Maaterials, la rivista che racconta i materiali delle nostre città

Quadrimestrale, monografico, specialistico, cartaceo. Maaterials è il progetto editoriale curato da tre giovani urbaniste. L’obiettivo? Aprirci gli occhi sui materiali dello spazio in cui si compie la nostra vita. In un’ottica interdisciplinare, estesa al fumetto e alla musica

Di cosa sono fatte le città? E le nostre case? Siamo certi di essere in grado di conoscere (e saper riconoscere) i materiali in cui siamo immersi sia nella dimensione abitativa, privata e intima, sia nello spazio pubblico che condividiamo giorno dopo giorno? Sarebbe possibile denominare la nostra epoca a partire da un unico materiale, così com’è stato per l’età della pietra, del bronzo o del ferro? Da queste premesse prende avvio il progetto Maaterials, nato dal proposito di tre giovani urbaniste, formatesi all’università IUAV di Venezia – Agnese Amico (Caltanissetta, 1993), Vanda Benolich (Brescia, 1988) e Anna Dall’Oro (Bergamo, 1989) ‒, di aprirci gli occhi sul nostro intorno urbano: “Lo frequentiamo ogni giorno, ed è al contempo scontato e poco conosciuto”, affermano. Un progetto non solo editoriale. Giunto al quinto numero, Maaterials si appresta ad assumere anche una nuova forma, portando avanti nelle scuole primarie di Padova l’obiettivo divulgativo proprio della rivista. E chissà che presto non possa evolvere anche in un festival in presenza o in un’installazione.

La redazione di Maaterials, da sinistra Anna Dall’Oro, Vanda Benolich e Agnese Amico. Photo © Andrea Doardi

La redazione di Maaterials, da sinistra Anna Dall’Oro, Vanda Benolich e Agnese Amico. Photo © Andrea Doardi

INTERVISTA ALLE CURATRICI DEL MAGAZINE MAATERIALS

Curate un nuovo progetto editoriale sui materiali costitutivi dello spazio urbano e degli edifici puntando su un supporto antico, nobile, a lungo considerato prossimo della decadenza e oggi più costoso che in passato: la carta. Perché avete scelto la dimensione fisica anziché quella digitale per il vostro Maaterials?
Il progetto editoriale Maaterials nasce da una comune esigenza di condividere le conoscenze acquisite e di continua ricerca del sapere attraverso la divulgazione. Crediamo che la dimensione fisica sia più efficace a tale scopo, la sola proposta digitale (che è una alternativa che proponiamo in fase di acquisto sulla piattaforma bigcartel) sarebbe limitante. Realizzare il lavoro di mesi su carta non ha paragone, sicuramente la nostra formazione di urbaniste e pianificatrici ci porta naturalmente a “stampare su carta” il progetto, come se la versione digitale non soddisfacesse appieno e non rendesse reale il processo. Crediamo che un’idea vada pensata, disegnata e scritta, tenuta in mano e discussa. Per ogni numero vengono stampate in prima istanza una tiratura limitata di 100 copie, 100 riviste scambiabili e cedibili che vogliono tutte essere un innesco per parlare di città future tra cittadini.

Dopo asfalto, ghisa, rame e argilla, proprio la carta è il tema del quinto numero monografico. In quale modo si collega alla scala urbana e architettonica? Siamo “immersi” nella carta e non lo sappiamo?
La carta, come tutti i materiali che abbiamo proposto finora, è onnipresente e ci imbattiamo in essa quotidianamente senza farci troppo caso. Uno dei nostri scopi è quello di far emergere il sommerso, far prendere coscienza del materiale e incuriosire. Maaterials vuole dare degli spunti di riflessione che portano le persone a volerne sapere di più e a ragionare sulla tematica trattata.

Quali sono i contenuti di questo nuovo numero?
Ciò che stupisce del nuovo numero è forse la quantità e varietà d’uso di questo materiale nelle nostre città, materiale che è onnipresente ormai da più secoli. Su carta sono state progettate la maggior parte delle città in cui viviamo e si comunica ancora tramite manifesti, volantini, annunci e giornali; di cartone sono ricoperti quasi tutti gli oggetti che ci vengono consegnati a casa. Carta igienica e salviette sono beni fondamentali che si intrecciano con i sistemi sanitari e fognari della città. La carta viene riciclata ed è un materiale di costruzione, ma ha anche una dimensione ludica: di carta sono fatti coriandoli, aquiloni e aeroplani.

