Arnolfo The Frame. La nuova sfida architettonica di un grande ristorante italiano
Due stelle Michelin e 40 anni di storia. Il ristorante Arnolfo di chef Gaetano Trovato si sposta dal centro storico di Colle Val D'Elsa in una collina di fronte la città. In una scatola vetrata progettata ad hoc da Andrea Milani. Le foto
Colle Val D’Elsa si conferma una piccolissima capitale toscana dell’architettura e dell’arte contemporanea. Non più tardi di qualche giorno fa abbiamo parlato della riapertura dell’UMoCA, curioso museo d’arte sotto ad un antico ponte. Adesso un’ulteriore novità si aggiunge ai famosi interventi colligiani di Daniel Buren, Jean Nouvel o Giovanni Michelucci: sulla sommità di una lieve collina proprio di fronte alla città ha appena inaugurato la sede del ristorante Arnolfo che si chiama così in dedica ad Arnolfo di Cambio lo scultore più celebre di queste terre. Fondato dai fratelli Giuseppe e Gaetano Trovato nel 1982, il ristorante Arnolfo è oggi una delle tavole più importanti d’Italia e con le sue due stelle Michelin è considerata un’autentica fucina di talenti che sono stati negli anni plasmati da chef Gaetano Trovato. Arnolfo festeggia nel 2022 i suoi primi 40 anni di vita spostandosi dalla sede storica nel pieno centro della cittadina di Colle Val D’Elsa a questo terreno in affaccio sullo skyline del borgo, in una struttura a forma di cornice totalmente di nuova architettura e progettata da Andrea Milani.
RISTORANTE ARNOLFO. IL PROGETTO DELLO STUDIO MILANI
Studio a Siena e progetti in tutto il mondo e in particolare in India, Milani è esausto e soddisfatto dopo i lunghi anni di cantiere: “questa struttura, posizionata in un luogo così delicato, in un tipico contesto storico toscano è un miracolo. Abbiamo però dimostrato che questo genere di sfide si possono vincere anche qui, che con i Comuni e le Soprintendenze si può avere un dialogo sereno. Il progetto l’ho chiamato Frame perché per me è una ‘cornice’, sia vista da fuori che da dentro verso l’esterno con la capacità che hanno queste vetrate di inquadrare il territorio e il paesaggio“. Tutt’attorno alla parte in vetro c’è una riflettente cornice in acciaio (“ci si vedono le nuvole, la dedico ad un celebre album di Fabrizio De Andre“, spiega l’architetto), fuori c’è una piazza lastricata con scivoli di accesso, poi una ampia parte a giardino e uliveto (che sul retro diventerà orto). Ancora: nel basement la grande cucina delle preparazioni e un’importante cantina (“ci organizzeremo anche degli eventi dedicati al vino” dice Alice Trovato, figlia di Gaetano e manager del ristorante, “parliamo di oltre 6mila bottiglie, il nostro patrimonio e la nostra storia“). Sopra, nello spazio principale, la grande sala da pranzo sta sospesa nelle nuvole di giorno e galleggiante sulle luci della campagna alla sera: “il nostro studio” aggiunge Milani “lavora molto sull’assetto notturno degli spazi che progettiamo, per noi è un aspetto fondamentale“. Su questa sala affaccia l’incredibile cucina a vista. “L’ho progettata non solo con gli straordinari artigiani trentini di De Manincor” dice chef Trovato “ma anche col contributo del Politecnico di Milano“. La cucina è a sua volta iscritta in un’ulteriore cornice, qui non in vetro, non in acciaio ma in rarissimo marmo giallo di Siena proveniente dal circondario come la stragrande maggioranza dei materiali con cui è fatto questo progetto a partire dal travertino di Rapolano utilizzato in diverse lavorazioni ben visibili all’ingresso.
ARNOLFO. IL RISTORANTE ARCHITETTONICO DI COLLE VAL D’ELSA
ARNOLFO THE FRAME. UN RISTORANTE PER LE NUOVE GENERAZIONI
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