Factory International. Nel 2023 a Manchester un nuovo enorme polo per le arti
L'attesissima Factory International, che costerà oltre 200 milioni di dollari su progetto dello studio OMA di Rem Koolhaas, consiste nel più grande progetto culturale del Regno Unito dai tempi della Tate Modern
Manchester come nuovo centro delle arti del Regno Unito: arriva in quest’ottica la conferma dell’attesissima apertura del nuovo spazio culturale Factory International, fissata al giugno 2023. Progettato dall’OMA – Office for Metropolitan Architecture fondato da Rem Koolhaas in collaborazione con l’architetta Ellen van Loon, il nuovo spazio costituirà la sede permanente del Manchester International Festival, che si terrà dal prossimo 29 giugno al 16 luglio. Si tratta del più grande progetto culturale nazionale dai tempi della Tate Modern nel 2000: parliamo di oltre 13mila metri quadri di ampiezza per 186 milioni di sterline (205 milioni di dollari, prima del crollo del pound). “È un investimento per il futuro di Manchester”, ha commentato il direttore artistico e Ad dello spazio John McGrath, già a capo del festival delle arti che vi si insedierà. Composta da un grande magazzino – che conserva ed esibisce gli archi dello storico viadotto della “Pineapple Line” –, una hall e un auditorium da 1.600 posti con un palcoscenico flessibile, Factory Internazional “abbraccia il passato industriale e creativo di Manchester. Le sue facciate in cemento e lamiera ondulata si ergono contro i magazzini in mattoni ristrutturati e gli appartamenti, gli uffici e gli studi televisivi di nuova costruzione che compongono il quartiere”, ha detto lo studio OMA.
LA DIFFICILE GESTAZIONE DELLA NUOVA FACTORY INTERNATIONAL A MANCHESTER
Factory International – che inizialmente si sarebbe dovuta chiamare solo The Factory, dal nome dall’etichetta discografica della città – era stata concepita nel 2014, quando l’allora cancelliere George Osborne aveva promesso 78 milioni di sterline come contributo culturale alla Northern Powerhouse (un più ampio progetto per rendere l’economia del nord del Paese più competitiva a livello globale). Tra ritardi e costi in progressivo aumento, complice la Brexit, l’edificio era stato rimandato e ora, nota la BBC, dovrà dimostrare tutto il suo valore in un momento in cui “persone e aziende stanno lottando con l’aumento dei costi”. Dei 186 milioni complessivi, ben 99 provengono dal governo, 51 dal Consiglio comunale di Manchester, 7 dalla lotteria nazionale e circa 5 da una raccolta fondi privata: ne mancano ancora 24, che saranno reperiti attraverso una strategia di raccolta fondi commerciale quinquennale, che includerà l’offerta dei diritti di denominazione. “Factory International fornirà un enorme impulso economico a Manchester, creando o sostenendo fino a 1.500 posti di lavoro e aggiungendo 1,1 miliardi di sterline all’economia della città in un decennio”, ha dichiarato al riguardo la consigliera Labour Bev Craig, a capo del Manchester City Council.
GLI EVENTI CELEBRATIVI DEL LANCIO DI FACTORY INTERNATIONAL
A inaugurare lo spazio sarà, all’interno del magazzino (spazio principale della Factory), la mostra immersiva di sculture gonfiabili You, Me and the Balloons di Yayoi Kusama, con le popolarissime sfere a pois e bambole alte oltre 10 metri. L’evento più atteso si terrà invece qualche mese più tardi: parliamo della gigantesca performance immersiva del regista inglese premio Oscar Danny Boyle (peraltro cresciuto nella vicina Radcliffe) ispirata al cult movie del 1999 delle sorelle Wachowski Matrix. La produzione, intitolata Free Your Mind, andrà in scena dal 18 ottobre al 5 novembre 2023 e consisterà in un mix di danza, musica ed effetti visivi che riunirà menti artistiche di fama mondiale: la scrittrice Sabrina Mahfouz, l’artista Es Devlin, il coreografo di Kenrick “H20” Sandy e il compositore Michael “Mikey J” Asante. Boyle ha definito la Factory International “uno spazio che offre un enorme potenziale. È incredibilmente ambizioso in termini di dimensioni. Nella mia vita, veder aprire un nuovo spazio come questo è enormemente empowering e spero che la nuova generazione di artisti senta quel potere”. La programmazione, che sfrutterà gli interni flessibili per riconfigurarsi di volta in volta, sarà interdisciplinare e coinvolgerà anche gli spazi esterni all’edificio (posto nel quartiere periferico di St. John), che ospiteranno pop-up, mercati ed eventi, culminando in un grande programma artistico di nove giorni nel novembre dell’anno prossimo in cui sperimentare l’offerta del nuovo spazio culturale.
Giulia Giaume
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