Il tempio sotterraneo più grande del mondo è a pochi chilometri da Torino

La fotografa Silvia Camporesi descrive la sua visita al tempio sotterraneo della Federazione di Damanhur a Vidracco, in Valchiusella. Una comunità religiosa che si ispira ai principi dell’alchimia

Arriviamo a Vidracco un pomeriggio di ottobre. Il quartier generale della federazione di Damanhur è una ex fabbrica Olivetti, trasformata in luogo polifunzionale: negozi, ristorante, studi medici, una sala mostre. C’è un’atmosfera serena, tutte le persone che incontriamo ci salutano e ci danno il benvenuto. Arrivando nella comunità ognuno di loro lascia nome e cognome per ricevere una nuova identità, fatta del nome di un animale e del cognome preso da una pianta. Così il nostro contatto per entrare nella comunità è il capo dell’ufficio stampa, Coboldo Melo. Prima di arrivare abbiamo ripercorso la storia dei Damanhur, comunità spirituale fondata da Oberto Airaudi, in arte Falco Tarassaco, nel 1979 e basata sui principi di evoluzione spirituale delle persone che ne entrano a far parte. Ma la cosa davvero sorprendente e unica è, per chi arriva in Valchiusella a pochi chilometri da Torino, immaginare che sotto alla superficie calpestabile si celi il tempio ipogeo più grande del mondo, un edificio che scende in profondità per 72 metri, luogo di culto della comunità Damanhur. È come un enorme palazzo di venti piani ma disposto al contrario, che scende nelle cavità della terra e si dispiega in tutta la sua meraviglia. Il nostro obiettivo è raggiungere il tempio, visitarlo, fotografarlo. Coboldo ci racconta la storia della comunità, è tutto insolito e sorprendente, ma ciò che veramente desideriamo e che ci distrae da tutto il resto è entrare in quel mondo sotterraneo e capire perché un uomo abbia deciso di compiere un’opera così straordinaria. Il luogo della sua costruzione non è stato scelto a caso, la dottrina Damanhur si basa sull’idea che la zona prescelta sia punto di incontro di linee sincroniche, il luogo sarebbe quindi una potente antenna di contatto di flussi cosmici ed energie primitive.

Tempio sotterraneo della Federazione di Damanhur, Vidracco. Photo © Silvia Camporesi

Tempio sotterraneo della Federazione di Damanhur, Vidracco. Photo © Silvia Camporesi

IL TEMPIO DELLA COMUNITÀ DAMANHUR

Il tempio fu costruito scavando a mano la roccia, a partire dal 1978, e tutt’oggi non è terminato, poiché è un’opera in costante evoluzione. Si entra da una proprietà privata, c’è un ragazzo che ci guida all’interno delle stanze. A parte l’iniziale senso di oppressione dato dal percorrere i primi metri che separano l’esterno luminoso dall’interno buio e scosceso, l’impressione è davvero straordinaria e visitiamo in sequenza le sale principali, che rappresentano simbolicamente le stanze interiori di ogni persona, ogni stanza è un tripudio di forme e colori scelti e combinati con intenti precisi, così come l’acustica di ogni sala è stata studiata accuratamente per fini ritualistici. Le sale, dai soffitti altissimi, sono decorate con vetri policromi, mosaici, affreschi e sculture. Mi colpiscono i colori sgargianti, i ritratti di persone comuni alle pareti, aggiunti nel corso del tempo dagli “artisti”, un gruppo di pittori che annualmente si riunisce per decorare le pareti del tempio. Non so bene cosa fotografare, è tutto così colorato, ridondante e maestoso, così impossibile da contenere in un’immagine.
È un’estetica sgargiante, a tratti esagerata, carica di simboli in ogni punto della superficie, è difficile fermarsi a guardare un tratto specifico, tanto è variegata l’offerta visiva.

Tempio sotterraneo della Federazione di Damanhur, Vidracco. Photo © Silvia Camporesi

Tempio sotterraneo della Federazione di Damanhur, Vidracco. Photo © Silvia Camporesi

I MISTERI DEL TEMPIO DI VIDRACCO IN PIEMONTE

La sensazione di grandezza è indubitabile, così come l’idea di un grande mistero insondabile che si cela dietro a questa incredibile follia architettonica. In una delle stanze che visitiamo ci sono delle misteriose sfere che contengono liquidi all’apparenza densi. La nostra guida ci chiede di essere attenti, si tratta di liquidi speciali, ottenuti attraverso lunghi processi alchemici, che rispondono alla sincronicità delle linee. Mi allontano dalle sfere facendo un passo indietro e chiedendomi cosa valga la pena fotografare di quel luogo. Non ho una risposta perché è tutto troppo per me che sono estranea, che sono ospite, che non partecipo alla comunità Damanhur, che non posso penetrare il senso profondo e segreto di questa immensa opera. Mi vengono in mente i misteri di Eleusi, il sottosuolo che si anima per il rapimento di Persefone, e mi viene in mente Ermete Trismegisto e il suo “ciò che sta sopra è uguale a ciò che sta sotto”. Cosa c’è sopra e cosa c’è sotto? Lascio cadere nel vuoto le polemiche che ruotano intorno a questo gruppo religioso che conta tanti adepti nel mondo, non è questo che mi interessa, quanto invece constatare ancora una volta come l’incredibile volontà di un singolo uomo, sfidando le leggi e le consuetudini, abbia portato a compimento un’impresa straordinaria, sconosciuta al grande pubblico. Sono passate già due ore nel mondo ipogeo e dobbiamo risalire in superficie. Nel frattempo il cielo ha cambiato colore e si è alzato un vento tiepido. Ringraziamo la nostra guida e ripartiamo per una nuova destinazione.

Silvia Camporesi

https://damanhur.org/?lang=it

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Silvia Camporesi

Silvia Camporesi

Silvia Camporesi (nata a Forlì nel 1973), laureata in filosofia, vive a Forlì. Attraverso i linguaggi della fotografia e del video costruisce racconti che traggono spunto dal mito, dalla letteratura, dalle religioni e dalla vita reale. Negli ultimi anni la…

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