La Nuova BEIC di Milano sarà una grande serra per la cultura. A realizzarla Onsitestudio
Saranno gli architetti milanesi di Onsitestudio a realizzare la Nuova Biblioteca Europea di Informazione e Cultura, immersa nel verde di Porta Vittoria proprio a Milano. Uno spazio sostenibile e inclusivo, in dialogo con il contesto urbano
“Semplice, compatto, iconico, aperto, in grado di stare bene in quel luogo e di costituire un ulteriore tassello della straordinaria stagione che Milano sta vivendo in questi anni. È un progetto che prova a interpretare una nuova idea di sostenibilità, cercando di combinare le prestazioni assieme con la forma e la capacità dell’edificio di essere inclusivo, un luogo di felicità per molte persone diverse”. Queste le parole scelte dall’architetto Angelo Lunati, cofondatore con Giancarlo Floridi di Onsitestudio, per raccontare la Nuova BEIC, che sarà realizzata sulla base del progetto sviluppato dal team di professionisti da lui guidato. La proclamazione del vincitore del concorso e l’annuncio delle prime cinque posizioni hanno avuto luogo nel corso della seduta pubblica svoltasi in tarda mattinata nella Sala Alessi di Palazzo Marino, con la partecipazione del sindaco Sala e del Presidente della Fondazione BEIC Francesco Paolo Tronca. L’edificio proposto ha messo d’accordo la commissione giudicatrice, chiamata all’esame di 44 proposte presentate da studi attivi in tutto il mondo. In termini di “straordinaria unanimità nelle scelte fondamentali”, pur nella complessità del ruolo e nell’inevitabilità del confronto, si è pronunciato l’architetto Stefano Boeri, che ha presieduto la giuria; a formarla l’architetta Jocelyn Helen Froimovich Hes – Rappresentante Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Milano -, la Dott.ssa Rosa Maiello – Rappresentante Comune di Milano-, l’ingegnere Jhionny Pellicciotta – Rappresentante Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano – e l’architetto Cino Zucchi – Rappresentante Comune di Milano. Nuovi criteri biblioteconomici, un rinnovato ruolo nel panorama (non solo) milanese, un lotto urbano d’intervento diverso da quello oggetto del concorso datato 2001 (il progetto vincitore non fu realizzato per mancanza dei finanziamenti ministeriali necessari, all’epoca calcolati in 206 milioni di euro): la storia della nuova BEIC – Biblioteca europea di informazione e cultura di Milano inizia oggi nel segno di un intervento architettonico che, per i giurati esprime “in pieno i valori collettivi di inclusività, sostenibilità, senso civico, dinamismo della nostra città”.
ECCO COME SARÀ LA NUOVA BEIC DI MILANO
In attesa dei dettagli tecnici, la motivazione chiarisce intanto alcuni aspetti dell’opera. “Il progetto risponde al contesto urbano, alla complessità del programma funzionale e ai valori di pregnanza formale e sostenibilità ambientale richiesti dal tema con una soluzione semplice e convincente da tutti i punti di vista”, indica il commento dei giurati, evidenziando che “i vincoli del luogo sono trasformati in risorse, con un impianto spaziale capace di dialogare con la scala estesa del vuoto verde che dalla palazzina liberty arriva fino alla cintura ferroviaria e di creare un nuovo ambiente collettivo, in forte relazione con la fermata del passante su viale Molise e con la rigenerazione urbana in atto nell’ex macello”. La risposta fornita alla natura duplice prevista per la nuova BEIC, chiamata a essere “un luogo di conservazione attiva di un patrimonio librario di natura fisica e uno strumento di comunicazione e scambio fra diversi pubblici ormai immersi nella cultura digitale”, è stata giudicata “ben interpretata dalle due grandi navate di forma trapezoidale affiancate fra loro, che generano una silhouette chiara e riconoscibile. Un corpo più basso sul lato est contenente l’Imaginarium e l’auditorium abbraccia l’ingresso, affacciato su di una nuova piazza verde di grande qualità ambientale. La struttura in acciaio e legno dona ritmo e dimensione a uno spazio collettivo che attraversa l’edificio per tutta la sua lunghezza. Da esso si aprono scorci sul parco e il quartiere circostante; sulla grande serra-terrazza, alla sommità e sui magazzini automatizzati nel sottosuolo”. Per la giuria, infine, “la chiarezza distributiva dei piani superiori fonda un organismo dotato di grande flessibilità e capacità di assorbire i cambiamenti sempre più grandi dell’IT e al contempo capace di essere uno sfondo e uno strumento attivo per i suoi fruitori”.
DALLA PROMENADE ALL’IMMAGINARIUM: GLI SPAZI DELLA BEIC
I PRIMI 5 CLASSIFICATI AL CONCORSO PER LA NUOVA BEIC
“Tanti partecipanti per tempi strettissimi”, ha commentato il sindaco Sala in merito ai 44 progetti candidati, sottolineando come l’opera agirà per “cercare di dare un’anima, una caratterizzazione importante” a un intero quartiere della città. Il riferimento è al più vasto rigenerazione urbana, ribattezzato Aria, che coinvolge l’area dell’ex Stazione di Porta Vittoria. Su tempi e costi “la differenza la farà il PPNR”, ha inoltre precisato il primo cittadino milanese, annunciando il traguardo del 2026 per la consegna dei lavori di quella che dovrà essere “una struttura moderna, efficiente, sostenibile, che farà dell’innovazione digitale qualcosa di vivo e di vero”. Di seguito la graduatoria, con i quattro finalisti. Al quinto posto si colloca il “volume puro di forza iconica, collocato nella mezzeria dell’asse verde che dialogo con le moli del Castello Sforzesco e della Ca’ Granda” presentato dal gruppo capitanato da Hong Mungi. Zilli Paolo con Bonventura Alessandro e Miele Pasquale sono risultati quarti con un progetto che fonda la propria forza sulla “metafora dei libri impilati”, nel quale “spazi interni e spazi aperti si intrecciano tra loro creando sequenze di grande suggestione”. Con un impianto formato da “due piastre forate da corti quadrata che donano luce agli spazi interni sono gettate a ponte per collegare parti del parco scavalcando via Cervignano” il team dell’architetto Andrea Caputo è risultato terzo classificato nella graduatoria finale. Infine, “medaglia d’argento” per Michele De Lucchi (capogruppo), Francesco Garofalo, Tarantola Guido e Cecchetto Massimiliano, il cui progetto “valorizza al massimo la condizione urbana di edificio autonomo, collocato in una spina verde, ospitando il programma del bando in una grande serra vetrata allungata in direzione est-ovest e tangente a via Monte Ortigara” ed è stato segnalato per la particolare attenzione rivolta al tema della sostenibilità ambientale.
– Valentina Silvestrini
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