Il nuovo padiglione temporaneo della Serpentine di Londra sarà una cappella di Theaster Gates
Da inaugurarsi il prossimo giugno ai Kensington Gardens di Londra, il tempio nero del grande artista di Chicago riflette il profondo senso di spiritualità e comunità proprio della sua pratica.
Una cappella nera, interamente di legno, che si innalzi nei bianchissimi Kensington Gardens come un tempio alla black magic. Non può che essere di Theaster Gates (Chicago, 1973) questa Black Chapel, il ventunesimo Serpentine Pavillion che sorgerà nel cuore di Londra quest’estate. Da realizzarsi con il supporto architettonico dello studio di Sir David Adjaye OBE, la Adjaye Associates, e quello tecnico di Goldman Sachs, la sua versione del padiglione estivo delle Serpentine Galleries aprirà al pubblico venerdì 10 giugno 2022 a Hyde Park. Ma c’è già molto da dire: Black Chapel si preannuncia una creazione singolare, allusiva di una spiritualità meditativa e comunitaria pienamente afroamericana, che vuole allo stesso tempo omaggiare l’artigianato e la manifattura britanniche. Per tutta l’estate 2022, il padiglione ospiterà gli incontri live di musica, poesia e danza delle Park Nights, che si affiancheranno ai programmi di educazione civica e comunitaria e ai workshop della galleria.
LA FUNZIONE DEL PADIGLIONE DI THEASTER GATES
Ispiratasi alle grandi fornaci di Stoke-on-Trent, l’opera di Theaster Gates avrà la forma di un grande edificio, alto e parzialmente aperto, illuminato al suo interno da lame di luce grazie a un oculo, a mo’ di pantheon: l’atmosfera che si viene a creare dentro e intorno al padiglione – anche grazie alla campana della vecchia chiesa di Chicago St. Lawrence posta accanto all’ingresso del pavillion perché chiami i visitatori a raccolta –, è riflessiva. Presente al suo ruolo di piattaforma per esibizioni dal vivo, la Black Chapel si inserisce pienamente nella pratica artistica di Gates, noto per creare spazi di condivisione sociale attraverso l’urbanistica e l’architettura: “Black Chapel vuole essere uno spazio dove riposarsi dalle pressioni del giorno e trascorrere del tempo in tranquillità. Ho sempre voluto costruire spazi che tengano conto del potere del suono e della musica come meccanismo di guarigione e come ‘forza emotiva’ che permette alle persone di entrare in uno spazio di profonda riflessione e/o partecipazione”.
“Siamo onorati di intraprendere questo progetto con un nome di primo piano come Theaster Gates”, hanno detto l’ad delle Serpentine Galleries Bettina Kored e il direttore artistico Hans Ulrich Obrist, che hanno selezionato il padiglione di quest’anno insieme alla direttrice dei progetti speciali Julie Burnell, alla direttrice delle pratiche pubbliche Yesomi Umolu e alla curatrice del progetto Natalia Grabowska, insieme ad Adjaye OBE e David Glover. “Tra le voci più significative del nostro tempo, Gates unisce nella sua pratica formalismo, concettualismo e un forte impatto su tutte le comunità in cui lavora e non solo. Siamo impazienti di accogliere i visitatori in una piattaforma per l’impegno, la spiritualità e la solidarietà”. In linea con la policy di sostenibilità ambientale delle Serpentine, l’opera è inoltre progettata per avere il minor impatto inquinante possibile, il legno con cui è costruita è reperito da fonti certificate, mentre la struttura completamente smontabile e leggera troverà una nuova funzione alla fine dell’estate. La Black Chapel rappresenta il culmine della collaborazione tra le Serpentine Galleries con le istituzioni artistiche londinesi del Victoria and Albert Museum, della Whitechapel Gallery e di White Cube, che hanno organizzato con il nome di The Question of Clay una mostra diffusa per esporre il lavoro dell’artista tra il 2021 e il 2022.
PERCHÉ “BLACK CHAPEL”: L’ESPERIENZA DI ARTISTA NERO DI GATES
“Chiamare il padiglione Black Chapel è stato importante”, ha detto Gates, connettendo strettamente l’opera alla sua esperienza di artista nero. “Riflette le parti invisibili del mio percorso artistico, riconosce il ruolo che la musica e le arti sacre hanno avuto sulla mia pratica e come queste avessero una cifra emotiva e comunitaria”. La comunità è al centro della sua pratica, e nonostante abbia esposto nei migliori musei del mondo, l’artista non ha mai perso di vista il suo bacino d’origine, Chicago e la sua popolazione afroamericana: nel 2010 ha dato vita alla Rebuild Foundation, una piattaforma senza scopo di lucro per l’arte, lo sviluppo culturale e la promozione territoriale del South Side della città dei laghi. La rifondazione di pratiche positive è il suo mantra: per questo non deve sorprendere che il nome del padiglione progettato da Gates suoni familiare. Riprende infatti lo stesso titolo di una commissione richiestagli tre anni fa da Okwui Ewezor, al tempo direttore e curatore dell’Haus der Kunst di Monaco, assegnatagli perché desse nuova vita all’atrio del museo (originariamente costruito dal regime nazista) con della “vita spirituale nera”.
– Giulia Giaume
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