San Giacomo Apostolo a Ferrara: pronta la chiesa progettata da Benedetta Tagliabue
Dopo una lunga gestazione, inaugurano il complesso parrocchiale e la chiesa di San Giacomo Apostolo di Ferrara su progetto dello studio di architettura Benedetta Tagliabue – Miralles Tagliabue EMBT. “Un’umile capanna, fatta di canne e cemento grezzo”, l’ha definita la progettista italiana, da anni di base a Barcellona.
“Sarà la nostra prima chiesa. Confesso che mi sembra di aver vinto quel concorso, non so… dieci anni fa! Il processo è stato molto lento. Una chiesa nuova è un tema complicato, sia dal punto di vista simbolico, che come investimento. Abbiamo pensato di partecipare al concorso con Cucchi, che aveva già fatto una chiesa – molto poetica – con Botta ed è andata bene! La costruzione è finalmente iniziata e sono molto contenta”. Sono trascorsi quasi quattro anni da quando Benedetta Tagliabue, all’apertura della mostra dedicata al suo studio al Museo Novecento di Firenze, raccontava ad Artribune l’avvio dei lavori per il complesso parrocchiale e la chiesa di San Giacomo Apostolo a Ferrara, la cui inaugurazione ha avuto luogo sabato 16 ottobre. Un intervento dalla lunga gestazione, giunto a conclusione a breve distanza dall’ultimazione della Chiesa di Santa Maria Goretti nel piccolo comune montano di Mormanno (Cosenza), a sua volta opera di MC A – Mario Cucinella Architects. A promuovere la costruzione di entrambi gli edifici – e della chiesa parrocchiale S. Ignazio da Laconi di Olbia, progettata da Francesca Leto, Michele Battistella e Daniele Bertoldo – fu la CEI – Conferenza Episcopale Italiana, ormai dieci anni fa. Si trattava della sesta edizione dei Progetti Pilota, iniziativa che prevedeva la progettazione di tre nuovi edifici ecclesiastici per ciascun ciclo, nel Nord, nel Centro e nel Sud Italia, tramite concorso a inviti. Fra gli esiti più conosciuti – e discussi – si ricorda la chiesa di S. Giacomo Apostolo a Foligno (Perugia), progettata da Massimiliano e Doriana Fuksas all’inizio degli Anni Duemila.
LA CHIESA DI BENEDETTA TAGLIABUE A FERRARA
Dichiaratamente concepita in contrapposizione con l’architettura storica ferrarese, materica e compatta, la chiesa disegnata da Tagliabue presenta un’impostazione scultorea, di matrice organica. A caratterizzare il volume principale, associato a una serie di aule destinate a servizi educativi, associativi e ricreativi per la comunità locale, è la copertura a volta dell’aula liturgica, un elemento che consente di riconoscere, con una certa immediatezza, la mano della progettista. All’interno, a ritmare la copertura è una trama lignea, per la quale Tagliabue suggerisce il riferimento a “un’umile capanna, fatta di canne e cemento grezzo”. Come raggi di diversa lunghezza, le porzioni lignee convergono nell’anello in vetro posto al di sopra dell’altare. La luce naturale, proveniente dall’alto, finisce così per inondare questo punto focale e anche una monumentale croce lignea: posta “in sospensione”, anziché essere ancorata verticalmente a una parete, è stata realizzata con travi di recupero, provenienti dalla ristrutturazione del municipio ferrarese.
NEGLI INTERNI LE OPERE DI ENZO CUCCHI
La chiesa possiede “uno spazio circolare e avvolgente con una forma archetipica e spirituale che ispira il raccoglimento, ma è nel contempo piena di luce”, racconta ancora Tagliabue, coadiuvata in quest’opera dal liturgista Roberto Tagliaferri e dell’artista Enzo Cucchi. Alla cura destinata agli interni, si accompagna la volontà di favorire una connessione diretta fra il nuovo innesto architettonico e il tessuto urbano. In questa ottica si colloca la grande piazza antistante la chiesa, rivolta alla città e pensata come “un’estensione naturale del sagrato”. Con l’apertura della chiesa, l’attenzione si concentra ora sull’altro grande intervento dello studio catalano in Italia: la stazione della metropolitana nell’area del Centro Direzionale di Napoli. Attualmente in costruzione, è destinata a inserirsi, con la sua possente copertura in legno, nelle dinamiche del quartiere progettato dall’architetto giapponese Kenzo Tange a partire dagli anni Settanta del secolo scorso.
-Valentina Silvestrini
http://www.mirallestagliabue.com/
Benedetta Tagliabue: Nearly Ninety
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