A Mendrisio la mostra su André Corboz, nomade interdisciplinare
Poesia, architettura, disegno, pittura: erano tante le passioni di André Corboz, al quale il Teatro dell’Architettura di Mendrisio dedica una mostra che ne ripercorre la storia
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Un personaggio che “contiene moltitudini”, nel quale si sono incarnate le indagini di architetto, l’amore per la storia dell’arte e dell’architettura, la fascinazione per gli esoterismi e molto altro: finalmente, grazie all’esposizione in corso al Teatro dell’Architettura a Mendrisio, nel campus universitario USI Mendrisio, riemerge la figura di André Corboz (Ginevra, 1928 – Collonge-Bellerive, 2012). La mostra è frutto di un intenso lavoro di mediazione culturale, nel quale il team curatoriale ha cercato di comporre per il pubblico una struttura espositiva chiara e accattivante, focalizzandosi sulla corposa eredità culturale lasciata da Corboz al campus dell’Accademia di Architettura. Ma chi era André Corboz?
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André Corboz, Ferrara, 1984 (Fondo A. Corboz, Biblioteca dell’Accademia di architettura, USI)
LA STORIA DI ANDRÉ CORBOZ
Nato a Ginevra nel 1928, André Corboz si forma in giovinezza come giurista. Inizia quindi a lavorare come traduttore e giornalista, per poi dedicarsi alla poesia. Si avvicina all’architettura e alla sua storia con un approccio aperto e interdisciplinare: trascorre gli Anni Settanta in Québec, come docente in Storia dell’Architettura, e insegna negli Anni Ottanta all’ETH di Zurigo. Con un brillante dottorato di ricerca sulle vedute illuministe di Canaletto a Venezia e una vastissima produzione letteraria e iconografica, Corboz costruisce durante tutta la sua vita un corpus culturale poliedrico ed eterogeneo, spaziando tra scrittura, disegno, fotografia, poesia.
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André Corboz, Diagrammi di forme urbane e simboliche, 1960 ca (Fondo A. Corboz, Biblioteca dell’Accademia di architettura, USI)
LA MOSTRA SU ANDRÉ CORBOZ A MENDRISIO
La sua metafora da cui prende il titolo l’esposizione, Il territorio come palinsesto, sintetizza già la sua visione ancora estremamente attuale del presente, inteso come qualcosa di pregno di stratificazioni, proiezioni umane di significati da indagare, scomporre, analizzare. A riflettere questa poetica di Corboz è l’allestimento della mostra, che sui due piani dell’edificio di Mario Botta propone un “laboratorio intellettuale”. La narrazione espositiva si scompone in macro argomenti tematici, svolti su tavoli in cui troviamo esposti i progetti di pianificazione urbana, l’indagine sulla griglia topografica utopistica – ma reale – degli Stati Uniti, riflessioni sull’evoluzione storica della città diffusa nel territorio elvetico, acute prospettive di analisi del paesaggio, percepito come organismo stratificato nel quale ogni elemento ne risulta componente attiva. Il piano terra del Teatro dell’Architettura, invece, pone davanti allo spettatore il vasto panorama fotografico dei viaggi di André Corboz. Emergono durante la visita la figura di Bruno Zevi, di cui sono meticolosamente conservati gli articoli, il fortissimo legame con Canaletto e Venezia, Andrea Palladio, inteso come padre anzitempo della città diffusa. Una visione estremamente originale, contaminata costantemente da un’innata capacità di fare collegamenti tra le discipline sorelle, restituisce al pubblico la sensazione di essere immersi in un flusso ininterrotto e sempre omogeneo di scoperte e intuizioni.
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André Corboz, secondo da sinistra, con Bernardo Secchi (a sinistra) e Paola Viganò (al centro) a Poggio a Caiano, 1995 (Fondo A. Corboz, Biblioteca dell’Accademia di architettura, USI)
ONLINE TUTTA LA PRODUZIONE DI ANDRÉ CORBOZ
In concomitanza con l’esposizione fisica è stato creato appositamente un sito web dedicato alla produzione di Corboz, dove in ordine cronologico vengono illustrate fotografie, testimonianze, bibliografia e approfondimenti sulle tematiche d’indagine a lui care. Nel complesso quindi Il territorio come palinsesto risulta un’esposizione dinamica, nata per stimolare la percezione del paesaggio come un terreno fertile su cui riflettere, poter operare e da migliorare: Corboz è il nomade interdisciplinare, personalità poliedrica il cui apporto intellettuale affascina il pubblico anche a distanza di anni. Merito di una sensibilità di osservatore e cultore del paesaggio che oggi è di grande importanza per affrontare le sfide del presente.
Sophie Marie Piccoli
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
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