In Turchia il nuovo museo d’arte contemporanea firmato da Renzo Piano
S’affaccia sul Bosforo la nuova sede dell’Istanbul Modern, che sostituisce la precedente aperta nel 2004. Progettato dallo studio Renzo Piano Workshop Building, è un imponente edificio di cinque piani per un totale di oltre 10mila metri quadrati
L’idea di rifondare il vecchio museo per l’arte contemporanea nasce nel 1987, durante la prima Biennale Internazionale di Istanbul (giunta alla sua 17esima edizione nel 2022): un’istituzione che ha fortemente contribuito al già presente dinamismo di una cultura centenaria, da secoli in dialogo con la tradizione occidentale, facendo da bilanciere con la cultura mediorientale araba.
Situato nel quartiere Beyoğlu, nel complesso del Galataport, il museo ha vissuto (prima della attuale collocazione) diverse vicissitudini, tra magazzini tessili e industriali, per trovare sponsor locali e opere che entrassero a far parte della collezione permanente.
Mentre il popolo turco assisteva ai negoziati per l’adesione del Paese all’Unione Europea, la costruzione del museo su un sito di 8000 metri quadrati, di proprietà dell’Organizzazione Marittima Turca, apparve nel 2004 un ennesimo avvicinamento al resto del mondo.
IL PROGETTO DI RENZO PIANO
Progettato dallo studio RPBW ‒ Renzo Piano Workshop Building, in collaborazione con Arup e inaugurato lo scorso 4 maggio in piena campagna elettorale, il nuovo Istanbul Modern è diventato un centro culturale polivalente per la vita quotidiana dei turchi, con tanto di biblioteca, ristorante, bookshop e terrazza panoramica mozzafiato sul Bosforo, attirando innumerevoli turisti. Grandi vetrate, tiranti di ferro e cemento grezzo non infastidiscono la sacralità dei minareti circostanti: siamo nella Istanbul europea, nel “Corno d’Oro”, ove si incrociano i mari Marmara, Nero e Mediterraneo. All’interno, l’atmosfera è ovattata e non lascia spazio al canto dei muezzin, né al caos del traffico perenne di Istanbul. Varcata la soglia ci si ritrova in uno dei più sobri musei al mondo, in cui diverse white room si susseguono a labirinto.
LE MOSTRE DEL NUOVO MUSEO DI ISTANBUL
Al primo piano, riservato alle mostre temporanee, Always Here riunisce una selezione di opere acquisite dal Women Artists Fund, istituito nel 2016 per sostenere la produzione di donne di origine turca e dare visibilità a diverse generazioni che, con differenti tecniche e materiali, hanno espresso con coraggio il loro punto di vista politico, culturale e sociale (Mehtap Baydu, Hera Büyüktaşçıyan, Inci Eviner, Selma Gürbüz, Nilbar Güres, Sibel Horada, Bengü Karaduman, Zeynep Kayan, Ayça Telgeren, Güneş Terkol, Burcu Yagcioglu).
Il titolo rimanda al saggio della storica dell’arte femminista Linda Nochlin – Why Have There Been No Great Women Artist? (1971) – che, esaminando le basi culturali e la naturalizzazione delle strutture sessiste, sostiene che l’arte è modellata dall’educazione: nella storia le donne non hanno ricevuto, a livello globale, una istruzione pari a quella maschile.
Nella sala di fronte alla scala, che segna il perimetro centrale della struttura, trova spazio la mostra fotografica del regista Nuri Bilge Ceylan (In Another Place). Attraverso 22 ritratti colorati di grandi dimensioni (scattati in Turchia, India, Georgia, Cina, Marocco e Russia), l’artista connette lo sguardo alla quotidianità di gente comune, a esperienze geografiche e tradizionali in luoghi altri, attivando la nostra immaginazione.
LA COLLEZIONE PERMANENTE DELL’ISTANBUL MODERN
Al secondo piano la collezione permanente accosta opere di genere diverso (dipinti, fotografie, installazioni e video), esposte sulle pareti bianche in un ambiente rischiarato anche dalla luce naturale, riflessa dalle onde del mare. La mostra Floating Islands, nona esposizione delle collezioni del museo, riunisce più di 280 opere di 110 artisti, rendendo omaggio alla loro immaginazione e alle influenze geografiche. Indica il loro attaccamento a una cultura specifica, sottolineando l’impatto del pensiero che va oltre i confini e le aree di appartenenza, affrontando temi politici e di genere universali.
Cristina Zappa
https://www.istanbulmodern.org/en
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