Biennale Architettura 2023. Ecco cosa ci sarà in otto Padiglioni Europei
In attesa dell’apertura della rassegna veneziana, iniziamo a conoscere i contenuti dei Padiglioni Nazionali. Oggi vi raccontiamo Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna, Svizzera, Portogallo, Santa Sede, Repubblica di San Marino
Dopo la presentazione delle nove attivazioni promosse sull’intero territorio nazionale dal collettivo Fosbury Architecture, nell’ambito del Padiglione Italia 2023, proseguiamo il conto alla rovescia verso la 18. Mostra Internazionale di Architettura (in programma dal 20 maggio al 26 novembre 2023) con un’introduzione alle scelte curatoriali di storici partecipanti come Francia, Germania, Regno Unito e Spagna.
Valentina Silvestrini
FRANCIA – BALL THEATER / LA FÊTE N’EST PAS FINIE
Il teatro emisferico realizzato all’interno del padiglione francese è stato concepito come un “laboratorio di identità, luoghi e immaginari”. Attraversandolo, ovvero prendendo parte ai momenti conviviali (tra cui feste da ballo a tutti gli effetti) o alle esperienze a carattere più contemplativo previste, i visitatori attiveranno un dispositivo che consente loro di proiettarsi altrove e nel futuro. La partecipazione francese, dunque, punta su una struttura architettonica reale, non un’immagine o una simulazione: un paesaggio sonoro che intende sollevare interrogativi sulla fragilità del pianeta, sull’eredità coloniale e sulle nostre più ricorrenti rappresentazioni di identità e genere.
Curatori: Muoto & Georgi Stanishev
Sede: Giardini
GRAN BRETAGNA – DANCING BEFORE THE MOON
In quale modo le comunità diasporiche riescono a insediarsi altrove, senza perdere le connessioni con le proprie terre d’origine? Secondo il team curatoriale, cruciale è la ritualità quotidiana (dalle coltivazioni alla cucina, dal gioco alla danza): un modo per portare avanti tradizioni e valori che ha dirette ricadute di tipo spaziale. Esterni e interni del padiglione accolgono così installazioni di artisti e designer che operano in Gran Bretagna, oltre a un film corale. Nell’insieme il progetto promuove una nozione estesa di architettura, nella quale convergono performance, artigianato e altre discipline creative; sostiene un orizzonte futuro in cui la collaborazione, la sperimentazione e l’equità divengano prioritarie nella pianificazione del Paese. Il padiglione è stato commissionato da British Council.
Curatori: Jayden Ali, Joseph Henry, Meneesha Kellay e Sumitra Upham
Sede: Giardini
GERMANIA – OPEN FOR MAINTENANCE— WEGEN UMBAU GEÖFFNET
Cura, manutenzione, risanamento: questo il focus della partecipazione tedesca, che “mette a nudo” una gamma di attività solitamente nascoste agli occhi del pubblico. Con l’obiettivo di inserirsi nel dibattito contemporaneo sul recupero del patrimonio edilizio esistente, in un’ottica di sostenibilità e riuso, il padiglione stesso fa propria la dimensione del work in progress e della concreta occupazione degli spazi. Piuttosto che smantellare l’opera di Maria Eichhorn Relocating a Structure per la Biennale Arte 2022, l’artista è stata coinvolta in un processo finalizzato a incorporare il suo progetto nel nuovo allestimento. Una riflessione sul tema del riutilizzo il materiale delle mostre, biennali incluse, e sulle potenzialità di quelli che consideriamo scarti.
Curatori: ARCH+ / SUMMACUMFEMMER / BÜRO JULIANE GREB
Sede: Giardini
SPAGNA – FOODSCAPES
Saremo capaci di nutrire il mondo, senza divorare il pianeta? Articolazione tripartita (con un progetto audiovisivo in cinque cortometraggi; un archivio sotto forma di ricettario; un programma pubblico di conversazioni, dibattiti, eventi e ricerche collettive di stampo transdisciplinare) per il padiglione spagnolo, dedicato alle “architetture che ci nutrono”. Dalle cucine domestiche ai luoghi della produzione agroalimentare, il progetto invita a esplorare il “contesto agro-architettonico” spagnolo per affrontare questioni di portata planetaria. Crisi energetica inclusa.
