L’architettura delle biblioteche in 5 progetti internazionali
Monumentali, scultoree, sostenibili, concepite per incoraggiare socialità e lettura in piccoli centri o metropoli: completate nell’ultimo biennio, queste cinque biblioteche testimoniano l’eterna attualità (e il fascino “analogico”) di una tipologia architettonica sopravvissuta all’ascesa di web e digitale
Dal greco biblíon (libro) e thēkē (deposito), la biblioteca e la progettazione sono al centro della pratica architettonica sin dalle civiltà antiche. Da Pergamo al Rinascimento fino a Viipuri, con l’avvento di Internet questa tipologia subisce un’innovazione radicale. Eppure il suo fascino “analogico” e la sua utilità sopravvivono ancora oggi. Prima basata sulla pianta a tre navate in forma di basilica, poi sulla “sala all’italiana”, modello a pianta rettangolare destinato a durare sino all’Ottocento, oggi la distribuzione degli spazi della biblioteca è sempre più articolata.
Nel tempo, infatti, si assiste all’addizionarsi di vari ambienti attorno alla sala lettura, come magazzini librari, servizi e spazi per il personale. Il tutto nella prospettiva di una maggiore razionalità e funzionalità, che raggiungeranno il loro culmine negli Anni Trenta del secolo scorso e nel dopoguerra. Fra gli esempi architettonici più iconici dell’epoca ricordiamo Berna e le biblioteche universitarie tedesche di Bonn e Giessen; quelle americane a Washington e a New York (precedute dalle richardsoniane Yale, Harvard e Princeton) e, naturalmente, quelle inglesi di Manchester e Birmingham. Anche se la biblioteca di Alvar Aalto a Viipuri resta forse l’opera regina per quel che riguarda la storia moderna della tipologia.
Con l’avvento di Internet sul finire degli Anni Novanta, e il passaggio dall’analogico al digitale, la biblioteca sopravvive ma la sua fruizione cambia. L’informatizzazione dei cataloghi automatizza la gestione del prestito e la diffusione dei pc trasforma le sale lettura; aumentano di conseguenza le postazioni e diminuiscono le scaffalature; gli spazi si adattano alle nuove esigenze e ai nuovi “formati”: pensiamo ad esempio all’emblematica mediateca di Sendai di Toyo Ito, versione multimediale della più tradizionale biblioteca, la cui tipologia non viene comunque abbandonata anche per questioni di natura archivistica. Guardando quindi alla contemporaneità, spicca la Cina con numerosissime realizzazioni: fra queste la Shanghai Library East di SHL, una delle più grandi al mondo, e le scultoree Cloudscape di MAD Architects e Water Drop di 3andwich Design e He Wei Studio, rispettivamente ad Haikou e Huizhou. Seguono gli Stati Uniti con costruzioni d’autore, nella capitale e nella Grande Mela: dalla soluzione ultra-green di Perkins & Will per la Southwest Library agli stupefacenti progetti di Mecanoo per la Martin Luther King Jr. Memorial Library, la quale preserva l’identità della struttura originariamente progettata da Mies van der Rohe, e la Stavros Niarchos Foundation Library (o Mid-Manhattan), filiale della New York Public Library. Infine, anche il Regno Unito non delude, anzi: a guadagnarsi lo Stirling Prize 2022 è proprio la Magdalene College Library di Níall McLaughlin Architects, la cui struttura reinterpreta in chiave contemporanea la tradizione inglese.
Maria Chiara Virgili
LA MAGDALENE COLLEGE LIBRARY DI CAMBRIDGE
Progettata da Níall McLaughlin Architects, la Magdalene College Library si è aggiudicata la ventiseiesima edizione del RIBA Stirling Prize, il riconoscimento annuale di architettura organizzato dall’associazione britannica Royal Institute of British Architects. Il nuovo edificio, “costruito per durare” e immerso nell’atmosfera tradizionale dell’Università di Cambridge, sostituisce la vecchia biblioteca settecentesca integrando alle sale lettura anche un archivio e una galleria d’arte. La struttura, che sfoggia esternamente il mattone portante, è animata da un ritmo di tetti spioventi a due falde e da una punteggiatura di camini e finestre con trafori; un’estetica che volutamente richiama l’architettura locale e contrasta a sua volta con gli ambienti interni che risultano luminosi, confortevoli e avvolti da calde finiture in legno CLT (legno lamellare a strati incrociati). Per essere stato premiato con un riconoscimento così importante, non poteva mancare una scrupolosa attenzione da parte degli architetti nei riguardi della sostenibilità e degli aspetti più tecnici: l’edificio sfrutta infatti strategie di ventilazione passiva, l’illuminazione naturale e utilizza il legno per ridurre le emissioni di CO2 e aumentare l’efficienza energetica.
