Futuro Antico. Intervista a Stefano Boeri

Fa attenzione al mistero, si prende cura delle piante e studia il movimento Fluxus: l’architetto Stefano Boeri suggerisce ai giovani di coltivare le proprie ossessioni

Stefano Boeri, nato a Milano nel 1956, è un architetto, urbanista e teorico dell’architettura. Nel 1980 si laurea in Architettura al Politecnico di Milano e consegue nel 1989 il dottorato di ricerca in Urbanistica all’Università IUAV di Venezia. Professore ordinario di Progettazione Urbanistica al Politecnico di Milano, è visiting professor in varie università tra cui il Berlage Institute di Rotterdam, il Politecnico di Losanna, lo Strelka Institute di Mosca. Dal febbraio 2018 è il nuovo presidente della Triennale di Milano.

Stefano Boeri, foto di Giovanni Gastel

Stefano Boeri, foto di Giovanni Gastel

INTERVISTA A STEFANO BOERI

Quali sono i tuoi riferimenti ispirazionali nell’arte?
Fare una lista delle ispirazioni senza riferirle a un momento della vita, a un’ossessione, un’angoscia, un progetto, sarebbe stupido; oggi, proprio in questi giorni, sto studiando Fluxus e la sua dimenticata potenza di intersezione tra linguaggi e mondi. Un’arte multiverso.

Qual è il progetto che ti rappresenta di più? Puoi raccontarci la sua genesi?
Un’architettura di porto, aperta verso il mare con un piano abitabile a sbalzo di un metro, che ospita il mare al suo interno, in una città che amo. La Villa Méditerranée di Marsiglia, nel bene e nel male, nelle sue peripezie, è il mio luogo dell’anima. Dove torno quando cerco una casa per i miei pensieri.

Che importanza ha il genius loci all’interno del tuo lavoro?
Molta e soprattutto un’importanza botanica. Le piante che scegliamo per abitare le nostre architetture rispondono a criteri di crescita e radicamento legati al luogo da cui provengono. Se sbagliamo piante, sbagliamo architettura.

Stefano Boeri Architetti, Liuzhou Forest City. Courtesy SBA Stefano Boeri Architetti

Stefano Boeri Architetti, Liuzhou Forest City. Courtesy SBA Stefano Boeri Architetti

PASSATO E FUTURO SECONDO STEFANO BOERI

Quanto è importante il passato per immaginare e costruire il futuro? Credi che il futuro possa avere un cuore antico?
Mi interessa del futuro il suo essere, oggi, tendenzialmente sempre più istantaneo, come diceva il mio caro amico filosofo Franco Bolelli. Che mi manca molto.

Quali consigli daresti a un giovane che voglia intraprendere la tua strada?
Che scopra, coltivi e soprattutto corteggi la propria ossessione: può essere una forma, o una persona, o semplicemente un modo di posarsi al suolo, di rispondere alla gravità o al sole, di ripararsi dal vento o assecondarlo, di proteggersi o esporsi alle correnti del mondo. L’ossessione, se coltivata, è la forza di una vita; se rimossa può diventare una spaventosa palla al piede.

Stefano Boeri e Giorgio Donà

Stefano Boeri e Giorgio Donà

In un’epoca definita della post verità, ha ancora importanza e forza il concetto di sacro?
Assolutamente sì. E lo dico da non credente. In questi anni ho lavorato per dare forma a progetti culturali che si proponevano di dar conto del mistero e della sua presenza gigantesca nella nostra vita. Soprattutto dopo che quattro grandi crisi ‒ il terrorismo esploso con l’11/9, la crisi finanziaria del 2008, la pandemia e la guerra in Ucraina ‒ hanno rimesso in discussione il senso e le prospettive del nostro essere al mondo; qui, oggi, su questo pianeta. Per non parlare del basso continuo del cambiamento climatico. Ho lavorato sulla potenza del Mistero, soprattutto costruendo domande e interrogazioni, ben rappresentate nella grande mostra sull’ignoto ‒ Unknown Unknowns ‒ che ospitiamo in Triennale. La risposta, anzi una delle risposte, forse la più completa, sta tutta nella dimensione del Sacro, che non so abitare, ma che osservo con grande attenzione e curiosità. Appartenendo pienamente alla sfera delle domande, non mi è facile sentirmi partecipe delle risposte; ma il dialogo con chi coltiva il Sacro è oggi, per me, uno dei pochi veramente stimolanti.

Come immagini il futuro? Sapresti darci tre idee che secondo te guideranno i prossimi anni?
Ogni giorno ne immagino (e temo) uno diverso, tranne quando lo penso come risultato di un’azione intenzionale. Di certo, ci vorrà un grande coraggio ‒ intellettuale, artistico, fisico. Chi oggi ha meno di vent’anni si gioca tutto.

Ludovico Pratesi

https://www.stefanoboeriarchitetti.net
https://www.spaziotaverna.it/

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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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