Lacol, lo studio di architettura che punta sulla condivisione

Fondato nel 2009 a Barcellona da quattordici compagni di università, lo studio Lacol è organizzato come una cooperativa. E si è aggiudicato un importante premio per architetti emergenti

Tra le più interessanti trasformazioni nel campo dell’architettura dell’ultimo decennio si registra una rinnovata attenzione alla partecipazione e alla condivisione. Una svolta che ha trovato un terreno particolarmente fertile nel settore residenziale, tanto da raggiungere il riconoscimento istituzionale con il trionfo della cooperativa abitativa La Borda al Premio Emergente 2022 dello EU Mies Award. A firmare il complesso barcellonese è lo studio Lacol, il cui credo nel valore sociale della disciplina architettonica si riflette in ogni suo aspetto: dalla struttura dello studio, fondato nel 2009 da quattordici compagni di università e organizzato come una cooperativa; alla sede di lavoro, un centro culturale nel barrio Sants, condiviso con altre sette cooperative e progettato dallo stesso Lacol seguendo un processo partecipato.
Ed è proprio intorno a questo luogo, ricavato in un isolato di inizio Novecento e pensato come piattaforma di interazione fra soci e popolazione locale, che il collettivo ha trovato un importante campo di azione. Oltre allo spazio cooperativo La Comunal, infatti, a Sants si trovano La Borda e la sede dell’Ateneo Cooperativo di Barcellona: interventi eterogenei e anticonvenzionali, in cui lo studio catalano ha dato prova di come “l’architettura, il cooperativismo e la partecipazione possono diventare strumenti per realizzare infrastrutture comunitarie per una vita sostenibile”.

Lacol e La Boqueria, Cooperativa abitativa La Balma, Barcellona. Photo © Milena Villalba

Lacol e La Boqueria, Cooperativa abitativa La Balma, Barcellona. Photo © Milena Villalba

I PROGETTI DI STUDIO LACOL

Emblematica in questo senso è la premiata cooperativa La Borda, promossa dagli stessi utenti per poter accedere ad alloggi dignitosi e non speculativi. In collaborazione con questi, Lacol ha progettato 28 appartamenti a ballatoio distribuiti attorno a una corte centrale e dotati di spazi e servizi da condividere – cucina, lavanderia, sala polivalente, terrazze – che estendono l’abitare oltre il convenzionale ambito privato. Realizzato su un lotto municipale assegnato alla cooperativa per settantacinque anni e dotata di strategie che garantiscono un minimo consumo energetico, il complesso in CLT è stato definito dalla giuria dello EU Mies Award “un’architettura che esplora a fondo la possibilità di cambiare mentalità e politiche e la rilevanza dell’inclusione; un intervento trasgressivo poiché, mentre la costruzione di abitazioni è solitamente dominata da interessi macroeconomici, in questo caso si basa sulla condivisione di risorse e capacità”.
Dopo la prestigiosa vittoria dello scorso aprile, Lacol è ora impegnato in nuovi ambiti di lavoro. In aggiunta a una serie di progetti di edilizia cooperativa a Barcellona, il collettivo sta seguendo alcuni interventi partecipati al di fuori del territorio catalano in qualità di construction manager. Inoltre, ha costituito l’associazione per la transizione energetica BATEC: con questa sta avviando una comunità energetica locale nel complesso La Bordeta, ulteriore passo verso una “transizione eco-sociale”.

Marta Atzeni

https://www.lacol.coop/

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #67

Abbonati ad Artribune Magazine
Acquista la tua 
inserzione sul prossimo Artribune

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Marta Atzeni

Marta Atzeni

Interessata alle intersezioni fra l'architettura e le arti, si è laureata in Architettura presso l’Università degli Studi Roma Tre con una tesi teorica sui contemporanei sviluppi delle collaborazioni fra artisti e architetti. Collabora con l’AIAC nell’organizzazione di eventi, mostre e…

Scopri di più