LA BIBLIOTHÈQUE NATIONALE DE FRANCE E IL SUO RESTAURO
Dopo dodici anni di lavori, Atelier Bruno Gaudin ha portato a termine un restauro prezioso e certosino, quello della storica sede della Biblioteca Nazionale di Francia, a Parigi. Famoso per la sua sala ovale e per la Salle Labrouste, il complesso del quadrilatero Richelieu ha riaperto al pubblico in una veste rinnovata, con l’obiettivo di attirare l’interesse non solo degli studiosi, ma anche degli appassionati di arte e letteratura. Gli spazi, infatti, ospitano oggi sia le postazioni di lettura sia l’allestimento espositivo dedicato all’ampia collezione della biblioteca: un patrimonio di oltre ventimila opere conservato negli archivi per anni. Il complesso intervento di ristrutturazione, che ha riguardato le singole sale e ha restituito loro l’originale splendore, nonostante i numerosissimi vincoli, ha risolto i problemi riguardanti la messa a norma dal punto di vista tecnico e funzionale (impianti, strutture, sicurezza e accessibilità). L’impegno dei progettisti si è concentrato sui temi della ricezione e della gestione degli spazi, affinché la distribuzione generale fosse più adeguata alle esigenze attuali dell’edificio. In particolare, i percorsi rinnovati si snodano all’interno del grande complesso mediante nuovi eleganti collegamenti costituiti da sinuose scale a “nastro”.
IN CINA LA BIBLIOTECA CON LA PISCINA SUL TETTO
Situata su una collina a ridosso dello Shuangyue Bay Central Park di Pinghai Town (città di Huizhou, in Cina), la Water Drop Library di 3andwich Design e He Wei Studio è una biblioteca la cui architettura, estremamente geometrica e strategicamente collocata, cattura l’attenzione di tutti. L’intento dei progettisti è quello di conciliare in un unico edificio, minimale e poetico, la loro sensibilità nei riguardi della cultura, dell’ambiente circostante e dell’interesse pubblico. Ne risulta uno spazio circolare dedicato alla sala lettura completamente vetrato, e raggiungibile percorrendo un lungo corridoio rettilineo che dall’alto scende verso il basso, di fatto attraversando uno scenografico tetto-piscina che sembra quasi fluttuare. Quest’ultimo, concepito come fosse una grande ciotola piena d’acqua, conferisce all’edificio una sorta di implicazione drammatica e simbolica: suggerisce infatti l’idea di immergersi nella cultura, di entrare in una biblioteca sottomarina … e godere di una vista mozzafiato!
LA BIBLIOTECA GREEN DI PERKINS AND WILL A WASHINGTON
La nuova DCPL Southwest Library di Washington DC, realizzata da Perkins & Will in collaborazione con StructureCraft, è un eccellente esempio di architettura ecosostenibile. Concepita come un padiglione pubblico nel parco, la biblioteca è caratterizzata da un particolare tetto pieghettato sorretto esternamente da cavalletti a V, e da una struttura costituita da tasselli in legno lamellare (DLT). Queste soluzioni, studiate nel dettaglio, hanno permesso di massimizzare la bellezza estetica e il risparmio energetico, andando incontro a un design di tipo biofilico e dunque attento al benessere della persona e al rapporto utente-natura. Nel complesso l’ambiente interno, con sale che si affacciano quasi tutte sul parco, risulta confortevole, luminoso e rigenerante: un luogo dove potersi immergere, rilassati e indisturbati, nella lettura. Altro aspetto interessante dal punto di vista della sostenibilità è la presenza di un tetto verde dotato di pannelli fotovoltaici che generano il 50% del costo energetico annuo stimato dell’edificio.
L’ESEMPIO DANESE DELLA VIBY LIBRARY & CULTURE HOUSE
La Viby Library & Culture House di Christensen & Co. Architects in collaborazione con Primus Arkitekter anima il piccolo centro danese di Viby Sjælland e offre ai cittadini uno spazio dinamico e accessibile: un luogo di sosta condiviso, dove è piacevolissimo incontrarsi e trascorrere il tempo fra attività creative, libri e conoscenza. La biblioteca, situata al primo piano e progettata in un’ottica di sostenibilità e alta efficienza energetica, è concepita come un open space. Presenta ariose doppie altezze sul livello inferiore ed è ben collegata alla sezione che ospita l’archivio storico della città, aperto ai visitatori e consultabile. Esternamente il complesso si adatta al contesto paesaggistico e alla storia urbana: in particolare il tetto a due falde e la facciata rivestita con piastrelle bianche riprendono in chiave moderna le fattezze del caseificio cooperativo che un tempo si trovava sul sito. Insieme all’archivio conservato all’interno, la Viby Library & Culture House non è solo una bellissima biblioteca, ma anche un monumento che celebra la storia della città.
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati