A Bologna nascerà il Museo della Casa Popolare
Il nuovo MUCAP, che accoglierà il vasto patrimonio dell'ex Istituto Autonomo Case Popolari, sarà uno spazio di studio e convivialità da realizzarsi su progetto degli architetti Renato Righi e Valerio Poltrini dello Studio Nebbia di Milano
Continua la crescita del panorama museale bolognese. Dopo l’annuncio del nuovo Museo dei bambini e delle bambine programmato al Pilastro, si anticipa ora, nello storico quartiere della Bolognina, l’apertura del MUCAP, il Museo della Casa Popolare. Il nuovo spazio, di cui si è appena concluso il concorso di progettazione, raccoglierà in un archivio e uno spazio di esposizione permanente il vasto patrimonio iconografico e progettuale dell’ex Istituto Autonomo Case Popolari (IACP) di Bologna, istituzione di fondamentale importanza soprattutto nella ricostruzione italiana postbellica, incorporandolo in un’area di convivialità aperta a tutta la cittadinanza.
IL PROGETTO DEL CONCORSO PER REALIZZARE IL NUOVO MUCAP
A vincere il concorso per il nuovo MUCAP bandito da Comune e Azienda Casa Emilia Romagna (ACER), in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Bologna, sono stati gli architetti under30 Renato Righi e Valerio Poltrini dello Studio Nebbia di Milano. Il progetto con cui hanno vinto prevede sia la riconversione del magazzino fuochisti dell’ex IACP in museo e archivio sia la riqualificazione delle due corti residenziali di Edilizia Residenziale Pubblica comprese tra le vie Fioravanti, Zampieri, Albani e Di Vincenzo. L’idea centrale del progetto, come riportato dal Comune di Bologna, è di “creare un nuovo spazio pubblico discreto e al tempo stesso multifunzionale, aperto e inclusivo. Un cortile di pertinenza semipubblica diventa una piccola piazza, una sorta di piano collettivo che sorregge un edificio a uso misto composto da un piano interrato e da uno rialzato “basamentali” anch’essi a destinazione collettiva. Sarà uno spazio ibrido in grado di accogliere differenti attività e rimanere vivo lungo tutto l’arco della giornata”.
Il cortile esterno diventerà quindi una piazza raccolta, disegnata come un grande piano di calcestruzzo chiaro in cui saranno incastonati sampietrini di diverse dimensioni, dove verrà ricavato anche un piccolo teatrino per iniziative culturali all’aperto. Al MUCAP si accederà poi da via Di Vincenzo: la parte espositiva, al piano rialzato dell’edificio, sarà una grande macchina metallica costituita da profili a graticola che oltre a muovere gli elementi espositivi attraverso un buco che collega sala esposizione e archivio interrato andrà a pescare di volta in volta gli elementi da mettere in mostra per i fruitori del museo e della piazza, dove sarà posta una vetrina in costante mutamento. Il piano interrato ospiterà poi l’archivio vero e proprio, con tutti i materiali dell’ex IACP di Bologna come progetti e foto d’epoca, e sarà organizzato con grandi armadiature compattabili. Il progetto finale, che sarà finanziato con circa un milione e seicentomila euro dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dovrà essere consegnato entro giugno 2023, mentre la realizzazione delle opere, a cura dell’ACER, si concluderà entro la primavera del 2026.
UN NUOVO PERCORSO STORICO A BOLOGNA: IL POLO DELLA MEMORIA DEMOCRATICA
Il MUCAP non comporterà “solo” la riorganizzazione del patrimonio del vecchio IACP e la creazione di una nuova area di incontro per la città, ma rientrerà in una più ampia e complessiva strategia del Comune legata al Polo della Memoria Democratica di Bologna, un percorso storico che verrà realizzato alla Stazione 2 Agosto 1980: questo andrà a includere, oltre al nuovo Polo in Stazione con il Memoriale della Shoah, anche i luoghi della memoria della Resistenza e della Liberazione, il Museo della Memoria di Ustica, i nuovi spazi destinati a “officina della conoscenza” ricavati nell’immobile da cui si accedeva al vecchio Mercato Ortofrutticolo, oltre al sistema di aree aperte costituito da Piazza Lucio Dalla e Liber Paradisus. Emily Clancy, vicesindaca di Bologna con delega alla Casa, ha detto di provare una “grande soddisfazione per aver contribuito ad un ampio percorso di restituzione alla città di spazi precedentemente dimenticati. Il progetto, infatti, oltre a costituire un presidio museale all’interno delle corti in Bolognina, sarà anche uno spazio per studentesse e studenti che potranno usufruire delle sale come luogo di studio e di consultazione garantendo a quelle corti una nuova dotazione di attrezzatura pubblica fruibile da tutto il quartiere”.
Giulia Giaume
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