Stanno girando il sequel di Dune nella Tomba Brion di Carlo Scarpa in Veneto
La troupe è in Veneto, in provincia di Treviso, per girare il sequel del film di fantascienza. Giusto in tempo per l'elezione del complesso funebre monumentale, capolavoro dell'architetto e designer veneziano, a 70esimo bene del Fondo per l'Ambiente Italiano
Prime indiscrezioni per le riprese del sequel di Dune, kolossal di fantascienza diretto da Denis Villeneuve e vincitore di sei premi Oscar appena qualche mese fa: diverse scene saranno girate in Italia. Location chiave del secondo capitolo della saga sembra essere infatti la celebre Tomba Brion, capolavoro dell’architetto e designer Carlo Scarpa (Venezia, 1906 – Sendai, 1978), dove è stata avvistata in questi giorni la troupe cinematografica. A conferma delle voci, il complesso funebre monumentale realizzato all’interno del cimitero di San Vito, una frazione di Altivole (Treviso), sarebbe inaccessibile fino all’8 luglio su ordinanza della sindaca del comune Chiara Busnardo, a seguito della cui data tornerà a essere liberamente visitabile.
LA TOMBA BRION DI CARLO SCARPA AD ALTIVOLE
Il monumento funebre è effettivamente molto in linea con il concept immaginato da Villeneuve per portare sul grande schermo il romanzo di Frank Herbert, soprattutto grazie alle sue linee essenziali e geometriche. Realizzato tra 1970 e il 1978 (anno della morte dell’architetto in Giappone), il complesso funerario era stato commissionato da Onorina Tomasin-Brion per celebrare la memoria del defunto marito Giuseppe Brion, fondatore e proprietario della compagnia di elettronica Brionvega. Il sito – oggetto fino al 2021 di un restauro durato tre anni, basato interamente sulla documentazione d’archivio e curato dall’architetto Guido Pietropoli, già collaboratore di Scarpa nella costruzione del memoriale – si estende su un’area di circa duemila mq, delimitata da un muro inclinato con vista sul trevigiano e appartata rispetto al resto del cimitero. Il complesso, a forma di ‘L’ rovesciata, è realizzato principalmente in cemento armato e composto da quattro edifici: oltre l’ingresso, tra specchi d’acqua per la meditazione e il verde dei prati, spicca l’arcosolio, un ponte ad arco in cemento rivestito da tessere di vetro con retrostante foglia di alloro che protegge i sarcofagi inclinati degli sposi. Tra le opere più complesse e originali di Scarpa, il memoriale è anche caratterizzato da un fitto apparato iconografico ispirato a culture diverse, dal mondo paleocristiano a quello nipponico, in completa armonia con il paesaggio circostante.
LA TOMBA BRION NUOVO BENE FAI
Sono stati i figli della coppia, Ennio e Donatella Brion, a donare al Fondo per l’Ambiente Italiano il monumento, che è così diventato il 70esimo bene della fondazione. Visitata ogni anno da migliaia di persone per la sua straordinaria struttura – particolarmente famosi sono gli anelli incrociati nel propileo, per alcuni simbolo dell’unione dei coniugi anche oltre la vita, per altri connessi al Liber Figurarum di Gioacchino da Fiore – la Tomba è “simbolo dell’identità del territorio di Altivole, ed è un luogo dello spirito: lì c’è una vita sospesa che va goduta per capire il monumento“, ha ricordato lo scorso 30 giugno Marco Magnifico, presidente del Fai, durante l’annuncio della presa in custodia del nuovo bene al Maxxi di Roma. Al museo romano è conservato l’intero Archivio Carlo Scarpa, inclusi i 1583 elaborati grafici, disegni e quaderni che rappresentano l’opera in ogni suo dettaglio, motivo per cui la presidente della Fondazione Maxxi Giovanna Melandri ha sottolineato l’esistenza di “una convergenza di obiettivi tra noi e il Fai: il Memoriale fonde forme e simboli di tutte le religioni, ed è una sintesi sublime della ricerca di Scarpa, continueremo a valorizzare l’Archivio e il monumento“. Con un primo appuntamento fisso, suggerisce Magnifico: una messa annuale da celebrare nel sito il 28 novembre, giorno della morte di Scarpa, che riposa nella Tomba accanto ai Brion.
– Giulia Giaume
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