La carta dei laterizi, di Agnese Amico. Photo © Mariangela Caforio

La carta dei laterizi, di Agnese Amico. Photo © Mariangela Caforio

MAATERIALS, UNA PICCOLA ENCICLOPEDIA DELLO SPAZIO URBANIZZATO

In fondo Maaterials nasce da proprio una valutazione di ordine pratico: nonostante la nostra frequentazione quotidiana dello spazio urbano e architettonico, le conoscenze sui suoi aspetti costitutivi sono in larga parte limitate alla cerchia degli specialisti. A chi vi rivolgete con i vostri contenuti?
L’obiettivo è di esplorare i principali materiali che compongono la città per poter iniziare a considerare Maaterials come una piccola enciclopedia multidisciplinare del territorio urbanizzato, rivolgendosi a un’utenza molto ampia attraverso un linguaggio non troppo specialistico e la presenza importante di report fotografici, grafici, disegni e fumetti.

La rivista potrebbe rappresentare il punto di avvio per un progetto più esteso, ad esempio formativo, espositivo oppure indirizzato ai più piccoli?
Maaterials costituisce sicuramente un punto di avvio al confronto tra generazioni differenti, vorremmo che fosse uno strumento per intavolare un dialogo che porti alla realizzazione di progetti concreti. Grazie al Comune di Padova a partire da questo anno scolastico inizieremo una serie di laboratori con le scuole primarie. Stiamo al contempo esplorando altre strade per portare avanti questo obiettivo anche in altri ambiti, attraverso la collaborazione di soggetti e competenze differenti.

Ovvero?
Ad esempio grazie agli artisti visivi e sonori si vuole indagare i materiali anche da un punto di vista performativo, con installazioni in ambiente pubblico urbano.

Il ricettario sulla ghisa. Photo © Mariangela Caforio

Il ricettario sulla ghisa. Photo © Mariangela Caforio

DIETRO LE QUINTE DELLA RIVISTA MAATERIALS

Nell’attesa ci raccontate il vostro approccio e il vostro metodo di lavoro? In altre parole: come nasce un numero di Maaterials?
Pensiamo sia importante utilizzare stili comunicativi differenti per rendere la complessità che ci circonda. Per questo ogni materiale è preso in considerazione da punti di vista diversi: c’è una parte più tecnica, in cui si spiega l’origine del materiale e il tipo di produzione a cui è connesso; una più architettonica e urbanistica, in cui si racconta come il materiale viene utilizzato in contesto urbano e non; una parte di interviste con chi lavora col materiale. Quindi una sezione più artistica e immaginifica, in cui attraverso linguaggi differenti (poetico, figurativo, fotografico, fumettistico, sonoro) si raccontano altri aspetti del materiale. Inoltre, a ogni numero apriamo una call per contributi esterni: comunichiamo il ragionamento che abbiamo fatto intorno al materiale e ai suoi collegamenti con lo spazio urbano, per consentire a chi vuole partecipare di avere degli ambiti di riferimento per parlare del materiale nella forma che preferisce.

Siete nate fra la fine degli Anni Ottanta e all’inizio dei Novanta; vi siete formate in pianificazione urbanistica e in geografia. Quali sono i vostri riferimenti a livello di riviste settoriali? Come giudicate il panorama contemporaneo nazionale, sia sul web che cartaceo?
Ci siamo sicuramente fatte l’occhio sfogliando riviste come Colors di Kalman e Toscani: i temi a 360 gradi, l’uso dei colori e l’ironia di fondo ci hanno molto ispirate. Riviste come Internazionale, Abitare, Cartography e Domus ci hanno ispirato alla creazione di una base stilistica per quanto riguarda la struttura da una parte e il concetto dall’altra. La partecipazione a festival locali e di settore ci ha permesso di interagire con il panorama indipendente e di autoproduzione, facendoci scoprire un ambiente vibrante e stimolante che ci ha aperto a non scontate collaborazioni. L’interazione con piccole produzioni ci ha aiutate a esaminare i classici scogli che una giovane rivista deve fronteggiare.

Prospettive, speranze e sfide per il futuro di Maaterials.
La rivista vuole essere uno strumento, da utilizzare sia in contesti di mediazione e dialogo tra portatori di interessi differenti, sia come punto di partenza per ricerche più specifiche e approfondite che portino a ragionamenti collettivi. Per compiere trasformazioni territoriali che sappiano rispondere alle sfide dei cambiamenti climatici e alle sempre nuove esigenze della società pensiamo sia importante essere competenti e dialogare senza ridurre aridamente le questioni a un sì o un no. Ci piacerebbe realizzare un festival in cui poter concretizzare l’incontro tra diversi soggetti, con laboratori di costruzione o di trasformazione di uno spazio urbano, per mettere alla prova i ragionamenti che stiamo portando avanti attraverso la rivista negli spazi con cui collaboriamo.

Valentina Silvestrini

https://maaterials.bigcartel.com/

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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