Torre Womb. Studio Labics progetta un nuovo grattacielo a Milano
WOMB, acronimo di Wellness Over Milano Bureaux, è il nome della torre con cui lo studio romano ha vinto il concorso bandito da Reale Immobili. “Ci sono gli alberi perché ci siamo ispirati alla Torre Guinigi di Lucca”
A qualche mese dal successo nella gara promossa da Invitalia per il nuovo piano dell’arena del Colosseo, nel team capitanato da Milan Ingegneria, lo studio di architettura Labics si è aggiudicato il concorso di idee ad invito per la progettazione di un nuovo edificio uso uffici che dovrebbe essere costruito a Milano. Indetta da Reale Immobili, società che dal 2002 si occupa della gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare di Reale Group, la competizione era finalizzata all’elaborazione di “un’idea progettuale particolarmente forte, in grado di soddisfare i desiderata del mercato, prestando quindi particolare attenzione ai comfort ambientali degli spazi di lavoro, al risparmio energetico, alla flessibilità nell’utilizzo degli ambienti”. Ai partecipanti era inoltre richiesto di tenere in considerazione il rapporto con il contesto urbano dell’area inserimento, nel nuovo business district di Porta Nuova. Fondato a Roma nel 2002 dagli architetti Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori, Labics ha vinto il concorso con un progetto giudicato “capace di esprimere al meglio la risposta ai principali contenuti del Bando e di prefigurare le possibili future risposte alle riflessioni sui nuovi modi di lavorare nell’era post covid, oggi ancora oggetto di profonda ricerca nel mercato italiano”. Alto 88 metri, il nuovo edificio (di 6300 mq) è stato concepito per il lotto fra via Massimo D’Azeglio e via Tito Speri, attualmente occupato da un immobile risalente agli anni Cinquanta di proprietà di Reale Immobili.
A MILANO LA PRIMA TORRE PROGETTATA DA LABICS
Con all’attivo interventi come Città del Sole, nel quadrante tiburtino della Capitale, e il MAST a Bologna, Labics ha elaborato il progetto della Torre WOMB (acronimo di Wellness Over Milano Bureaux) a partire da quattro principi: identità; struttura; natura; sostenibilità. A guidare la mano dei progettisti è stata, innanzitutto, la volontà di “lavorare su alcuni elementi identitari e sul carattere dell’architettura milanese, per far sì che la nuova torre fosse in grado di inserirsi nel contesto, non come un oggetto estraneo”, come da loro stessi precisato. Una dichiarazione che riflette la volontà dello studio di percorrere una traiettoria autonoma e distinta rispetto a quella “ricerca di una originalità formale “a tutti i costi”” che ha accompagnato alcuni recenti interventi di trasformazione dello skyline milanese. Di conseguenza, la torre si attesta lungo le due strade del lotto in modo da “ricucire idealmente la forma dell’isolato, sanando così l’interruzione creata dal manufatto esistente che non ne rispetta le giaciture”. Inoltre rilegge, con modalità peculiari, la verticalità strutturale degli edifici alti di Milano: “Abbiamo così immaginato una torre che si potesse costruire a partire dal disegno della struttura”, precisano ancora gli architetti, “una struttura che si alleggerisce verso l’alto come le guglie del Duomo; che a tratti si stacca dall’involucro come gli archi rampanti nelle cattedrali gotiche o le nervature della torre Velasca.” Formata da pilastri di forma triangolare che si rastremano verso l’alto, la maglia strutturale della torre diviene l’elemento distintivo dell’intero edificio, oltrepassando in un certo senso la condizione di suo “reticolo costituitivo”.
TORRE WOMB DI LABICS. UN BOSCO DI LECCI IN COPERTURA
Non mancano gli alberi nella torre WOMB dello studio Labics, che ha lavorato al progetto con Arup e Gad. “Abbiamo cercato, senza retorica, di superare i cliché degli uffici chiusi e sigillati, dove l’aria non può circolare in modo naturale, immaginando una torre che offrisse la possibilità di interagire con l’esterno, di aprirsi ad uno spazio naturale”, raccontano i progettisti. Per assicurare a ciascun piano dell’edificio uno spazio esterno vivibile, potenzialmente impiegabile anche per svolgere la propria attività lavorativa, e definire una “sequenza di verde” a sviluppo verticale “la struttura esterna si stacca dall’involucro, dal limite fisico dello spazio interno, per inglobare aria, luce e verde”. Diverso, infine, il registro scelto per il coronamento e nel piano terra dell’edificio, dove Labics si avvicina al tema del giardino con due modalità: concependolo come integrazione allo spazio pubblico sul fronte stradale, con gli alberi che si alternano alle costolature della struttura; immaginandolo come “omaggio alla torre Guinigi di Lucca” in copertura, dove dovrebbe essere piantumato un piccolo bosco di lecci. In attesa di conoscere l’evoluzione del programma della Torre WOMB, che in coerenza con le linee guida del bando, dovrà raggiungere precisi obiettivi in termini di sostenibilità (fra cui l’indipendenza energetica per gran parte dell’anno), l’attenzione si concentra su Ferrara. In questa città, infatti, Labics è attualmente impegnato nell’intervento di restauro e riqualificazione di Palazzo dei Diamanti. L’inaugurazione è fissata per settembre 2022, quando la storica sede ospiterà la mostra sulla follia già annunciata dal presidente di Ferrara Arte Vittorio Sgarbi e dall’assessore Marco Gulinelli.
-Valentina Silvestrini
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