Venduta la casa di campagna di Dante: qui (forse) vide per la prima volta Beatrice
Sulle colline di Fiesole è andata in vendita (per un prezzo segreto) l'abitazione di villeggiatura della famiglia Alighieri, circondata da un podere di oltre un ettaro
Era proprio la dimora di villeggiatura del Sommo Poeta quella casa colonica di 650 metri quadri, con tanto di parco e giardino d’inverno, andata venduta da qualche giorno sulle colline di Fiesole. Una grande villa del tredicesimo secolo circondata da un bosco, appena fuori Firenze, dove (con ogni probabilità) Dante Alighieri vide per la prima volta Beatrice Portinari, musa amorosa di Dante e guida del suo immortale Paradiso. A fare notizia della cessione della “Radola”, questo il nome del podere storico, è stata la società fiorentina Lionard Luxury Real Estate, che l’aveva messa in vendita descrivendola come “un immobile unico perché legato al padre della lingua italiana; appartenuto alla sua famiglia e utilizzato come piacevole luogo di villeggiatura”.
LA CASA DI CAMPAGNA DI DANTE
È grazie a testi d’epoca e moderni (come la biografia dantesca di Alessandro Barbero) e a una lapide murata sulla facciata della casa che gli storici sono stati in grado di ricostruire con certezza la proprietà originale del podere, vicino alla quale sorgeva anche l’imponente villa ‘Montecchi’ dei Portinari, motivo per cui Dante potrebbe aver visto qui per la prima volta una giovanissima Beatrice. Casa e parco erano stati confiscati a Dante insieme a tutti gli altri beni di famiglia nell’autunno del 1301: il Poeta, un Guelfo Bianco, era stato bandito dalla città di Firenze e duramente multato in seguito alla vittoria cittadina dei Guelfi Neri, e costretto a un penoso esilio che sarebbe durato fino alla sua morte per malaria. La Radola era stata successivamente restituita al figlio Iacopo Alighieri nel 1342, vent’anni dopo la morte del padre.
LA RADOLA DI DANTE, UNA PROPRIETÀ DI VALORE
L’immobile, venduto per un prezzo segreto, non è però “solo” un pezzo di storia, ma anche dotato di grande bellezza. Al di là delle decorazioni originali delle superfici coperte – che comprendono la villa padronale di 420 mq in stile rustico, con tanto di torre, e un annesso di 220 mq su due livelli (un tempo il granaio del podere) –, la tenuta include un terreno di 1,2 ettari con un parco tenuto a prato di 5mila mq, in cui sorgono un giardino d’inverno e un ampio roseto, oltre a quasi altrettanti metri quadri di oliveto e 2.100 mq di aree boschive.
Giulia Giaume
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