Curatori: Eduardo Castillo-Vinuesa, Manuel Ocaña del Valle
Sede: Giardini
SVIZZERA – NEIGHBOURS
Realizzati rispettivamente da Bruno Giacometti e da Carlo Scarpa, i padiglioni della Svizzera e del Venezuela sono vicini: anzi, più precisamente, sono gli unici nei Giardini a condividere un muro. Emblema, nello stesso tempo, di unione e divisione, questo archetipo architettonico diventa il punto di partenza per l’indagine sul concetto di vicinanza proposta dai due curatori, entrambi professori all’ETH di Zurigo. Una nozione estesa, che finisce per chiamare in causa anche la vicinanza professionale fra Giacometti e Scarpa: una relazione sorta proprio in parallelo all’esperienza di progettazione dei due padiglioni, che devono le rispettive composizioni alla richiesta di non abbattere i platani che occupavano entrambi i lotti. A essere così trasformata in mostra è l’architettura stessa, con un invito a “ripensare e indagare le funzioni delle due strutture e dei loro dintorni sotto una nuova luce e dissolvere i loro confini con mezzi artistici”.
Curatori/Espositori: Karin Sander, Philip Ursprung
Sede: Giardini
PORTOGALLO – FERTILE FUTURES
Sette giovani team, sette idrogeografie portoghesi, sette casi studio che dare evidenza dell’impatto antropocentrico sulle risorse idriche naturali a nostra disposizione: il padiglione portoghese pone sotto la lente di ingrandimento le strategie per la gestione, la conservazione e la trasformazione dell’acqua dolce. Un tema ampio e strategico, la cui portata impone occasioni di approfondimento, fra cui l’annunciato Seminario Internazionale Estivo in cui gli studenti realizzeranno installazioni a carattere speculativo.
Curatori: Andreia Garcia, con Ana Neiva e Diogo Aguiar
Sede: Palazzo Franchetti, San Marco 2842
SANTA SEDE – AMICIZIA SOCIALE: INCONTRARSI NEL GIARDINO
È opera di Álvaro Siza O encontro (L’incontro), ovvero l’installazione cardine del secondo progetto espositivo della Santa Sede per la Biennale Architettura. A sette dal debutto, il padiglione viene quest’anno ospitato ancora una volta nell’isola di San Giorgio Maggiore. Cuore della partecipazione, che si concretizza in un processo in due atti, è il giardino dell’abbazia omonima: in prima battuta il collettivo di architetti Studio Albori (Emanuele Almagioni, Giacomo Borella, Francesca Riva), con gli artisti Michela Valerio, Agostino Vallonzer e Riccardo Bermani (Associazione culturale About), “fa ordine” nell’area all’aperto; poi procede alla sua trasformazione in orto e alla realizzazione di piccole strutture, fra cui un pollaio, impiegando materiali provenienti dalla una preesistente abitazione. Il tutto nel segno delle due encicliche di Papa Francesco: Laudato si’ (2015) e Fratelli Tutti (2022).
Curatori: Roberto Cremascoli
Sede: Abbazia di San Giorgio Maggiore
REPUBBLICA DI SAN MARINO – OSPITE OSPITANTE
Situato nel cuore del sestiere di Castello, un’insula che rappresenta una tipica microcomunità di Venezia fra Calle e Campo San Lorenzo, il padiglione è incentrato su due mostre. La prima, con tre nuove opere di Vittorio Corsini; la seconda, nella forma del laboratorio di ricerca, coinvolge vari artisti, designer, filosofi, sociologi e antropologi e ricercatori delle Università sammarinesi, veneziane e internazionali, impegnati con le comunità locali. La tematica è quella dell’ospitalità sotto vari punti di vista, dall’immateriale al materiale, e dall’umano all’oltreumano, spostando l’attenzione dalla dimensione dell’individuo a quella collettiva, per indagare le opportunità che le architetture sanno offrire in termini di relazioni sinergiche tra organismi, luoghi e ambiente. Architetture della natura o dell’uomo capaci di ospitare ed esaltare forme spaziali virtuose di co-progettazione, produzione e interazione, coinvolgendo gesti, oggetti e azioni. Accoglienti, inclusive, empatiche ed espansive. (Niccolò Lucarelli)
Curatori: Michael Kaethler e Marco Pierini
Sede: Calle San Lorenzo 5063b
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