai membri della sua famiglia, una famiglia del tutto eccezionale.
– Riccardo Conti
Saint-Paul de Vence // fino al 14 novembre 2021
Les Giacometti: Une Famille de Créateurs
FONDATION MAEGHT
623, Chemin des Gardettes
www.fondation-maeght.com





















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