Luci su Roma. Alla scoperta della capitale assieme a progettisti, creativi, designer
Luci su Roma è un progetto editoriale di ZERO e Scenario che, tramite un format che fonde scrittura e fotografia, porta all’esplorazione della Città Eterna, entrando in contatto con i protagonisti della progettazione, della creatività e dell’artigianato della città.
È nato il format Luci su Roma, ideato da ZERO e Scenario, che porta alla scoperta – o meglio alla riscoperta – urbana dei territori romani, delle differenze interne al tessuto cittadino, del brulichio creativo che respira e batte all’unisono con la Città Eterna. Lo scopo di Lights on Roma è creare un’antologia di ritratti – dei protagonisti creativi che vivacizzano la città – e, allo stesso tempo, creare una rete, una mappatura dei luoghi che plasmano e articolano il panorama cittadino. Si restituisce in tal modo una sorta di scenografia della scena contemporanea. Come? Tramite una miscela narrativa, verbale e visiva: un racconto per immagini accompagnato da considerazioni, pensieri e memorie dei protagonisti della cultura creativa e progettuale.
ORIGINI DEL PROGETTO LUCI SU ROMA
Scenario è la neonata agenzia di consulenza ideata da Lucia Bosso e Francesca Iovene, che si è affidata per questo progetto alle fotografie di Flavia Rossi, la quale con sguardo limpido indaga le tematiche della memoria e della geografia emozionale, prendendo spunto da letteratura, musica e pittura. “Luci su Roma è uno dei primi progetti che creiamo con Scenario che vuole essere strumento di archivio fotografico del panorama urbano contemporaneo”, racconta ad Artribune Lucia Bosso. “La volontà è ampliare la percezione di ciò che pensiamo di conoscere attraverso la fotografia che, soprattutto in questo momento, rischia di appiattirsi ad uno sguardo omologato. Scenario si pone come osservatorio, non vuole essere allineato al trend proposto dalla cultura dell’immagine. Le fotografie di Flavia Rossi si discostano dalla brandizzazione da cartolina dei luoghi della città”. Nicola Gerundino coordina i testi sulla pagina online di ZERO dove, tra prossimità, profondità e prospettiva aerea, si alternano le voci di alcuni protagonisti della progettazione, della creatività e dell’artigianato della città, attentamente selezionati da ZERO e Scenario. Nicola Gerundino ci introduce nell’anima del progetto, la cui idea è nata durante il lockdown: “Il tempo di resilienza trascorso ha riportato tutti con forza a una dimensione iperlocale: quella dell’appartamento, delle strade attorno alla propria casa, dei quartieri, fino a riscoprire la città come una somma di unità e reti. Proprio su questo terreno ZERO ha incontrato nelle ultime settimane il lavoro di Scenario, realtà a cavallo tra Roma e Berlino che indaga il ruolo dell’immagine fotografica nella cultura e nella divulgazione architettonica e urbana, ampliandone la consapevolezza”.
IL FOCUS SUI QUARTIERI SOTTO LA GUIDA DEI CREATIVI
Così IT’S – società di architettura fondata nel 2016 da Alessandro Cambi, Francesco Marinelli e Paolo Mezzalama con sedi a Roma, Ginevra e Parigi – descrive l’area di Casal Bertone: “Tra la stazione Tiburtina e l’arteria della Prenestina, Casal Bertone lo definiamo spesso come un terrain vague, una zona ibrida, con una forte connotazione industriale novecentesca, dove però si riconoscono elementi architettonici eterogenei” includendo tra questi gli orti sociali di Villaggio 95 o la zona che circonda il lago dell’Ex Snia. Passando all’Eur si incontra la coppia formata da Chiara Pellicano ed Edoardo Giammarioli. Sono Millim, studio creativo che si nutre dell’ispirazione proveniente dal quartiere, energico e razionale, per concepire i propri progetti: “Forse l’Eur non è un quartiere che consola, con i suoi spazi enormi, l’architettura austera e geometrica, il senso di isolamento e a volte di vuoto che ti sorprende. È un quartiere introspettivo e stimolante, che ti mette in una necessaria condizione di ascolto”. In ultimo, per ora, approdiamo a Ostiense dove a guidarci è None, collettivo fondato da Gregorio De Luca Comandini, Mauro Pace e Saverio Villirillo, che sostengono: “utilizziamo la tecnologia come strumento per creare narrazioni, pratiche, installazioni e mostre, e indaghiamo i nuovi linguaggi che combinano elementi fisici e digitali”. Nel loro vivido resoconto dell’area ex-industriale, riescono a divertire, indignarsi, proporre idee di recupero e rigenerazione, regalare brani di realtà quotidiana; partendo dalla loro base a Via Libetta osservano con criticità gli spazi abbandonati, la gentrificazione del quartiere, lo spreco di risorse dimenticate: “Uno dei nostri primi ricordi di Ostiense è legato a quelle volte in cui uscivamo da scuola – ma forse a volte a scuola non ci entravamo proprio – e attraversavamo la città per pranzare da Pierino al Gasometro: una storica trattoria in cui Pierino e la moglie servivano fettine panate e gricia. Pierino ci raccontava di quando da bambino aiutava il padre a portare i pasti agli operai dell’Italgas e della Mira Lanza dall’altro lato del Tevere, in bicicletta con il portapacchi carico di teglie di amatriciana”. Insomma, questi e molti altri racconti per una chiave di lettura nuova della città.
-Giorgia Basili
ssscenario.com
https://www.instagram.com/ssscenario/
Millim
https://www.millimstudio.com
None
https://nonecollective.it
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