Due nuovi musei per AlUla, in Arabia Saudita. Lina Ghotmeh e Asif Khan gli architetti designati
La Royal Commission for AlUla, impegnata nel progetto di trasformazione dell’oasi che ospita anche il sito Unesco di Hegra, annuncia l’apertura di due ambiziosi musei e i nomi di chi li progetterà
Un’oasi nel deserto, votata a trasformarsi in destinazione turistica grazie all’arte contemporanea, a 1.100 chilometri da Riyadh, capitale dell’Arabia Saudita. L’area di AlUla (si pronuncia “al’ola”) si estende per 22 chilometri quadrati, attraversati dall’antica Via dell’Incenso; qui, c’era anche l’insediamento di Hegra, città millenaria che fu capitale del Regno dei Nabatei prima dell’arrivo dei Romani sul territorio. Accanto alle tombe monumentali rupestri che testimoniano lo splendore dell’epoca, da qualche anno si rinnovano gli appuntamenti del programma AlUla Moments, improntati all’arte contemporanea, con mostre e ambiziosi interventi di arte pubblica nel deserto; nel frattempo si sono moltiplicate le strutture destinate all’ospitalità, lussuosi resort per turisti altospendenti, attratti dalla suggestione dei canyon sauditi, e dalle potenzialità di una destinazione che la Royal Commission for AlUla (fondata con decreto reale nel 2017, per valorizzare a protegere AlUla) si sta impegnando a plasmare come nuova città d’arte nel deserto (anche con la collaborazione del Centre Pompidou), puntando ad attrarre un pubblico internazionale, sull’orizzonte del 2030.
DUE NUOVI MUSEI PER ALULA: GLI ARCHITETTI CHE LI REALIZZERANNO
La conferma arriva dalla nomina dei due architetti che progetteranno due musei di prossima apertura ad AlUla, il Museo di Arte Contemporanea e Khan – Museo della Via dell’Incenso, affidati rispettivamente a Lina Ghotmeh e Asif Khan, selezionati tramite concorso internazionale. La giuria – presieduta presieduta dall’architetto Khaled Azzam, progettista del Masterplan Journey Through Time di AlUla, e composta da esperti di architettura, paesaggio e museologia – ha scelto di premiare due candidati forti di un curriculum importante. Asif Khan lavora a Londra, dove ricopre la carica di Vice Chairman del Design Museum e ha ricevuto nel 2017 un premio MBE per i servizi resi all’architettura; è attualmente impegnato al rinnovamento del Barbican Art Centre nella capitale inglese (apertura prevista nel 2026), vanta riconoscimenti come il Grand Prix per l’innovazione (Cannes 2014) e Architect of the Year (German Design Council 2017), ed è conosciuto per un approccio all’architettura che unisce il passato al futuro, tenendo conto del contesto sociale e sperimentando nuove soluzioni progettuali. Lina Ghotmeh, che vive e lavora a Parigi, sta invece curando la progettazione del Serpentine Pavilion 2023, ha ricevuto, tra gli altri, il Premio Schelling 2020, il Tamayouz 2020 “Woman of Outstanding Achievement”, il French Fine Arts Academy Cardin Award 2019, è stata docente alla Louis I Khan di Yale e all’Università di Toronto, e guarda all’architettura come un sistema simbiotico con arte e design, ispirato dalla relazione con la natura.
I MUSEI DELL’ARTE CONTEMPORANEA E DELLA VIA DELL’INCENSO AD ALULA
I due edifici saranno i primi a essere realizzati di un circuito di 15 nuovi beni culturali sviluppati nell’ambito del Masterplan Journey Through Time di AlUla, che ha anche l’obiettivo di incentivare un’economia circolare di cui beneficerà la comunità locale, con l’auspicio di creare 38mila posti di lavoro tra cultura e turismo. Sono i due architetti ad anticipare alcuni dettagli sui rispettivi progetti: l’architettura del Museo d’Arte Contemporanea (in collaborazione con il Centre Pompidou, dedicato alla valorizzazione degli artisti che operano nelle aree del Mar Rosso, del Mar Arabico e del Mediterraneo orientale, con l’obiettivo di articolare un programma di committenze site specific, oltre alla collezione permanente), spiega Ghotmeh, coniugherà l’ambiente naturale, l’agricoltura e l’arte per valorizzare la cultura contemporanea, articolandosi in diversi padiglioni circondati da giardini, progettati da artisti coinvolti nell’impresa per rigenerare l’oasi: “Le gallerie offriranno vedute legate alle diverse realtà di AlUla, dai microclimi dell’oasi alla vastità del deserto”.
Khan, invece, si occuperà del Museo della Via dell’Incenso, strutturandolo come uno spazio pubblico situato nel quartiere di AlJadidah, con gallerie e spazi dedicati alle esperienze sensoriali e all’apprendimento. Il tutto completato da giardini a terrazza, che favoriranno una nuova modalità di interazione tra il villaggio e l’oasi. Il museo, non a caso, avrà il compito di raccontare la storia millenaria delle rotte commerciali che interessavano AlUla, celebrandola come luogo di scambio tra diverse civiltà e mettendo in luce il ruolo dell’Arabia nord-occidentale come importante crocevia. Dunque il nuovo progetto – pensato come un’estensione del tessuto urbano, affacciato sulla valle di Dadan e Hegra – si interfaccerà con i siti archeologici dell’oasi, evidenziando le scoperte degli scavi in corso. Sarò diretto da specialisti di diversi settori, con il contributo della comunità locale.
Livia Montagnoli
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